L'educazione nanesca e maritesca. Sono graditi consigli.
L'educazione nanesca e maritesca. Sono graditi consigli.
Eppure a me quest'omo mi fa incaxxà di brutto.
Mio marito di secondo nome fa Sgridatore. Il Nano scappa per strada, lui lo sgrida. Il Nano fa una bizza, lui lo sgrida. Il Nano inciampa e cade, e lui lo sgrida.
Non conosce altro modo per comunicare, se non sgridare e propinare la seguente frase, con la ricorrenza di un mantra: impara ad obbedire, impara ad obbedire, impara ad obbedire.
Basta.
Non esiste mettersi lì a spiegare le cose con calma, si deve sgridare, possibilmente a voce altissima e davanti a tutti. Col risultato che il Nano lo piglia sulle scatole e lo chiama cattivo, e lui ci rimane malissimo, perchè è convinto di essere un educatore eccellente.
Poi succede che intervengo io, e spiego al marito che per farsi ascoltare dal Nano occorrono alcuni semplici accorgimenti: spiegare le cose facendo leva su eventuali spiacevoli conseguenze, a voce calma e tranquilla, senza puntare dita contro, possibilmente abbassandosi ad altezza Nano. Che poi è pure semplice, una volta imparata la metodologia e la formula azzeccata, il Nano diventa docile come un agnellino (fino almeno alla bizza successiva, che potrebbe anche arrivare 45 secondi dopo, 'cciderba a lui).
Il marito ovviamente NON ACCETTA di essere contraddetto (notare bene che MAI lo farei davanti al Nano, e di solito lo prendo da parte e gli spiego come secondo me sarebbe stato meglio agire), e si offende a morte, lanciandomi maledizioni e anatemi, e predicendo anche un futuro di figlio sciagurato e di madre disperata.
Insomma, va sempre a finire che le giornate da trascorrere insieme in allegria, tipo quella di oggi al Pisa Book Festival, si trasformano in un'alternanza di musi, bizze, rincorrimenti, silenzi e grida.
Sono graditi consigli, io ho esaurito l'assertività e sto per trasformarmi in bestia feroce e pure assassina.
Mio marito di secondo nome fa Sgridatore. Il Nano scappa per strada, lui lo sgrida. Il Nano fa una bizza, lui lo sgrida. Il Nano inciampa e cade, e lui lo sgrida.
Non conosce altro modo per comunicare, se non sgridare e propinare la seguente frase, con la ricorrenza di un mantra: impara ad obbedire, impara ad obbedire, impara ad obbedire.
Basta.
Non esiste mettersi lì a spiegare le cose con calma, si deve sgridare, possibilmente a voce altissima e davanti a tutti. Col risultato che il Nano lo piglia sulle scatole e lo chiama cattivo, e lui ci rimane malissimo, perchè è convinto di essere un educatore eccellente.
Poi succede che intervengo io, e spiego al marito che per farsi ascoltare dal Nano occorrono alcuni semplici accorgimenti: spiegare le cose facendo leva su eventuali spiacevoli conseguenze, a voce calma e tranquilla, senza puntare dita contro, possibilmente abbassandosi ad altezza Nano. Che poi è pure semplice, una volta imparata la metodologia e la formula azzeccata, il Nano diventa docile come un agnellino (fino almeno alla bizza successiva, che potrebbe anche arrivare 45 secondi dopo, 'cciderba a lui).
Il marito ovviamente NON ACCETTA di essere contraddetto (notare bene che MAI lo farei davanti al Nano, e di solito lo prendo da parte e gli spiego come secondo me sarebbe stato meglio agire), e si offende a morte, lanciandomi maledizioni e anatemi, e predicendo anche un futuro di figlio sciagurato e di madre disperata.
Insomma, va sempre a finire che le giornate da trascorrere insieme in allegria, tipo quella di oggi al Pisa Book Festival, si trasformano in un'alternanza di musi, bizze, rincorrimenti, silenzi e grida.
Sono graditi consigli, io ho esaurito l'assertività e sto per trasformarmi in bestia feroce e pure assassina.
Non ti so consigliare.
Però magari proporgli letture tipo gordon o besame mucho?
O almeno "il segreto dei bambini felici" che consiglia autorevolezza senza però urli e magari gli è più affine.
Non presentandoglielo come "non sei capace quindi leggi questo" ma come qualcosa del tipo "vorrei trovare con te una linea educativa comune proviamo a leggere questo testo?".
Però magari proporgli letture tipo gordon o besame mucho?
O almeno "il segreto dei bambini felici" che consiglia autorevolezza senza però urli e magari gli è più affine.
Non presentandoglielo come "non sei capace quindi leggi questo" ma come qualcosa del tipo "vorrei trovare con te una linea educativa comune proviamo a leggere questo testo?".
E su che base lui è convinto di conoscere così bene le basi educative e pensa che tutto quello che serve è urlare? :mumble:Lupina ha scritto:Non c'è verso, provato di tutto.
E' che non mi va che tutta la mia fatica venga vanificata da tre parole sbagliate.
Ho provato anche a portargli un paio di testi e provare a propinarglieli con l'inganno, ma liquida la questione con l'enunciato minimo tipico gigghesco: tutte cazzate.
A me quando sento dire ai bambini di ubbidire mi vengono in mente i cagnolini...molto più che vedendoli con i "guinzagli" anche perchè obiettivamente "devi ubbidire" è una frase tanto ripetuta e che non significa nulla.
A me sale un nervoso che neanche ve lo potete immaginare.
Io ci tengo tantissimo a trasmettere un'immagine positiva degli esseri umani in generale, vorrei che mio figlio si sentisse a proprio agio nel mondo, che non dovesse sentirsi represso in nessun modo. Specie a tre anni, età in cui SI HA DIRITTO a fare le bizze senza che nessuno storca il naso e ti guardi male.
Però a me viene facile, io sono molto stabile di umore per mia natura, e preferisco ridere piuttosto che stare a frignare. Lui invece è più lunare e tende a trasformarsi facilmente in un vecchio brontolone.
Ouff.
Io ci tengo tantissimo a trasmettere un'immagine positiva degli esseri umani in generale, vorrei che mio figlio si sentisse a proprio agio nel mondo, che non dovesse sentirsi represso in nessun modo. Specie a tre anni, età in cui SI HA DIRITTO a fare le bizze senza che nessuno storca il naso e ti guardi male.
Però a me viene facile, io sono molto stabile di umore per mia natura, e preferisco ridere piuttosto che stare a frignare. Lui invece è più lunare e tende a trasformarsi facilmente in un vecchio brontolone.
Ouff.