http://www.vocidibimbi.it/Mondobimbo/Ap ... miferi.htm
Riporto la parte a mio parere più interessante
Le nutrici distanziate, come risulta implicito dal nome assegnato loro, alimentano i piccoli a intervalli più o meno distanziati tra loro, e il loro latte ha un alto contenuto in termini sia di proteine che di grassi; inoltre i loro piccoli succhiano il latte velocemente. Invece le nutrici continue, le trasportatrici come le madri dei primati, di marsupiali e di certe specie di pipistrelli, al pari anche delle specie seguaci, quali pecore e capre, allattano i loro piccoli più o meno continuamente, il loro latte è a basso contenuto di grassi e proteine; i loro piccoli succhiano lentamente. E, in questo quadro, dove si collocano gli umani ? Con un contenuto di grassi del 4,2 % e un contenuto di proteine dello 0.9 %, il nostro latte ci colloca chiaramente nella categoria delle nutrici continue. Questo collima piuttosto bene con quanto sappiamo dell’accudimento materno nelle poche restanti società di cacciatori-raccoglitori, come i Kung del deserto del Kalahari, o i Papua della Nuova Guinea, le cui madri portano con sé i loro piccoli (appoggiati su un fianco o sospesi con una imbragatura) e li nutrono piuttosto frequentemente (durante il giorno anche ogni quarto d’ora e durante la notte almeno una volta, finchè non hanno tre anni).
Ciò spiegherebbe alcune idiosincrasie riscontrabili nel comportamento del bambino moderno, quali il fatto che il suo pianto viene acquietato con un movimento ondulatorio dal ritmo di circa 60 cicli al minuto, corrispondenti alla velocità di una donna che cammini lentamente, cercando forse il cibo, e che trasporti il figlio sull’anca.
Oppure il fatto che il bambino d’oggi è rumoroso, in netto contrasto con il silenzio in cui stanno quasi tutti i piccoli di primate. Il piagnisteo lamentoso che noi oggi ci aspettiamo come una caratteristica normale dell’infante, può darsi che non abbia fatto sempre parte del suo modello di comportamento. I bambini che sono in costante contatto di pelle con la madre, di rado diventano così affamati da mettersi a piangere per aver da mangiare. In questo caso, cioè, la madre è in grado di capire i segnali di fame al loro primo apparire –movimenti, gorgoglii, irrequietudine – e quindi porta la seno il piccolo prima che lui arrivi al punto di piangere.
Un esito, poi, della trasformazione del bambino da poppante che può assumere il latte al bisogno a poppante distanziato, potrebbe essere il disturbo colitico. Se si prendono alcune scimmie Rhesus e le si nutrono manualmente con poppate previste ogni due ore, esse vomitano ed eruttano frequentemente, cosa che non succederebbe alle scimmie Rhesus allattate dalle madri senza tempi stabiliti. Ha osservato Blurton Jones: “forse il fatto che i bambini vomitano o rigurgitano frequentemente è il risultato della nostra insistenza a che imparino presto ad assumere il cibo con cadenze ogni quattro ore invece che secondo un intervallo fra il quarto d’ora e le due ore, come sarebbe suggerito dai dati comparativi sulla composizione del latte”.