è possibile "viziare" un neonato?
è possibile "viziare" un neonato?
In realtà è impossibile viziare un neonato, ma sono moltissimi i genitori che temono di poterlo fare, vittime non solo delle proprie paure ma anche di una certa corrente d'opinione cui hanno aderito tante nonne, zie, cugine ma ancor più dilagante tra le vicine di casa ottantenni, le amiche senza figli e le colleghe invidiose.
Questi luoghi comuni sostengono appunto che con i neonati bisognerebbe essere severi e rigidi e non dar loro i cosiddetti "vizi", che consisterebbero nello specifico:
-nel prenderli in braccio quando piangono
-nel cullarli per farli dormire
-nell'allattarli a richiesta
-nel giocare con loro e stimolarli ogni volta che si annoiano
-eccetera...
In realtà questi comportamenti di risposta ai bisogni base del neonato-fame, sonno,contatto,relazione- non possono essere causa di vizio ma soltanto nel corrispondere in modo puntuale ed adeguato alle attese del bambino.
Già, perchè un bimbo appena nato ha delle attese, che se vengono soddisfatte lo rendono sicuro non solo del fatto che "qui c'è qualcuno sempre pronto per me", ma anche che "sono sicuro che non sarò mai abbandonato" e "sono efficace nel chiedere ciò di cui necessito".
Piangere e voler stare in braccio sono comportamenti corretti per l'età, fortemente adattivi e sono proprio i comportamenti grazie a cui il nuovo essere si garantisce la sopravvivenza. La genetica stessa ci ha programmato in questo modo, con tutte le caratteristiche per ingenerare nell'adulto delle risposte di cura e attenzione.
Un neonato lasciato a sè stesso, lasciato piangere, lasciato solo troppo a lungo, smetterà sì di piangere ma per la sfiducia nel mondo e nelle persone: avrà rinunciato ad esprimere i suoi bisogni e a sperare nella soddisfazione delle sue esigenze.
Un bambino soddisfatto, al contrario, sarà un bambino maggiormente disposto ad abbandonare comportamenti meno evoluti e a crescere, proprio perchè ha trovato risposte congruenti nell'ambiente circostante ed ha quindi superato nel modo corretto le tappe evolutive.
Non bisogna preoccuparsi, nei primi mesi di vita, delle eventuali abitudini che il bimbo potrà avere negli anni successivi - non dipendono da questo - ma offriamo invece una buona partenza, una base sicura di attaccamento, alimentiamo la fiducia negli altri e dunque in se stesso del neonato.
Con la crescita i suoi bisogni non saranno così urgenti e percepiti in modo così assoluto e pervasivo ed alora, solo allora, sarà il momento di insegnargli ad aspettare sempre e solo quel tanto che potrà aspettare per l'età che ha.
In ogni caso, sarà l'adulto e non il bambino ad adattare i tempi di risposta alle capacità di attesa e di richiesta del neonato e mai il contrario.
Non esiste un periodo uguale per tutti, non esistono tabelle esatte, non esistono limiti di attesa. Accadrà che il bambino cresca. Soltanto allora, e per il passo di crescita che ha fatto, dovremo cambiare.
Cresciamo con loro, accompagnandoli nello sviluppo e dando loro secondo il loro bisogno, accompagnandoli mano nella mano. Diventeranno adulti sicuri di se stessi e degli altri e non persone incerte e dipendenti dagli altri.
allora..."viziamoli".
Questi luoghi comuni sostengono appunto che con i neonati bisognerebbe essere severi e rigidi e non dar loro i cosiddetti "vizi", che consisterebbero nello specifico:
-nel prenderli in braccio quando piangono
-nel cullarli per farli dormire
-nell'allattarli a richiesta
-nel giocare con loro e stimolarli ogni volta che si annoiano
-eccetera...
In realtà questi comportamenti di risposta ai bisogni base del neonato-fame, sonno,contatto,relazione- non possono essere causa di vizio ma soltanto nel corrispondere in modo puntuale ed adeguato alle attese del bambino.
Già, perchè un bimbo appena nato ha delle attese, che se vengono soddisfatte lo rendono sicuro non solo del fatto che "qui c'è qualcuno sempre pronto per me", ma anche che "sono sicuro che non sarò mai abbandonato" e "sono efficace nel chiedere ciò di cui necessito".
Piangere e voler stare in braccio sono comportamenti corretti per l'età, fortemente adattivi e sono proprio i comportamenti grazie a cui il nuovo essere si garantisce la sopravvivenza. La genetica stessa ci ha programmato in questo modo, con tutte le caratteristiche per ingenerare nell'adulto delle risposte di cura e attenzione.
Un neonato lasciato a sè stesso, lasciato piangere, lasciato solo troppo a lungo, smetterà sì di piangere ma per la sfiducia nel mondo e nelle persone: avrà rinunciato ad esprimere i suoi bisogni e a sperare nella soddisfazione delle sue esigenze.
Un bambino soddisfatto, al contrario, sarà un bambino maggiormente disposto ad abbandonare comportamenti meno evoluti e a crescere, proprio perchè ha trovato risposte congruenti nell'ambiente circostante ed ha quindi superato nel modo corretto le tappe evolutive.
Non bisogna preoccuparsi, nei primi mesi di vita, delle eventuali abitudini che il bimbo potrà avere negli anni successivi - non dipendono da questo - ma offriamo invece una buona partenza, una base sicura di attaccamento, alimentiamo la fiducia negli altri e dunque in se stesso del neonato.
Con la crescita i suoi bisogni non saranno così urgenti e percepiti in modo così assoluto e pervasivo ed alora, solo allora, sarà il momento di insegnargli ad aspettare sempre e solo quel tanto che potrà aspettare per l'età che ha.
In ogni caso, sarà l'adulto e non il bambino ad adattare i tempi di risposta alle capacità di attesa e di richiesta del neonato e mai il contrario.
Non esiste un periodo uguale per tutti, non esistono tabelle esatte, non esistono limiti di attesa. Accadrà che il bambino cresca. Soltanto allora, e per il passo di crescita che ha fatto, dovremo cambiare.
Cresciamo con loro, accompagnandoli nello sviluppo e dando loro secondo il loro bisogno, accompagnandoli mano nella mano. Diventeranno adulti sicuri di se stessi e degli altri e non persone incerte e dipendenti dagli altri.
allora..."viziamoli".
- Fragolablu
- Utente Vip
- Messaggi: 1154
- Iscritto il: gio ott 25, 2007 5:27 pm
il problema principale è che un bambino abituato ad essere corrisposto nelle sue attese sarà un bambino che chiederà e a volte i genitori saranno troppo stanchi o impegnati per poter rispondere in modo immediato e puntuale. Ma questo semmai è un problema dell'adulto e della cura che necessita un adulto che cura un bambino. Non possiamo, a livello etico, ribaltare il problema facendolo diventare del bambino.
quote="chiaretta_1974"]In realtà è impossibile viziare un neonato, ma sono moltissimi i genitori che temono di poterlo fare, vittime non solo delle proprie paure ma anche di una certa corrente d'opinione cui hanno aderito tante nonne, zie, cugine ma ancor più dilagante tra le vicine di casa ottantenni, le amiche senza figli e le colleghe invidiose.[/quote]
muoio..quanto è vero!!!!!!!
Quoto tutto al cubo...............
........devo essere onesta ho avuto una suocera che ha sempre affermato che i neonati se piangono hanno sempre qualcosa e non piangono mai per "capriccio"...............che suocera all'avanguardia!!
muoio..quanto è vero!!!!!!!
Quoto tutto al cubo...............
........devo essere onesta ho avuto una suocera che ha sempre affermato che i neonati se piangono hanno sempre qualcosa e non piangono mai per "capriccio"...............che suocera all'avanguardia!!
tutto vero anzi MERAVIGLIOSAMENTE vero
se solo noi, come madri, chiudessimo le orecchie a queste scemenze che ci vengono dette, e ascoltassimo solo il nostro cuore: avremmo le risposte già dentro di noi, no?
anche io mi sono sentita dire cose simili (sei troppo attaccata a Leonardo, lo tieni troppo in braccio, lo stai viziando, vuole solo te - a 1 mese di vita!) .... ....
se solo noi, come madri, chiudessimo le orecchie a queste scemenze che ci vengono dette, e ascoltassimo solo il nostro cuore: avremmo le risposte già dentro di noi, no?
anche io mi sono sentita dire cose simili (sei troppo attaccata a Leonardo, lo tieni troppo in braccio, lo stai viziando, vuole solo te - a 1 mese di vita!) .... ....
quoto al massimo
solo ora che Dario ha un anno noto il pianto "per finta" se gli viene negata una marachella
prima sono bisogni primari,come e' tutt'ora (per Dario) il pianto da fame e sete o sonno o l'essere rpeso in braccio,e spesso anche per Ruggero,che pero' comincia il capire il concetto del "tra poco"
solo ora che Dario ha un anno noto il pianto "per finta" se gli viene negata una marachella
prima sono bisogni primari,come e' tutt'ora (per Dario) il pianto da fame e sete o sonno o l'essere rpeso in braccio,e spesso anche per Ruggero,che pero' comincia il capire il concetto del "tra poco"