Messaggio
da druuna » mer set 17, 2014 1:07 pm
Questa la cantava mia nonna e poi mia mamma a Fabio. E su internet si trova tutta la poesia che è lunghissima
Batte il pian d'Estremadura
indomabile un destrier;
tristo è il regno e n'han paura
duchi, prenci e cavalier.
"Chi gli ponga freno e sella,
pur ch'ei sia di nostra fé,
sarà sposo d'Isabella,
sarà genero del re".
Così va di terra in terra
proclamando un banditor;
da sei mesi son ch'egli erra,
né comparve il prode ancor.
Di Granata e di Castiglia
le contrade visitò,
vide Cadice e Siviglia,
Tago e Duro valicò.
D'Ovïedo e di Pamplona
trascorrea le piazze invan,
e la Murcia e l'Aragona
e il bel suolo catalan.
Ma un oscuro di Biscaglia,
ricco sol del proprio cor,
si profferse alla battaglia
col selvaggio corridor.
Ai magnati parve strano
quel coraggio e lo beffar:
- Se non hai la striglia in mano
l'arte tua non potrai far. -
Non rispose, ma contenne
la giusta ira dentro sé!
ed attese finché ottenne
d'esser tratto innanzi al re.
Quivi giunto tal ragiona
(ma pria il capo si scoprì):
- È egli ver, Sacra Corona,
ciò che intesi da più dì ?
Che chi ponga freno e sella
a un destrier che terror dà,
sarà sposo d'Isabella
e tuo genero sarà ? -
- È mio bando quel che sode -
la risposta fu del re;
- questo il premio sia del prode
pur che sia di nostra fé. -
Tacque appena, che il valente
mosse pronto pel sentier,
dove appar più di sovente
l'indomabile destrier.
Ecc ecc