Allibita ha scritto:alemia ha scritto:
quindi , complice il pediatra ho cresciuto due bimbi con l'equivalente del latte di mandorla?
Vabbe' ma esiste ancora qualcuno che crede che i pediatri consigliano solo quello che fa' bene e non ci sono interessi nel favorire la vendita di un prodotto di un certo marchio?
Scopriamo l'acqua calda.
Uno può dire quello che vuole ma le etichette parlano alla fine.
Dire che il latte 3 sia sano e' come dire che una Fiesta o la Nutella sono sane
boh, io il mio pediatra lo stimo e quindi...
so che qui è pieno di mamme che si fanno solo scrivere le richieste dal ped. e poi si fidano di più dei consigli delle amiche, io non la penso così.
cmq voi state demonizzando un prodotto, che alla fine è fatto di latte con meno proteine e con aggiunta di ferro e alcune vitamine, a me piaceva darglielo e amen, i miei bimbi sono cresciuti benissimo
che chi dice peste e corna del vaccino puro dato ai bimbi alla fine sempre latte è
che poi non sia migliore o necessario, nessuno lo mette in dubbio
cmq, non è vero che siano paragonabili ad un qualsiasi dessert
poi si può scegliere di usarli o meno, ma si equivalgono ad altro latte, ognuno sceglie cosa gli viene più comodo e cosa preferisce. a leggere qui pare che siano solo schifezze, e non è vero.
posizione della Società italiana di pediatria (Sip)
Ce lo ha fornito Mario De Curtis, ordinario di pediatria all’Università di Roma-Sapienza, direttore dell’Unità operativa di neonatologia, patologia e terapia intensiva neonatale al Policlinico Umberto I e presidente della Commissione alimenti per l’infanzia della Sip. Tanto per cominciare, De Curtis sottolinea quanto sia difficile arrivare a conclusioni definitive su questioni che riguardano l’alimentazione infantile: «È molto complesso condurre studi clinici appropriati nelle prime epoche della vita. Per questo, il solo mezzo davvero utile a disposizione per valutare rischi e benefici di latte vaccino e latti di crescita è considerare gli apporti nutrizionali di ciascuno rispetto a quelli consigliati per questo periodo di vita».
Detto questo, però, va fatta un’altra e importante precisazione: il fatto che la dieta di un bambino sia caratterizzata da apporti nutrizionali inferiori a quelli consigliati non significa automaticamente che la salute del piccolo sarà compromessa. Anche perché «non si conosce al di sotto di quali livelli di apporti nutrizionali si possa avere certamente un rischio per la salute».
E dunque, che fare? Secondo De Curtis, le carenze del latte vaccino si possono compensare integrando con altri prodotti come oli vegetali, frutta fresca e agrumi (ma tenendo presente che può essere più difficile compensare la carenza di ferro). Per quanto riguarda i latti di crescita, invece, la sua opinione è che siano appropriati per coprire le necessità nutrizionali dei bambini di uno-tre anni. Ricorda però che «non è mai stato dimostrato che le loro particolarità qualitative e quantitative possano indurre un beneficio alla salute». Insomma, si possono usare, ma non è detto che facciano davvero meglio di altre soluzioni (a meno che non ci siano già a priori nel bambino rischi di carenze nutritive specifiche).
Concludendo: se per l’alimentazione del bambino fino all’anno di età sono tutti d’accordo – latte materno se possibile fino ad almeno sei mesi e poi formule artificiali, mai il latte di mucca – dopo l’anno la situazione si fa un po’ meno certa.
quindi, non è per nulla dannifico, al limite non fa nulla ahahah
poi oh
se dobbiamo dire che è malefico ok