Quando fidarsi della loro valutazione?
Quando fidarsi della loro valutazione?
Non so come intitolare, veramente.
Mi riferisco al fatto che Tancredi ha una cistite, e che noi ce ne siamo resi conto tardi: si teneva il pannolino, davanti, ma se gli chiedevamo se avesse male al pisellino lui diceva di no.
E ci siamo fidati.
E invece non era vero , male ne aveva eccome.
Perché diceva di no?
Mi riferisco al fatto che Tancredi ha una cistite, e che noi ce ne siamo resi conto tardi: si teneva il pannolino, davanti, ma se gli chiedevamo se avesse male al pisellino lui diceva di no.
E ci siamo fidati.
E invece non era vero , male ne aveva eccome.
Perché diceva di no?
Mmm, secondo me è perché i bambini fino ai 3-4 anni fanno fatica a localizzare il dolore, cioè sentono male ma non riescono a capire bene nemmeno loro dove ce l'hanno. Non so se mi sono spiegata! Elia aveva spesso l'otite ma ce ne accorgevamo quando ormai aveva un febbrone da cavallo, e probabilmente gli faceva male da tre giorni (magari era capriccioso e frignava e non capivamo perché)!
Magari per lui il "male" è un dolore associabile solo ad uno specifico tipo, che ne so, una botta o similari.
E per quanto mi rendo conto, a quest'età spesso nella valutazione di una risposta di sì o no si inserisce anche il "vuoi che (ti faccia male)". Perlomeno, Arianna per ora funziona così, quindi il suo no è un modo per dire "Non voglio che...".
E per quanto mi rendo conto, a quest'età spesso nella valutazione di una risposta di sì o no si inserisce anche il "vuoi che (ti faccia male)". Perlomeno, Arianna per ora funziona così, quindi il suo no è un modo per dire "Non voglio che...".
Avete ragione, c'è sicuramente una componente di "intenzionalità".
Così come c'è una componente di compiacimento nei nostri confronti (inquesto caso, morbosa): ti fa male lì? alla ventisettesima volta che glielo chiediamo, dice di sì. Può darsi che lo faccia per "compiacerci".
comunque, per dire, ieri siamo arrivati talmente al limite che siamo dovuti andare al pronto soccorso.
E lui continuava a rispondere che no, non gli faceva male.
chiaramente non aveva capito la domanda, o la interpreta ancora a modo suo.
(come quella volta che battè la testa contro il tavolo, e alla domanda "dove ti sei fatto male?" indicò il punto del tavolo su cui aveva battuto: "lì!")
Così come c'è una componente di compiacimento nei nostri confronti (inquesto caso, morbosa): ti fa male lì? alla ventisettesima volta che glielo chiediamo, dice di sì. Può darsi che lo faccia per "compiacerci".
comunque, per dire, ieri siamo arrivati talmente al limite che siamo dovuti andare al pronto soccorso.
E lui continuava a rispondere che no, non gli faceva male.
chiaramente non aveva capito la domanda, o la interpreta ancora a modo suo.
(come quella volta che battè la testa contro il tavolo, e alla domanda "dove ti sei fatto male?" indicò il punto del tavolo su cui aveva battuto: "lì!")