In un caso così intervengo, già successo, ma non sulla scia dell'altra madre, ma più che altro con la mamma che con i bambini, dicendo "Oh, ma non si preoccupi, lasci stare, vedrà che troveranno un modo per fare entrambi qualcosa" e se nel caso intervengo direttamente con Arianna e/o con l'altro bambino tendo a formulare domande, più che "ordini" o suggerimenti (cosa fate di bello? oh, come si può fare?...).Silvia ha scritto:ari a un altro bimbo litigano per un gioco. tu non intervieni. l'altra madre inizia: amore fermo, non fare così, lasciale il gioco, dai giocate insieme. no, non si fa...e compagnia bella. non c'è il rischio che il tuo non intervenire venga interpretato da tua figlia (perchè dall'altra madre è certo) come una forma di non curanza verso ciò che le accade?
Il punto è che il "non intervenire" nelle questione dei bambini non significa ignorarli, ma significare guardare con attenzione, partecipare passivamente con la presenza, e rispondere alle richieste dei bambini stessi, che in alcuni casi si girano verso il genitore (e in quel caso la risposta ci sta, e quindi il bambino non dovrebbe in ogni caso sentirsi ignorato), ma non trovo giusto intervenire SENZA che il bambino chieda l'aiuto del genitore stesso.
Poi dipende anche dal bambino stesso, Arianna è una che non mi cerca proprio durante i momenti problematici, che siano personali o con qualcuno, non so se sia solo carattere o anche abitudine a risolvere da sola perché io non la aiuto se non vengo espressamente richiesta.