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Fede
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Messaggio da Fede » gio nov 08, 2007 10:57 pm

proprio oggi pensavo a te!
benvenuta Molly ;)


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Paola
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Messaggio da Paola » ven nov 09, 2007 1:45 am

ben arrivata sul mondo rotondo molly, ben arrivata.
Cristina81

Messaggio da Cristina81 » ven nov 09, 2007 9:22 am

che bello!!!mi raccomando aspettiamo le foto!!benvenuta moira!!!:eek:
Ospite

Messaggio da Ospite » ven nov 09, 2007 6:59 pm

:eek: :eek: :eek: devi raccontarci tutto...Auguroni!!!
Ospite

Messaggio da Ospite » ven nov 09, 2007 9:36 pm

Passo per un salutino veloce mentre il nonno si spupazza Molly a dovere :baby:

Moira sta benissimo, anche se ha già dimostrato di essere una figlia della notte :frusta: Avrò riposato, sì e no, due ore e mezza. Eppure non mi pesa, sento ancora l'adrenalina scorrermi nelle vene, più la guardo e più mi innamoro di lei. Un amore diverso da quello verso Luca, verso Emma, verso Livia. Non meno intenso e nemmeno più forte: solamente un amore più "maturo", se mi passate il termine. Finora mi sentivo mamma-bambina e mamma-amica, oggi mi sento MAMMA e basta.
Tra i quattro parti, diciamo che questo è stato il più ironico.
Ora riassumo, così mi rilasso un poco pure io.
A mezzogiorno, subito dopo pranzo, avverto le prime contrazioni, intuisco che questa bambina non tarderà molto a venire al mondo. Tuttavia non voglio allarmare nessuno, temo di agitare i bambini inutilmente e gettare nel panico l'intero clan famigliare. Così, stringo per un po' i denti, e mi comporto come se niente fosse.
Verso le due prego Vittorio di uscire con i bambini, gli dico di andare con loro al cinema e di farli svagare.
Non appena loro quattro escono di casa, mia suocera si mette il cappotto e chiede: "La valigetta è già in macchina?". Incredibile. Aveva capito solo dal mio sguardo cosa stava accadendo. Giuro che a ripensarci mi viene la pelle d'oca.
Da mamma vanitosetta quale sono, le chiedo di aspettare giusto dieci minuti, il tempo di farmi una doccia (ah, avevo dimenticato quanto l'acqua calda può rilassare in certi momenti!) e di sistemarmi i capelli.
Arriviamo al pronto soccorso, io e nonna Lena. Scopro con orrore che la mia ginecologa è in vacanza. E avvertirmi?
Mi visita un medico che non ho mai visto, un tipo stizzoso e altero. Con superiorità tiberina proclama: "Signora, lei non partorirà prima di una settimana. Vada a casa, e cerchi di non allarmarsi inutilmente". Certo, secondo la macchina le contrazioni non c'erano, e non ero dilatata. Eppure io le avvertivo. Quando lo faccio notare al medico, quello risponde: “Signora, per favore, è domenica anche per noi medici”. Mi rassegno e penso di tornare a casa.
Torniamo a casa, ma sono ansiosa, irrequieta, angosciata. E’ come se la mia bambina mi stesse dicendo che vuole uscire, nonostante nessuno le dia retta.
Passa un’ora, Vittorio è ancora fuori con i bambini. Gli invio un SMS e mento: “State tranquilli, è tutto sotto controllo”. Cronometro le contrazioni: sono molto irregolari, sembrano quasi essersi diradate, ad un certo punto.
Alle cinque non ho più dubbi: partiamo verso l’ospedale una seconda volta, euforiche e preoccupate nello stesso tempo. Non telefono a Vittorio, che non è ancora tornato a casa, perché non voglio allarmarlo inutilmente. Quando ormai ho già varcato il portone della clinica, il cellulare squilla, fra gli sguardi di biasimo degli infermieri: “Qui non è permesso l’uso del telefono cellulare”. Lascio che a rispondere sia Maddalena, intanto io mi appresto ad essere visitata una seconda volta. E indovinate da chi? Sì, da Mr. Simpatia “è domenica anche per noi medici”. Getta uno sguardo altezzoso verso di me, io sono troppo in ansia per rispondergli.
“Qualcuno qui si sta allarmando per un nonnulla” commenta, ancora prima di visitarmi.
Nonna Lena, che è entrata da poco nella sala, con la sua calma spiazzante, chiede in modo ironico e spigliato: “Scusi, dottore. Posso gentilmente sapere quanti figli ha messo al mondo, lei?”
“Faccio partorire donne ogni giorno, signora”
“No, io intendo dire quante volta lei abbia partorito”
Dottor Simpatia rimane per un attimo inebetito.
“Nessuno, signora”
“Bene, e allora sprechi il suo prezioso tempo con mia nuora, che di parti ne sa qualcosa, visto che questo è il quarto”
Io intanto sono talmente in apprensione al punto che mi sembra di trovarmi per la prima volta in quella situazione!
“In ogni caso il mio turno termina fra dieci minuti. Dovrete attendere il prossimo ginecologo, sempre che ce ne sia uno”
Non ha nemmeno finito di formulare la frase quando entra una dottoressa giovane, con i capelli castani e gli occhi verdi. “Smonta pure, adesso ci penso io”
Mi visita, e nota che in effetti le contrazioni sono iniziate. Alleluia.
Poi è stato tutto un turbinio di emozioni, di dolore, di felicità, di sollievo. Se devo essere sincera, fra i quattro parti questo è stato il meno doloroso e il più veloce: con due spinte Moira era fuori. A tenermi la mano nonna Lena, vicino a lei una nostra cara amica, infermiera, il cui turno ha fortunatamente coinciso con l’inizio della mia fase espulsiva. Vittorio era a casa con i bambini, avevamo già deciso che sarebbe stato così: si impressiona terribilmente alla vista del sangue, e non sopporta di vedermi soffrire. Non appena l’abbiamo chiamato, è corso in ospedale. Ha visto Moira, l’ha presa in braccio, e ha cominciato a piangere sommessamente. La prima volta che vedo Vittorio commuoversi, lui, l’uomo roccia che non si scompone mai, che piuttosto di mostrare una debolezza morirebbe. È lì che piange come un bebè, con in braccio la sua bambina.
“Come la chiamate, allora?” mi chiede l’ostetrica.
“Nora” rispondo io.
“Maya” dice Vittorio.
“Maria” ribatte nonna Lena.
Scoppiamo a ridere (io sorrido appena, mi sento prosciugata). Ormai ognuno di noi è fissato sul nome che vuol imporre alla piccola. Meglio ricominciare daccapo e trovarne uno che piaccia a tutti! Ma ormai è tardi, rimandiamo la discussione a lunedì mattina.
“Greta? Clara? Virginia? Elena? Laura? Paola?”
Nah. Il suo visino non sembra rispondere a nessuno di questi nomi.
Poi la folgorazione.
“Che ne dite di Moira?” dico io. Nonna Lena non risponde subito, Vittorio si dichiara neutrale. La prendo fra le braccia. “Ciao Moira” le sussurro. Nessun nome le sarebbe calzato più a pennello di questo. Non ho idea di dove io l’abbia sentito prima, ma ho sentito che era suo, suo e di nessun altro.
Il momento più dolce è stato quando sono entrati Luca, Emma e Livia nella mia stanza: mi mancavano già, eppure erano passate poche ore, forse solo una ventina, da quando li avevo visti. Luca ha le guance rigate e le punte delle orecchie vermiglie, trattiene qualche sussulto e nasconde il suo trasporto stando in silenzio e in disparte. Emma è euforica: si getta sulla culla di Moira chiamando a gran voce la sorellina, malgrado i miei rimproveri. Ha portato un sonaglietto che è stato suo, che usava per le sue bambole. “L’ho lavato, così adesso lo regalo a Molly” mi dice soddisfatta. E Livia? Livilla osserva con un misto di curiosità e superbia quella creaturina, che a lei sembra tutto fuorché graziosa. “Ma perché ha tutti questi peli? E perché è tutta rossa?” chiede ininterrottamente. “Perché ha quel segno sulla fronte?” domanda a nonna Lena.
“E’ il segno dell’aureola. La tua sorellina prima era solo un angelo nella mente del Signore, oggi è qui tra noi”.
Livia non sembra apprezzare la poeticità: “Ma scusa, e quando stava nella pancia ce l’aveva l’aureola?”
Trattengo una risata, ma non serve. Tutti scoppiamo nuovamente a ridere.
Ormai è tardi, Livia fa i capricci perché vuole dormire con la mamma e con la sorellina “nuova nuova”, Emma vorrebbe raccontarmi ancora una volta cosa ha fatto in mia assenza, papà Vittorio bacia la piccolina e si dimentica perfino di salutarmi a dovere. Quando ormai sono quasi usciti, e la stanza è deserta, Luca rimane sulla porta.
“Luca, vieni qui”
Lui corre, mi abbraccia impetuosamente, mi fa male, ma io non sento niente. Scoppia a piangere, il mio ometto.
“Io lo sapevo che partorivi, mamma” singhiozza.
“Ti ho pensato tanto, tesoro” rispondo io.
Poi si asciuga le lacrime con la manica della camicia, e io non lo rimprovero. È un giorno speciale, uno strappo alla regola si potrà pur fare, no?
E così Molly è entrata a far parte della nostra tribù.

Nota un po’ meno sentimentale, più umoristica: quando stavo entrando in ascensore, al momento del ritorno a casa, c’eravamo io, i bambini, Vittorio e una ragazzina, sui tredici anni, con sua madre. La ragazzina mi guarda e fa: “Ma sono tutti tuoi?”. E io, gonfia di immeritato orgoglio: “Sì, tutti”. E lei: “Quattro figli e ne aspettate già un altro?”. Bella maniera per farmi notare come la mia pancia post-bebè non sia esattamente piatta.
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Gabry
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Messaggio da Gabry » ven nov 09, 2007 9:46 pm

io come vittorio non posso che piangere sommessamente.
:bacio: auguri a una bimba fortunata e alla sua famiglia meravigliosa
arancina

Messaggio da arancina » ven nov 09, 2007 9:50 pm

Mammamel ho le lacrime agli occhi!
mi fai venire voglia di non averle le mestruazioni a sto giro, cosi' ti raggiungo e faccio il quarto :sticazzi:
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marika
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Messaggio da marika » ven nov 09, 2007 9:50 pm

Piango. L'immagine di Luca che corre in lacrime fra le tue braccia mi è entrata nel cuore.
Benvenuta piccola Moira. Auguri Mel!
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