quando e quanto è giusto dire di no al gioco?

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Musci

Messaggio da Musci » mar ago 31, 2010 9:06 am

mammacri ha scritto:non una mamma esperta magari quello che dico non è corretto ma credo che i bimbi debbano capire che si siamo sempre pronti a rispondere alle loro richieste di gioco o altro però devono anche permetterci di fare altro

non ha magari un'amichetta o una cuginetta con cui poter giocare?
purtroppo no... c'era una bimba che la veniva a trovare spesso, ma ha smesso, perchè la differenza di età era molta (lei ne ha otto) e quindi non andavano tanto d'accordo


Musci

Messaggio da Musci » mar ago 31, 2010 9:16 am

Chloe83 ha scritto:Non lo so, io onestamente non mi pongo il problema, non mi impiccio quando fa da sè ma quando mi chiede di giocare con lei (ovviamente chiede a modo suo, ovviamente non è ancora un invito "strutturato", arriva lì col gioco in mano o chiama "mamma") ci gioco. Se devo fare qualcosa di irrimandabile cerco di far diventare un gioco quello che sto facendo. Io non credo in generale "all'abituare all'autonomia". O meglio, senz'altro un bimbo può abituarsi a fare da sè controvoglia, ma ci vedo dietro una sorta di forzatura che non mi va di attuare. Per me alla lunga paga di più la disponibilità, credo che un bambno sia più autonomo quanto più sa che in caso di "bisogno" (e riconosco al bisogno del gioco un'importanza pari agli altri) trova riscontro.
Il concetto del "dopo" ancora lo coglie solo in relazione al subito dopo, a un dopo immediato, e credo sia normale alla sua età.
Gwen ha scritto:Concordo.
Credo che per giocare da soli serenamente debbano volerlo di loro iniziativa.
Anche la nana appena rientro dal lavoro mi vuole tutta per sè e mi fa vedere tutti i giochi, e quello che ha fatto ecc.
anche avessi qualcosa da fare mollo tutto, perchè proprio non me la sentirei di non assecondare queste sue richieste, certo, lei ha pure momenti in cui vuol giocare sola ma nel 99% dei casi quanto meno vuole coinvolgere qualcuno, credo siano fasi, e forzare all'autonomia per me può essere solo controproducente.
guarda anche io cerco di far diventare un gioco tutto quello che devo fare, con lei appresso, ma lei vuole proprio giocare con le barbie, quindi si rifiuta di fare altri giochi. Il concetto del dopo, sono d'accordo con te, infatti quando le dico "dopo" lei si incazza se non vado subito, però credo che iniziare a farglielo capire sia una buona cosa... almeno per la mamma.... farle capire che la mamma c'è sempre ma arriva tra un pò... secondo me è una buona cosa, sempre che uno ci riesca eh
Gwen

Messaggio da Gwen » mar ago 31, 2010 9:21 am

Musci ha scritto:guarda anche io cerco di far diventare un gioco tutto quello che devo fare, con lei appresso, ma lei vuole proprio giocare con le barbie, quindi si rifiuta di fare altri giochi. Il concetto del dopo, sono d'accordo con te, infatti quando le dico "dopo" lei si incazza se non vado subito, però credo che iniziare a farglielo capire sia una buona cosa... almeno per la mamma.... farle capire che la mamma c'è sempre ma arriva tra un pò... secondo me è una buona cosa, sempre che uno ci riesca eh
Il concetto dell'attesa ci sta, però in questo frangente non riesco a vederne l'utilità, non quando la nana mi guarda con l'occhione speranzoso come se non ci potesse essere niente che la renderebbe più felice che giocare con me :cry:
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Messaggio da Sheireh » mar ago 31, 2010 9:26 am

Gwen ha scritto:forzare all'autonomia per me può essere solo controproducente.
Per me non è questione di forzare all'autonomia (su cui infatti non credo nemmeno io), è proprio il fatto che ritengo che un genitore abbia il diritto di ritagliarsi dei piccoli spazi propri in cui avere un minimo di tranquillità, per poter poi tornare "a pieno regime" ad essere giocoso.
E un figlio dovrebbe imparare che, come si cerca di essere sempre disponibili nei suoi confronti, ci sono alcuni piccoli momenti in cui la mamma e il papà preferiscono avere un momento di tranquillità per potersi "ricaricare".
Infatti io glielo spiego molto chiaramente.

Ogni genitore sentirà più o meno bisogno di questi spazi, più o meno lunghi.
E' una questione di equilibri famigliari, di equilibri di necessità.
Chloe83

Messaggio da Chloe83 » mar ago 31, 2010 9:27 am

Musci ha scritto:guarda anche io cerco di far diventare un gioco tutto quello che devo fare, con lei appresso, ma lei vuole proprio giocare con le barbie, quindi si rifiuta di fare altri giochi. Il concetto del dopo, sono d'accordo con te, infatti quando le dico "dopo" lei si incazza se non vado subito, però credo che iniziare a farglielo capire sia una buona cosa... almeno per la mamma.... farle capire che la mamma c'è sempre ma arriva tra un pò... secondo me è una buona cosa, sempre che uno ci riesca eh
Il fatto è che lo capirà comunque, ci sono davvero tanti "dopo" inevitabili da dire, dirgliene di comodi per me per farla imparare a me sembra inutile. In realtà è vero però che non mi viene proprio spontaneo farlo, che per me non rappresenta un problema.
ad esempio giocare con le barbie è una cosa che spero tanto che mi chieda di fare... strafigooo
Gwen

Messaggio da Gwen » mar ago 31, 2010 9:29 am

Sheireh ha scritto:Per me non è questione di forzare all'autonomia (su cui infatti non credo nemmeno io), è proprio il fatto che ritengo che un genitore abbia il diritto di ritagliarsi dei piccoli spazi propri in cui avere un minimo di tranquillità, per poter poi tornare "a pieno regime" ad essere giocoso.
E un figlio dovrebbe imparare che, come si cerca di essere sempre disponibili nei suoi confronti, ci sono alcuni piccoli momenti in cui la mamma e il papà preferiscono avere un momento di tranquillità per potersi "ricaricare".
Infatti io glielo spiego molto chiaramente.

Ogni genitore sentirà più o meno bisogno di questi spazi, più o meno lunghi.
E' una questione di equilibri famigliari, di equilibri di necessità.
Ma sì, ma che male si fa a ritagliarsi i propri spazi quando un figlio non è proprio in pieno momento di richiesta di attenzioni?
La nana è una che coinvolge molto eppure ci sta un momentino in cui sta per conto suo, io mi ricarico adattandomi a questi momenti, sarà una mia debolezza ma proprio non me la sento di dirle di no quando è in un momento di mammite acuta (in questo senso parlo di forzare, nel senso che rifiutarle una partecipazione vuol dire ridurla ad un'autonomia forzata, che lei in quel momento non vuole, e rischio pure di farle percepire che giocare soli è una cosa brutta, imposta).
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Messaggio da mammacri » mar ago 31, 2010 9:33 am

se la mamma è a casa con il piccolo secondo me abituarli a momenti di gioco da soli penso sia giusto ed importante per la loro autonomia, nel caso in cui la mamma lavora e vedi il piccolo il pomeriggio sera penso sia più che giusto dedicar del tempo a quello che desiderano loro dato che per tutto il giorno sono stati senza la mamma.
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Messaggio da Sheireh » mar ago 31, 2010 9:35 am

Gwen ha scritto:Ma sì, ma che male si fa a ritagliarsi i propri spazi quando un figlio non è proprio in pieno momento di richiesta di attenzioni?
La nana è una che coinvolge molto eppure ci sta un momentino in cui sta per conto suo, io mi ricarico adattandomi a questi momenti, sarà una mia debolezza ma proprio non me la sento di dirle di no quando è in un momento di mammite acuta (in questo senso parlo di forzare, nel senso che rifiutarle una partecipazione vuol dire ridurla ad un'autonomia forzata, che lei in quel momento non vuole, e rischio pure di farle percepire che giocare soli è una cosa brutta, imposta).
Io invece mi trovo qualche volta in cui ho proprio la necessità di staccare un attimo. Tipo appunto alla colazione, che faccio circa un'ora dopo che mi sveglia, in cui ho proprio bisogno di rilassarmi un momento, staccare il cervello e mangiarmi il mio dolcino e bermi il mio caffè.

In quell'istante ritengo la mia necessità di tranquillità più importante della sua mammite acuta, se le capita, perché se non riesco ad avere quell'attimo rimango nervosa nei suoi confronti e quindi rischio di "trattarla male" per tutta la mattina. Se invece mi ritaglio quei 3 minuti, sono sufficienti per passare una mattina più tranquilla e disponibile.
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