Intervenire o no?
Intervenire o no?
Mi rendo conto di avere un grandissimo difetto, quello di intervenire nelle questione dei bambini altrui, forse sono talmente tanto abituata a ribeccare di continuo i miei che poi mi viene naturale farlo anche con gli altri, pero' spesso mi accorgo , giustamente, di essere fulminata dallo sguardo delle madri, siano esse amiche, conoscenti o estranee. Mi capita ad esempio, quando un bimbo da una spinta o una sberla ad un altro, se la madre non interviene naturalmente, ci metto becco e lo rimprovero dicendo che cosi non si fa. Cosi come mi capita di trovarmi al parco e sentire bambini che dicono delle orrende parolacce, allora intervengo dicendogli che ci sono bimbi piccolini e che non e' il caso di usare certi termini..E' piu' forte di me, soprattutto sul discorso parolacce...A voi capita? Dovrei moderarmi vero?
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katialuca
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Gwen
Io non lo faccio.
Non lo faccio con figli di amici/parenti/conoscenti nè tanto meno con i figli di estranei al parco o cose simili.
Perchè penso onestamente che se qualcuno rimbeccasse la mia diventerei una bestia.
Perchè ok, lo so che ci sono bimbi che sono oggettivamente maleducati e irrispettosi in maniera terribile.
E anche genitori che non li riprendono.
Ma se non li riprendono molte volte è perchè (anche se è orrendo) non ritengono di dover intervenire quindi tu che vai a rimproverare il loro figlio potresti ottenere questo effetto:
- sminuisci la figura dei genitoi di fronte al figlio, loro non dicono nulla e tu sì quindi è come se li scavalcassi o li educassi diversamente da come loro ritengono di fare
- il figlio si destabilizza, di certo non impara a non fare quello che non deve fare se poi tanto a casa e altrove e in tutte le altre occasioni i genitori glielo lasciano fare ed in più possono reagire in maniera stizzita e pure aggressiva
- i genitori che ammettono di esser stati distratti sono pochi, alcuni come dicevo pensano di far bene a non intervenire (per loro dire le parolacce è una cosa da bambini se sono aggressivi con altri bimbi sono i bimbi a doversela vedere da soli, cose così), gli altri magari capiscono di essere in torto ma non te lo dicono e si stizziscono
- inoltre c'è pure il fattore delle altre persone, cioè tu potresti riprendere questi bimbi anche davanti ad altri così la cosa è doppiamente umiliante, per figli e genitori
quindi, se ci sono problemi che infastidiscono me o mia figlia io di solito la prendo e la porto via, oppure le dico "amore lo so che il bimbo ti ha fatto male ecc." sperando sempre che il genitore si riprenda, in casi estremi protesto col genitore ma al bambino non mi rivolgo.
Perchè magari se questo fosse il principio allora anche altri potrebbero rimbeccare la mia per cose che io non ritengo essere rilevanti, e non accetterei mai, ad esempio, che qualcuno venisse a dire a mia figlia di non fare casino perchè disturba se magari gioca in maniera assolutamente tranquilla e poco rumorosa (appunto perchè i canoni e il buon senso sono soggettivi).
Non lo faccio con figli di amici/parenti/conoscenti nè tanto meno con i figli di estranei al parco o cose simili.
Perchè penso onestamente che se qualcuno rimbeccasse la mia diventerei una bestia.
Perchè ok, lo so che ci sono bimbi che sono oggettivamente maleducati e irrispettosi in maniera terribile.
E anche genitori che non li riprendono.
Ma se non li riprendono molte volte è perchè (anche se è orrendo) non ritengono di dover intervenire quindi tu che vai a rimproverare il loro figlio potresti ottenere questo effetto:
- sminuisci la figura dei genitoi di fronte al figlio, loro non dicono nulla e tu sì quindi è come se li scavalcassi o li educassi diversamente da come loro ritengono di fare
- il figlio si destabilizza, di certo non impara a non fare quello che non deve fare se poi tanto a casa e altrove e in tutte le altre occasioni i genitori glielo lasciano fare ed in più possono reagire in maniera stizzita e pure aggressiva
- i genitori che ammettono di esser stati distratti sono pochi, alcuni come dicevo pensano di far bene a non intervenire (per loro dire le parolacce è una cosa da bambini se sono aggressivi con altri bimbi sono i bimbi a doversela vedere da soli, cose così), gli altri magari capiscono di essere in torto ma non te lo dicono e si stizziscono
- inoltre c'è pure il fattore delle altre persone, cioè tu potresti riprendere questi bimbi anche davanti ad altri così la cosa è doppiamente umiliante, per figli e genitori
quindi, se ci sono problemi che infastidiscono me o mia figlia io di solito la prendo e la porto via, oppure le dico "amore lo so che il bimbo ti ha fatto male ecc." sperando sempre che il genitore si riprenda, in casi estremi protesto col genitore ma al bambino non mi rivolgo.
Perchè magari se questo fosse il principio allora anche altri potrebbero rimbeccare la mia per cose che io non ritengo essere rilevanti, e non accetterei mai, ad esempio, che qualcuno venisse a dire a mia figlia di non fare casino perchè disturba se magari gioca in maniera assolutamente tranquilla e poco rumorosa (appunto perchè i canoni e il buon senso sono soggettivi).
secondo me fai bene...spesso anche io intervengo..
tempo fa , uno psicoterapeuta infantile, ad un incontro sulla genitorialità, ci spiegò che ai giorni nostri si è persa un pò la condivisione della "responsabilità sociale"...
cioè, una volta contribuivano ad educare i figli anche le persone intorno ai genitori, che ne facevano le veci. Ovvero, parenti, cugini, amici di famiglia...I valori erano condivisi da tutti, ed i genitori apprezzavano chi interveniva per farli rispettare al loro posto, in caso di assenza (pensa alle famiglie patriarcali..)
Oggi invece spesso i genitori si irritano se qualcuno fa un'osservazione ai propri figli, perchè è come se mettesse in dubbio la loro capacità di essere genitori. Perchè si sentono in colpa visto che passano poco tempo coi figli e spesso gliene danno vinte tante, troppe. Quindi i "valori" comuni sono molto cambiati, da famiglia a famiglia.
Ci spiegava che , secondo lui, se le cose tornassero come ai vecchi tempi, non ci sarebbe bullismo, o vandalismo, o delinquenza minorile..o almeno non così tanta.
Bè...in effetti è vero, secondo me..
Ci ho riflettuto ed è vero, se qualcuno sgrida mio figlio mi sento tirata in causa come genitore, ma adesso so che è un bene, sia per me che per lui...
tempo fa , uno psicoterapeuta infantile, ad un incontro sulla genitorialità, ci spiegò che ai giorni nostri si è persa un pò la condivisione della "responsabilità sociale"...
cioè, una volta contribuivano ad educare i figli anche le persone intorno ai genitori, che ne facevano le veci. Ovvero, parenti, cugini, amici di famiglia...I valori erano condivisi da tutti, ed i genitori apprezzavano chi interveniva per farli rispettare al loro posto, in caso di assenza (pensa alle famiglie patriarcali..)
Oggi invece spesso i genitori si irritano se qualcuno fa un'osservazione ai propri figli, perchè è come se mettesse in dubbio la loro capacità di essere genitori. Perchè si sentono in colpa visto che passano poco tempo coi figli e spesso gliene danno vinte tante, troppe. Quindi i "valori" comuni sono molto cambiati, da famiglia a famiglia.
Ci spiegava che , secondo lui, se le cose tornassero come ai vecchi tempi, non ci sarebbe bullismo, o vandalismo, o delinquenza minorile..o almeno non così tanta.
Bè...in effetti è vero, secondo me..
Ci ho riflettuto ed è vero, se qualcuno sgrida mio figlio mi sento tirata in causa come genitore, ma adesso so che è un bene, sia per me che per lui...
Che dire, io a volte intervengo, a volte no. Intervengo quando ci sono mamme che se ne fregano che i figli stiano malmenando o spingendo; lascio perdere sulla questione parolacce perchè tanto non servirebbe a nulla, mi limito ad allontanarmi con mio figlio. Come in ogni cosa bisognerebbe trovare un giusto equilibrio.
Ad esempio mi capita spesso di intervenire tra mio figlio di 3 anni e la cugina di 6, quando vedo che la cugina fa dei dispetti odiosi per un bimbo così piccolo. Ma siccome so che mia cognata è permalosa intervengo in modo molto delicato, cercando di non offendere la sua sensibilità, sia della bimba che della mamma (santa pazienza); DIPENDE INSOMMA DALLE CIRcostanze, ma in linea di massima INTERVENIRE SI!
Ad esempio mi capita spesso di intervenire tra mio figlio di 3 anni e la cugina di 6, quando vedo che la cugina fa dei dispetti odiosi per un bimbo così piccolo. Ma siccome so che mia cognata è permalosa intervengo in modo molto delicato, cercando di non offendere la sua sensibilità, sia della bimba che della mamma (santa pazienza); DIPENDE INSOMMA DALLE CIRcostanze, ma in linea di massima INTERVENIRE SI!
STEFYNA77 ha scritto:secondo me fai bene...spesso anche io intervengo..
tempo fa , uno psicoterapeuta infantile, ad un incontro sulla genitorialità, ci spiegò che ai giorni nostri si è persa un pò la condivisione della "responsabilità sociale"...
cioè, una volta contribuivano ad educare i figli anche le persone intorno ai genitori, che ne facevano le veci. Ovvero, parenti, cugini, amici di famiglia...I valori erano condivisi da tutti, ed i genitori apprezzavano chi interveniva per farli rispettare al loro posto, in caso di assenza (pensa alle famiglie patriarcali..)
Oggi invece spesso i genitori si irritano se qualcuno fa un'osservazione ai propri figli, perchè è come se mettesse in dubbio la loro capacità di essere genitori. Perchè si sentono in colpa visto che passano poco tempo coi figli e spesso gliene danno vinte tante, troppe. Quindi i "valori" comuni sono molto cambiati, da famiglia a famiglia.
Ci spiegava che , secondo lui, se le cose tornassero come ai vecchi tempi, non ci sarebbe bullismo, o vandalismo, o delinquenza minorile..o almeno non così tanta.
Bè...in effetti è vero, secondo me..
Ci ho riflettuto ed è vero, se qualcuno sgrida mio figlio mi sento tirata in causa come genitore, ma adesso so che è un bene, sia per me che per lui...
stavo riflettendo sulle motivazioni di Gwen poi ho letto il tuo intervento e lo trovo veramente pieno di spunti
anch'io come Sharazade intervengo la dove la mamma fa finta di nulla, ma forse mi viene spontaneo piu' per una forma di difesa verso la vittima della "violenza" che per la voglia di sminuire il poter del genitore o umiliare il bambino
