Quando mi vieni a prendere?

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Cosetta
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Messaggio da Cosetta » sab mag 22, 2010 8:37 am

Paola M. ha scritto:Ma infatti NON esiste una mamma che abbia fatto queste dichiarazioni per cui è riconducibile ad UN bambino, e Ligabue NON ha nemmeno dichiarato che volesse fare la telecronaca di QUEL fatto, ha semplicemente detto che 2 fattori hannos catenato questa canzone, la morte del figlio e quel fatto di sangue.

Io non riesco a capire come non si possa concepire il "pretesto letterario", che è il motore di millanta poesie, racconti, e canzoni. Lui prende un fatto di cronaca, non è che si mette a fare la telecronaca, non è detto che sia nemmeno andata così, magari la maestra manco è morta, è solo, appunto, un pretesto letterario per parlare d'altro, di sé dei propri dolori e di quello che immagina lui, che un ipotetico bambino sgarbato dalla mamma e dalla maestre può pensare dell'UOMO NERO.

L'UOMO NERO è uno dei tanti mostri che popolano la mente dei bambini e lui ha provato a far "incontrare" l'uomo nero ad uno di questi bambini, ma poteva anche trattarsi di un caso di pedofilia o poteva anche essere il caso dei bambini maltrattati dalle maestre all'asilo, il ragionamento si stacca dalla realtà delle cose, tant'è che manco esiste forse l'uomo nero in belgio, ma esiste nella mente dell'autore insieme all'altro suo mostro della perdita del figlio.

Ora, la canzone può fare schifo, Ligabue può fare pietà, ma non si può fare un processo alle intenzioni credendo che esista unamamma, quella mamma che in belgio ha dato per forza la colazione al figlio e lui non la voleva e che quel bambino si chiami pinco pallino.

Esisteono dei dolori e li ha raccontati prendendo degli spunti, poi che possano NOn piacere è LEGITTIMISSIMO ma che qualcuno si identifichi è puramente occasionale come nei film che raccontano delle stesse storie o di altre e che partono dalla cronaca.
ecco questo non l'avevo capito, io avevo capito che raccontava proprio quel fatto, magari ispirandosi a dichiarazioni e racconti fatti da quella madre.


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Lelia
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Messaggio da Lelia » sab mag 22, 2010 9:15 am

Sì Paola, ma se Ligabue stesso ha dichiarato di essersi ispirato a quel fatto, a me pare più che sufficiente. Neanche Povia nella sua canzone nomina esplicitamente Eluana, ma non mi pare che ce ne sia bisogno.
Cmq hai ragione, non comprendo assolutamente come si possa prendere un fatto di cronaca che ha distrutto un'altra famiglia come "pretesto letterario". Lo trovo meschino, che ti devo dire?
Poi sì, trovo anche decisamente brutto il testo della canzone (ho solo letto il testo, non ho sentito la canzone), ma questo rientra nei gusti personali ed esula dal discorso.
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Messaggio da Saosina » sab mag 22, 2010 10:35 am

Lelia ha scritto:Sì Paola, ma se Ligabue stesso ha dichiarato di essersi ispirato a quel fatto, a me pare più che sufficiente. Neanche Povia nella sua canzone nomina esplicitamente Eluana, ma non mi pare che ce ne sia bisogno.
Cmq hai ragione, non comprendo assolutamente come si possa prendere un fatto di cronaca che ha distrutto un'altra famiglia come "pretesto letterario". Lo trovo meschino, che ti devo dire?
Quoto.
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Messaggio da Paola » sab mag 22, 2010 3:28 pm

Lelia ha scritto:Sì Paola, ma se Ligabue stesso ha dichiarato di essersi ispirato a quel fatto, a me pare più che sufficiente. Neanche Povia nella sua canzone nomina esplicitamente Eluana, ma non mi pare che ce ne sia bisogno.
Cmq hai ragione, non comprendo assolutamente come si possa prendere un fatto di cronaca che ha distrutto un'altra famiglia come "pretesto letterario". Lo trovo meschino, che ti devo dire?
Poi sì, trovo anche decisamente brutto il testo della canzone (ho solo letto il testo, non ho sentito la canzone), ma questo rientra nei gusti personali ed esula dal discorso.
Però così facendo lelia non ci sarebbero stati tutti i libri più belli dell'olocausto, niente film sulla mafia, spazzata via tutta la letteratura gialla (che spesso e volentieri parte da fatti di cronaca), nessun film sull'attualità ma nemmeno alcuni racconti introspettivi che partono da un episodio noto per indagare le pieghe dell'anima.
Per di più, se tutto quello che ho citato spesso e volentieri ha la pretesa di fare UNA RICOSTRUZIONE dell'accaduto, Ligabue NO, ha esplicitamente dichiarato che sta parlando di mostri che popolano le menti, e in questo caso le menti dei bambini e le menti dei genitori.

Io, che sono notoriamente popolata ad esempio, avevo abolito tutte le fiabe con "l'uomo nero" (dal lupo all'orco) perché nella mia infanzia hanno segnato davvero le paure più grosse, chi mi conosce lo sa che a Jacopo per esorcizzarle facevo paura con le formiche (e le mosche), un po' per ridere un po' per limitare a qualcosa di tangibile, indifeso e infintamente piccolo quello per cui avere paura.

Recentemente, con la questione della pedofilia nelle scuole e nella chiesa ho ritirato fuori le fiabe, ma devo dare a quel lupo o a quell'orco per forza quella dimensione di "sconosciuto" che mi fa ancora paura oggi.

Ecco, la prima volta che ho sentito la canzone di Ligabue, quando fa pensare al bambino: allora è questo l'uomo nero ed è qui perché io non mi sono comportato bene, ho di nuovo messo sotto chiave pinocchio & co. (di cui per altro, mio figlio che è popolatissimo come me, ha paura) per rimettere su il mio pirinnicolo (che è una pippi calzelunghe nostrana) che più combina guai e più disubbidisce più si diverte e basta.

Poi, potrei fare altre mille riflessioni su questa canzone, che esulano proprio dal fatto di cronaca, che per me ha valore ZERO, ma sono percorsi personali che insorgono ogni volta che una di noi si incontra/scontra con un "prodotto letterario o musicale" che le smuove sentimenti.

Io, potendo, andrei a dare un calcio in culo a Carducci per Pianto Antico, che ogni volta che penso ai miei cari morti e messi sotto terra non riesco a non maledire l'ultima quartina.
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Messaggio da Paola » sab mag 22, 2010 3:39 pm

Cos73 ha scritto:ecco questo non l'avevo capito, io avevo capito che raccontava proprio quel fatto, magari ispirandosi a dichiarazioni e racconti fatti da quella madre.

Quel fatto è identico ad altri fatti di folli che sparano nelle scuole.
Un genitore manda il figlio a scuola credendo di mandarlo in un posto sicuro, se per dirti l'avesse mandato da solo su un aereo per raggiungere il padre dall'altra parte del globo magari sarebbe stato in apprensione e non l'avrebbe sgarbato prima di lasciarlo. Invece, lo manda a scuola e CREDE di mandarlo in un luogo protetto, tanto che si permette anche di salutarlo "sgarbatamente".
Io spesso ho pensato a quelle madri del nido delle violenze, chissà quante volte quei bambini avranno fatto storie per NON mangiare, storie per NON entrare nel seggiolone ed essere legati, storie per NON andare a scuola.

Chissà quanti cazziatoni si saranno presi, quante psicologhe avrebbero detto che è colpa del lettone, dell'offrirgli troppe possibilità, del non saper essere fermi e decisi.

Se qualcuno OGGI prendesse quel pretesto letterario per raccontare di come sia meglio a volte ascoltare i bambini che pretendere di cambiarli io ne sarei felicissima.
Jersey

Messaggio da Jersey » lun mag 24, 2010 10:02 am

Paola M. ha scritto: Se qualcuno OGGI prendesse quel pretesto letterario per raccontare di come sia meglio a volte ascoltare i bambini che pretendere di cambiarli io ne sarei felicissima.
Quoto all'ennesima potenza!

Io credo che molto spesso si ascolti di più quello che dice una canzone piuttosto che quello che dice la propria coscienza, quindi ben vengano queste canzoni che ti scuotono!
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Messaggio da Lelia » lun mag 24, 2010 10:08 am

Paola M. ha scritto:Però così facendo lelia non ci sarebbero stati tutti i libri più belli dell'olocausto, niente film sulla mafia, spazzata via tutta la letteratura gialla (che spesso e volentieri parte da fatti di cronaca), nessun film sull'attualità ma nemmeno alcuni racconti introspettivi che partono da un episodio noto per indagare le pieghe dell'anima.
Fai più o meno lo stesso discorso che faceva prima Lav su Bloody Sunday e gli U2. Per me c'è differenza tra tragedia collettiva (Bloody Sunday, olocausto, Tien An Men, quello che si vuole) e tragedia di una persona, di una famiglia, facilissimamente identificabile.
Uno è liberissimo di ispirarsi a quello che vuole, ma a me piace di più quando il riferimento non è spudorato.
Poi ripeto, non nego assolutamente il valore delle riflessioni personali, che possono scaturire da qualsiasi cosa.
La canzone per me resta di pessimo gusto, oltre che brutta in sé e per sé a livello di testo. Non sono mai stata una fan di Ligabue ma fino ad ora lo stimavo come artista, per me questa è una notevolissima caduta di stile che ai miei occhi lo pone esattamente sullo stesso piano di Povia e della sua immonda canzone ispirata al caso Englaro.
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