il senso di inadeguatezza

Il luogo del pensiero, dell'approfondimento, della discussione; società, politica, religione e tanto altro su cui riflettere, un occhio critico sul mondo che ci circonda.
Avatar utente
nanà
Ambasciatore
Ambasciatore
Messaggi: 7357
Iscritto il: dom dic 07, 2008 4:35 pm

Messaggio da nanà » mar apr 27, 2010 2:06 pm

mi unisco a voi..quel senso di inadeguatezza che mi rende la vita un pò piu difficile causa il mio passato...
per fortuna l'unica cosa di cui vado fiera è l'essere una mamma discreta diciamo...voglio fare tutto quello che è umanamente possibile per il bene di mio figlio...cosa che io a mia volta non ho percepito da uno dei miei genitori e che mi ha provocato delle tristi conseguenze nella vita sociale.


Avatar utente
Enza 52
Ambasciatore
Ambasciatore
Messaggi: 2141
Iscritto il: ven feb 06, 2009 7:32 pm

Messaggio da Enza 52 » mer apr 28, 2010 10:10 pm

Dr.DiRienzo ha scritto:Gentile Enza,
il senso di autoaccettazione personale è in larga misura correlato con l’accettazione che da piccoli ci è stata riservata dai familiari e dalle persone a noi più vicine. Tale accettazione si ripercuote inevitabilmente sul senso di autostima che ognuno di noi ha di sé.
Autostima vuol dire anche capacità di affermarsi, di sostenere i propri diritti, di percepire se stessi come adeguati ed “efficaci”, ossia all’altezza delle situazioni e dipendenti solo in modo “relativo” dal giudizio degli altri. E’ ovvio come tutto ciò possa essere raggiunto con un preciso lavoro psicologico che, individuate le aree psicologiche meno “forti”, sappia impostare un sano meccanismo terapeutico di “potenziamento” dei punti più vulnerabili.
Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad uno/una terapeuta cognitivo-comportamentale che, in pochi mesi, la possa aiutare a sviluppare quelle “certezze” utili per una completa realizzazione psicologica.
Sono convinto che potrà fare un buon lavoro. Mi faccia sapere.
Cordiali Saluti
Fernando Di Rienzo
Dott. Di Rienzo, la ringrazio molto per l'attenzione che mi ha prestato.
purtroppo questo accade ad un'altissima percentuale di donne della mia generazione (classe 52).
all'epoca un bambino non aveva esigenze se non di cibo e vestiario, per la mia generazione che poi ha cercato di cambiare le cose, il passato ha dato ancora più sofferenza perché ci si è confrontate con un presente diverso.
resto ancora timorosa di un incontro con un terapeuta, non perché non ami mettermi in discussione, ma perché temo mi crei ancora più interrogativi di quanti già non me ne ponga io stessa.
Comunque, farò tesoro del suo consiglio e cercherò di convincermi del fatto che stare bene non ha età.
la ringrazio ancora tanto,
enza
Rispondi