Quand'è che un figlio diventa indipendente?

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Cosetta
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Messaggio da Cosetta » lun mar 29, 2010 1:29 pm

veruz ha scritto:io sono d'accordissimo sul discorso indipendenza economica e non vincolata al matrimonio ma mi viene il dubbio che i genitori se le inventino tutte per giustificare al mondo l'aiuto che sentono di dover dare ai figli che percepiscono, o realmente sono, maggiormente in difficoltà.. magari così facendo peggiorano anche la situazione o non a iutano a svincolarsi ma...mi fanno un pò tenerezza.
e lo dice una primogenita iper responsabilizzata che quindi sta "dall'altra parte", con 2 fratelli...

ecco questa è una riflessione interessante.
Io come te Gwen penso che un figlio lo aiuti SEMPRE e punto, ma penso che in questo che dice Veruz ci sia del vero e anzi, vado oltre: penso che spesso sia proprio un modo per tenerli legati i figli (e al contrario un modo per "punire" l'indipendenza dell'altro).
I mii non hanno fatto differenze e anche quando abitavo lontana, sposata, indipendente, volevano (mia madre in particolare) darmi aiuti anche economici, comprare delle cose per me o la casa ad esempio.


losbanos

Messaggio da losbanos » lun mar 29, 2010 1:30 pm

Gwen ha scritto: Quanto al discorso affettivo per me è rischioso pensare che uno dei due figli possa avere più bisogno dell'altro di coccole, ecc.
Assolutamente no! I figli sono diversi e chi dice che sono uguali racconta solo baggianate. Hanno esigenze diversi sia per quanto riguarda i bisogni primari che per il gioco, le coccole, il parlare, tutto!
Una mamma che ha più di un figlio lo sa, da a ognuno dei suoi figli quello che ha bisogno in quel momento. Sarebbe impensabile distribuire il proprio tempo come se fosse una questione economica. Si amano tutti di un amore unico, importante, viscerale, totale... ma questo non c'entra con la suddivisione di quanto sopra.
losbanos

Messaggio da losbanos » lun mar 29, 2010 1:32 pm

Chloe83 ha scritto:Ma i realtà è così. Ci sono figli che hanno più bisogno di coccole, figli che hanno più bisogno di giocare assieme, figli che vogliono parlare di più, figli che vogliono starsene di più per i fatti propri... non avranno tutte le stesse cose nella stessa quantità. Avranno tutti la stessa attenzione alle loro esigenze. Questa per me è equità.
Sto continuando nella lettura, questo è quello che ho scritto, ma detto meglio!
Teresa
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Messaggio da Teresa » lun mar 29, 2010 1:48 pm

io penso che un po' ci condizioni anche il nostro vissuto.

Io sono prima di tre fratelli.

Rispetto all'ultimo ho 14 anni di differenza.

Se anche i miei genitori vivessero cent'anni io avro' goduto della loro presenza, del loro supporto morale ed economico per ben 14 anni in piu' rispetto a mio fratello.

Questo mi pone in una condizione di "obbligo" nei suoi riguardi tant'e' che quelle volte che si ipotizzano divisioni di beni io sono sempre a dire che lui "deve avere in piu' rispetto a noi.

Faccio un altro esempio.
Noi lavoriamo in un azienda di famiglia.
Io e mio fratello, l'altro, siamo coetanei.
Abbiamo la stessa esperienza, le stesse (piu' o meno) competenze.

Sarebbe giusto avere lo stesso stipendio, se fossimo altrove.
Ma siamo in una famiglia e parto dal presupposto che in casa mia entrano due stipendi (il mio e quello di mio marito).
In casa sua entra solo il suo.

MI sembra giusto che lui percepisca di piu'.

E' un giusto relativo, deciso da mio padre e per me piu' che comprensibile.
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Messaggio da veruz » lun mar 29, 2010 1:52 pm

Gwen ha scritto:eh ma come potrebbe essere diversa?
Secondo me ci sono dati oggettivi in certe situazioni, perchè di fatto l'aiuto da una parte c'è e dall'altro no (parlo in generale).

Comunque è proprio la persona che sta zitta e si rimbocca le maniche a rimetterci, chi invece si lamenta pur sperperando è il "poverino" della situazione.
non lo so, io parto dal presupposto che la realtà in quanto tale non esista se non come negoziazione di significati. cioè: non esistono dati oggettivi in quanto tali se parliamo di cose umane, relazioni etc.. ognuno di noi partecipa alla costruzione della "realtà" attraverso il proprio personalissimo modo di vedere e vivere la cosa quindi la narrazione diventa parte della realtà stessa. Ma mio fratello potrebbe parlartio di questa storia da un'altra prospettiva e raccontare del senso di esclusione vissuto da parte del padre a causa della prsenza forte di sua madre(che poraccia magari voleva solo compensare..) e mia sorella potrebbe narrare dell'ingiustizia subita con i continui paragoni fatti con me..per esempio..
io la vedo come una questione di prospettiva e di giustizia relativissima. in special modo trattando di questioni esterne a noi di cui abbiamo solo dati parziali e una visione riportata da una parte in causa
Cos73 ha scritto: e anzi, vado oltre: penso che spesso sia proprio un modo per tenerli legati i figli (e al contrario un modo per "punire" l'indipendenza dell'altro).
.
c'è sicuramente anche questo...ma non so quanto consapevolmente. e poi c'è da dire che entrano in gioco anche i figli e il loro atteggiamento., la loro reazione a sto punto perchè si tratta sempre di qualcosa di "costruito" insieme o per lo meno di mantenuto tale nel tempo

quasi quasi potremmo cambiare il titolo in "quando un genitore diventa indipendente"?? :cisssss:
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Messaggio da Cosetta » lun mar 29, 2010 2:00 pm

veruz ha scritto:non lo so, io parto dal presupposto che la realtà in quanto tale non esista se non come negoziazione di significati. cioè: non esistono dati oggettivi in quanto tali se parliamo di cose umane, relazioni etc.. ognuno di noi partecipa alla costruzione della "realtà" attraverso il proprio personalissimo modo di vedere e vivere la cosa quindi la narrazione diventa parte della realtà stessa. Ma mio fratello potrebbe parlartio di questa storia da un'altra prospettiva e raccontare del senso di esclusione vissuto da parte del padre a causa della prsenza forte di sua madre(che poraccia magari voleva solo compensare..) e mia sorella potrebbe narrare dell'ingiustizia subita con i continui paragoni fatti con me..per esempio..
io la vedo come una questione di prospettiva e di giustizia relativissima. in special modo trattando di questioni esterne a noi di cui abbiamo solo dati parziali e una visione riportata da una parte in causa
non posso che riquotare, infatti le stesse cose raccontate dalle diverse pati in causa assumono sfumature differentissime (e non solo sfumature perché uno si ricorda un episodio, l'altro un altro, ognuno poi li vive e rielabora a modo suo)... l'oggettivo è qualcosa di raro in queste situazioni.
Teresa
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Messaggio da Teresa » lun mar 29, 2010 2:02 pm

veruz ha scritto:quasi quasi potremmo cambiare il titolo in "quando un genitore diventa indipendente"?? :cisssss:
questo spunto lo trovo meraviglioso.


per quello che riguarda me, io sono una fan accanita della dipendenza.
Adoro i legami stretti, condizionanti.
Quei legami mi rendono forte e per questo, paradossalmente, per molti versi, libera.

Almeno libera dalle paure e dai sospetti.
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Messaggio da veruz » lun mar 29, 2010 2:08 pm

io ho sofferto tanto nella mia vita di figlia per quelle che ho vissuto come ingiustizie(e non che non lo fossero eh...) poi è arrivato Giovanni e mi sto quotidianamente illuminando su molte cose ma con la pancia e non solo con la testa, come cercavo di fare prima quindi:
ho cominciato a risparmiare qualche soldino per il mio piccolo e salutato per ora l'analista che nel frattempo si era fatta la piscina

poi però l'ho chiamata per assicurarmi un posticino,sammai che a me torni il buio e a lei l'esigenza di cambiar casa ops villa!! :occhiodibue:
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