«Perduto amore»

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Vavi
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Messaggio da Vavi » ven mar 12, 2010 7:22 am

Titty abbracciamoci come sappiamo fare , cioe' incastrando il tettame!!!!


Giulia1970
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Messaggio da Giulia1970 » ven mar 12, 2010 10:51 am

leggo tutto, non riesco a dire niente
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Titty
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Messaggio da Titty » ven mar 12, 2010 11:03 am

Bru ha scritto: :cry: Povera donna...



Titty un abbraccio...
Polly ha scritto:anche per me è lo stesso.

Abbraccio poi forte forte sia viola che mamititty!!
pepita1986 ha scritto:purtroppo ti posso capire e ti abbraccio:nani:
grazie ancora ragazze.... :bacio:
vavi ha scritto:Titty abbracciamoci come sappiamo fare , cioe' incastrando il tettame!!!!
....a te ti stritolo altro che!!!!:nani:
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Scrj
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Messaggio da Scrj » sab mar 13, 2010 3:04 pm

evelina73 ha scritto:Lavorando nel giornale che esce dove viveva Vito, avendo vissuto la notizia un pochino più da vicino, oggi sono rimasta in silenzio a leggere.

«Perduto amore»
editoriale di Massimo Gramellini oggi su La Stampa.

A un anno e mezzo dalla morte del figlio Vito, ucciso dal crollo del soffitto del liceo Darwin di Rivoli, la signora Cinzia ha ingerito un tubetto di pillole nel tentativo di raggiungerlo. E’stata salvata dalla lavanda gastrica, e dall’altra figlia che l’ha trovata riversa sul letto come se dormisse. Gli stoici dicevano che il dolore è un’inadeguatezza alla situazione ed effettivamente è così. Siamo inadeguati a reggere l’evento più innaturale che esista: la morte di un figlio, che è morire in due rimanendo vivi, e rimanendolo in mezzo ad altre persone che soffriranno con noi solo per un po’ - gli amici, il parentado - oppure per sempre, ma in modo diverso. Mi riferisco ai figli sopravvissuti, che si ritrovano senza un fratello e orfani di genitori che non saranno mai più quelli di prima. Anche chi è assolutamente convinto che la vita abbia un senso ammutolisce di fronte al dolore di una madre o di un padre. E non può non interrogarsi sulla potenza selvaggia di quel legame di carne che ogni giorno, giustamente, viene messo in discussione dai conflitti generazionali. Tutti, almeno una volta, abbiamo pensato che i nostri genitori non ci amassero. Ma il gesto della signora Cinzia serve a ricordarci che il senso della vita è proprio lì, in quel legame fra chi crea e viene creato. In quell’amore assoluto che dà senza chiedere. Nel libro «Una madre lo sa» di Concita De Gregorio, un’ostetrica racconta che, appena nasce un bambino, le persone in attesa fuori dalla sala-parto le chiedono subito come sta il figlio. Solo una chiede prima come sta la mamma. Sua mamma.
Stamattina mi è venuto in mente questo 3d.
purtroppo io e mio marito abbiamo problemi e per poter aver un figlio dovremmo ricorrere a terapie, e la battuta finale sarà la fecondazione in vitro.
Solo una persona ha nutrito dubbi e non sui costi, ma su quello che potrebbe comportare per me il bombardamento ormonale a cui dovrò sottopormi, che mi ha detto "a me non importa che voi vogliate un figlio a tutti i costi...non voglio che tu stia male, che ti possano aumentare i mal di testa, io voglio vederti stare bene..." : mia madre.
L'unica che ha pensato a me e non al risultato.
Mia madre...
nene70
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Messaggio da nene70 » sab mar 13, 2010 3:09 pm

nn si smette mai di essere madri..
è che a volte questi dolori,che sono innaturali e ingiusti, ottenebrano la mente e il cuore...

mia nonna ha perso un figlio di 36 anni, ne aveva ancora 9,ma è sempre a lui che andavano pensieri e lacrime..

nn si dovrebbe mai sopravvivere ai propri figli..
Becky
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Messaggio da Becky » dom mar 14, 2010 11:18 am

evelina73 ha scritto:Lavorando nel giornale che esce dove viveva Vito, avendo vissuto la notizia un pochino più da vicino, oggi sono rimasta in silenzio a leggere.

«Perduto amore»
editoriale di Massimo Gramellini oggi su La Stampa.

A un anno e mezzo dalla morte del figlio Vito, ucciso dal crollo del soffitto del liceo Darwin di Rivoli, la signora Cinzia ha ingerito un tubetto di pillole nel tentativo di raggiungerlo. E’stata salvata dalla lavanda gastrica, e dall’altra figlia che l’ha trovata riversa sul letto come se dormisse. Gli stoici dicevano che il dolore è un’inadeguatezza alla situazione ed effettivamente è così. Siamo inadeguati a reggere l’evento più innaturale che esista: la morte di un figlio, che è morire in due rimanendo vivi, e rimanendolo in mezzo ad altre persone che soffriranno con noi solo per un po’ - gli amici, il parentado - oppure per sempre, ma in modo diverso. Mi riferisco ai figli sopravvissuti, che si ritrovano senza un fratello e orfani di genitori che non saranno mai più quelli di prima. Anche chi è assolutamente convinto che la vita abbia un senso ammutolisce di fronte al dolore di una madre o di un padre. E non può non interrogarsi sulla potenza selvaggia di quel legame di carne che ogni giorno, giustamente, viene messo in discussione dai conflitti generazionali. Tutti, almeno una volta, abbiamo pensato che i nostri genitori non ci amassero. Ma il gesto della signora Cinzia serve a ricordarci che il senso della vita è proprio lì, in quel legame fra chi crea e viene creato. In quell’amore assoluto che dà senza chiedere. Nel libro «Una madre lo sa» di Concita De Gregorio, un’ostetrica racconta che, appena nasce un bambino, le persone in attesa fuori dalla sala-parto le chiedono subito come sta il figlio. Solo una chiede prima come sta la mamma. Sua mamma.
questa frase è da brividi. :cry:

povera donna,che strazio che dev'essere.qualche anno fa è morto un mio amico tornando da scuola,la madre da allora non vive più e mi si spezza il cuore ogni volta che la vedo.

sono tragedie.
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