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asolina

Messaggio da asolina » lun feb 22, 2010 3:56 pm

...dilaniano il cuore.....e si comincia una specie di sopravvivenza..........sopravvivenza....


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Palli
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Messaggio da Palli » lun feb 22, 2010 4:40 pm

Io ho vissuto la malattia di mia madre e con essa è arrivata la consapevolezza reale e tangibile della sua mortalità. Mi spiego meglio: prima non credo di aver mai pensato alla possibilità che lei o il babbo potessero morire. Dopo che l'ho vista sull'orlo del baratro e poi fortunatamente tornare indietro ho acquisito la consapevolezza che mamma non è eterna e forse, paradossalmente, da allora il nostro rapporto è anche migliorato nel senso che ho cercato di placare il mio eterno conflitto con lei.

Ho sperimentato solo l'inizio dell'intensità di quel dolore, so che sarà dilaniante perchè una parte di me inesorabilemnte se ne andrà con lei o con il babbo quando sarà, ma credo che sia nell'ordine naturale delle cose sopravvivere ai propri genitori. Per questo so che alla loro morte potrei sopravvivere.

Ma quella di un figlio è per definizione innaturale, credo che nessun genitore possa superarla, può solo lasciarsi sopravvivere e aspettare, se crede, di rivedere suo figlio Lassù. Ma non è più vivere...

Quanto a mio marito non lo so, credo che l'intensità del dolore possa avvicinarsi molto a quello che proverei per un figlio perchè lui è il mio compagno di vita, è la mia metà della mela, è soprattutto il padre di mio figlio. E io mi vedo solo al suo fianco a veder crescere Samuele.
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