Insegnare a gestire le frustrazioni
Insegnare a gestire le frustrazioni
Dopo gli ultimi bellissimi post di questa sezione, mi ronza in testa questa domanda.
Come si può insegnare ai figli a gestire le inevitabili frustrazioni della vita?
Parlo da mamma di treenne.
Io come impostazione educativa "riciclo" quella utilizzata su di me dai miei genitori: massima valorizzazione di ciò che Sofia fa di bello, consolazione se non le riesce.
Ma il problema che poi ho incontrato io è stato che il mondo esterno non funzionava così. Quindi grandi crisi per i brutti voti o se non ero apprezzata dagli altri.
Cioè mi aspettavo di essere accolta con grandi applausi dal resto del mondo, e ci ho lasciato i denti molte volte, passando dall'essere molto sicura di me ad alternare sicurezza a insicurezza alquanto destabilizzante.
Mi spiegate quali strategie educative potrebbero fuunzionare meglio per gestire le delusioni?
Come si può insegnare ai figli a gestire le inevitabili frustrazioni della vita?
Parlo da mamma di treenne.
Io come impostazione educativa "riciclo" quella utilizzata su di me dai miei genitori: massima valorizzazione di ciò che Sofia fa di bello, consolazione se non le riesce.
Ma il problema che poi ho incontrato io è stato che il mondo esterno non funzionava così. Quindi grandi crisi per i brutti voti o se non ero apprezzata dagli altri.
Cioè mi aspettavo di essere accolta con grandi applausi dal resto del mondo, e ci ho lasciato i denti molte volte, passando dall'essere molto sicura di me ad alternare sicurezza a insicurezza alquanto destabilizzante.
Mi spiegate quali strategie educative potrebbero fuunzionare meglio per gestire le delusioni?
Toh, io ho aperto un post simile, oddio il mio era più improntato su come reagire all'aggressività del mondo esterno....
comunque, per risponderti, ti dico che non lo so come si fa, però sono stata una figlia non valorizzata e sminuita e questo mi ha distrutta quando è stato il momento di scontrarmi col mondo esterno, perchè non ero sicura di me stessa, non trovavo un punto di riferimento in casa, e quindi tutto quello che c'era fuori si è ingigantito, e così mi veniva fatto percepire.
Il classico brutto voto per me era una VERA tragedia.
Quindi quello che so è che è sempre bene avere "il problema" opposto, se in casa ti senti sicuro e apprezzato fuori un modo lo troverai, potrai ricevere delle batoste ma se ben seguita queste non manderanno in pezzi tutta te stessa.
E le frustrazioni in questo caso potranno essere incanalate correttamente.
In caso contrario rischi un'implosione paurosa.
comunque, per risponderti, ti dico che non lo so come si fa, però sono stata una figlia non valorizzata e sminuita e questo mi ha distrutta quando è stato il momento di scontrarmi col mondo esterno, perchè non ero sicura di me stessa, non trovavo un punto di riferimento in casa, e quindi tutto quello che c'era fuori si è ingigantito, e così mi veniva fatto percepire.
Il classico brutto voto per me era una VERA tragedia.
Quindi quello che so è che è sempre bene avere "il problema" opposto, se in casa ti senti sicuro e apprezzato fuori un modo lo troverai, potrai ricevere delle batoste ma se ben seguita queste non manderanno in pezzi tutta te stessa.
E le frustrazioni in questo caso potranno essere incanalate correttamente.
In caso contrario rischi un'implosione paurosa.
Beh ovvio che non intendo svilire Sofia per abituarla :cisssss:
Il dubbio è appunto come dosare le cose.
Anch'io ho sofferto, e parecchio.
Ancora oggi sul lavoro mi aspetterei il tappeto rosso per quanto faccio e so che è una cazzata. ma sotto sotto se non ho gratificazioni non ho motivazione.
Perverso, eh?
Il dubbio è appunto come dosare le cose.
Anch'io ho sofferto, e parecchio.
Ancora oggi sul lavoro mi aspetterei il tappeto rosso per quanto faccio e so che è una cazzata. ma sotto sotto se non ho gratificazioni non ho motivazione.
Perverso, eh?
No no ci sta, ma è meglio questa frustrazione che un'altra, lo so che lo sai, scusa, è che parto da un punto di vista personale opposto!agata74 ha scritto:Beh ovvio che non intendo svilire Sofia per abituarla :cisssss:
Il dubbio è appunto come dosare le cose.
Anch'io ho sofferto, e parecchio.
Ancora oggi sul lavoro mi aspetterei il tappeto rosso per quanto faccio e so che è una cazzata. ma sotto sotto se non ho gratificazioni non ho motivazione.
Perverso, eh?
secondo me non esiste una strategia per imparare a gestire le frustrazioni.
Si impara quando per forza di cose le frustrazioni ci sono.
Crearle volutamente per insegnare a gestirle secondo me è scorretto
Ci sono varie piccole frustrazioni inevitabili per il bambino ogni giorno.
è naturale pian piano che si abitui
Ma abituarsi non vuol dire non soffrirne.
Questo non si impara mai sarebbe innaturale
Si impara quando per forza di cose le frustrazioni ci sono.
Crearle volutamente per insegnare a gestirle secondo me è scorretto
Ci sono varie piccole frustrazioni inevitabili per il bambino ogni giorno.
è naturale pian piano che si abitui
Ma abituarsi non vuol dire non soffrirne.
Questo non si impara mai sarebbe innaturale
Sono d'accordo con Lenina e con Gwen. Penso anch'io che la strada migliore sia valorizzare e consolare, per me se si è ricevuto apprezzamento e gratificazioni c'è più possibilità di riuscire, crescendo, a darseli da soli quando non arrivano dall'esterno, ma se non si hanno mai avuti è durissima partire da zero, c'è il rischio di non sentirsi "bravi" mai.
in qesto senso forse una buona strategia potrebbe essere quella di insegnar loro a trovare gratificazione nelle cose che fanno e non nell'applauso degli altri,agata74 ha scritto:Beh ovvio che non intendo svilire Sofia per abituarla :cisssss:
Il dubbio è appunto come dosare le cose.
Anch'io ho sofferto, e parecchio.
Ancora oggi sul lavoro mi aspetterei il tappeto rosso per quanto faccio e so che è una cazzata. ma sotto sotto se non ho gratificazioni non ho motivazione.
Perverso, eh?
insomma fare per il piacere o dovere di fare
non per compiacere la mamma o il papà..
per questo non mi piace la strategia del premio quando fanno qualcosa di positivo