Una vita sfortunata...

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Lelia
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Messaggio da Lelia » dom nov 15, 2009 12:35 am

Silvi ha scritto:pensa anche però che lei lo ha scelto e lo sceglie eh
In parte la penso anch'io così. Sicuramente la fortuna ha un ruolo importante nelle nostre vite, ma credo anche che ci si possa lavorare su. Incontrare un uomo come tuo padre è sicuramente stata una grande sfortuna per tua madre, ma lei ha scelto di sposarlo, di restare con lui e di dover vivere tutto questo. E' una scelta, che assolutamente non giudico, ma come tutte le scelte porta delle conseguenze. Il problema è che in questi casi le conseguenze delle scelte non ricadono solo sul coniuge sfortunato ma anche sui figli.
Un grande abbraccio a te e alla tua mamma, spero che presto arrivino per lei tempi più sereni.


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Enza 52
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Messaggio da Enza 52 » dom nov 15, 2009 12:52 am

Lelia ha scritto:In parte la penso anch'io così. Sicuramente la fortuna ha un ruolo importante nelle nostre vite, ma credo anche che ci si possa lavorare su. Incontrare un uomo come tuo padre è sicuramente stata una grande sfortuna per tua madre, ma lei ha scelto di sposarlo, di restare con lui e di dover vivere tutto questo. E' una scelta, che assolutamente non giudico, ma come tutte le scelte porta delle conseguenze. Il problema è che in questi casi le conseguenze delle scelte non ricadono solo sul coniuge sfortunato ma anche sui figli.
Un grande abbraccio a te e alla tua mamma, spero che presto arrivino per lei tempi più sereni.
la mamma di sherazade, dovrebbe avere più o meno la mia età, ai nostri tempi non era facile buttarsi tutto dietro le spalle, per scelta, si ma obbligata.
mia madre diceva "figli e mariti come ti vengono te li tieni"
per persone giovani non è facile afferrare questo concetto.
ed è vero che i figli ne subivano le peggiori conseguenze, ma non c'era una cosa diversa da fare.
sopratutto se si era al sud, dove la donna sembrava essere nata solo per subire.
mio padre ha sempre dato tutto economicamente sia a mia madre che a noi figli, ma ha dato solo quello.
capisco questa figlia e questa mamma, e auguro di cuore ad entrambe di ritrovare un pochino di serenità.
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Messaggio da Lelia » dom nov 15, 2009 12:57 am

Hai ragione Viola, ma ognuno parla in base al suo vissuto.
Io sono figlia di una madre nata nel 1942 che ha affrontato un divorzio nel 1971, con una bambina di 6 anni (mia sorella). Mia madre ha sempre tirato avanti la baracca da sola, non ha mai visto una lira di alimenti dall'ex marito, per lunghi periodi ha fatto 2 lavori (full time statale + traduzioni di notte) per far quadrare i conti. Io sono figlia di questa donna e non posso prescindere da questo.
Tra parentesi, la mia nonna materna ha piantato suo marito (mio nonno) con una bambina di 5 anni mentre era incinta della seconda (mia madre), perché lui la picchiava senza pietà e lei aveva paura per se stessa e per le sue figlie. Mia nonna all'epoca aveva 24 anni, aveva la quinta elementare, e parliamo della fine del 1941 nella provincia anconetana, che non era certo il massimo dell'emancipazione femminile.
Certo, la società e le epoche contano, ma contano anche le singole persone.
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Messaggio da Claudia » dom nov 15, 2009 1:01 am

Quoto Viola, secondo me la parola scelta " obbligata" è giusta per mille motivi, figli, denaro, timore, lavoro
quante cose potrebbero aver frenato una scelta libera!
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Messaggio da Lelia » dom nov 15, 2009 1:05 am

Chiedo scusa per aver un po' invaso questo post con considerazioni personali.
Personalmente, per carattere, non credo molto alle scelte obbligate in questo campo, quanto piuttosto a tutta una serie di paure e di condizionamenti che crediamo insormontabili e che ci servono poi da alibi per giustificare una serie di non-scelte.
Non è eroico, ma è umano.
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Messaggio da Claudia » dom nov 15, 2009 1:08 am

Lelia ha scritto:Hai ragione Viola, ma ognuno parla in base al suo vissuto.
Io sono figlia di una madre nata nel 1942 che ha affrontato un divorzio nel 1971, con una bambina di 6 anni (mia sorella). Mia madre ha sempre tirato avanti la baracca da sola, non ha mai visto una lira di alimenti dall'ex marito, per lunghi periodi ha fatto 2 lavori (full time statale + traduzioni di notte) per far quadrare i conti. Io sono figlia di questa donna e non posso prescindere da questo.
Tra parentesi, la mia nonna materna ha piantato suo marito (mio nonno) con una bambina di 5 anni mentre era incinta della seconda (mia madre), perché lui la picchiava senza pietà e lei aveva paura per se stessa e per le sue figlie. Mia nonna all'epoca aveva 24 anni, aveva la quinta elementare, e parliamo della fine del 1941 nella provincia anconetana, che non era certo il massimo dell'emancipazione femminile.
Certo, la società e le epoche contano, ma contano anche le singole persone.
Lelia io credo che tua madre e tua nonna siano state donne molto coraggiose e forti,
non era certo facile in quegli anni agire così né usuale.
Ancora adesso spesso prevale il "sacrificio"
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Messaggio da Lelia » dom nov 15, 2009 1:12 am

Sì certo, sono storie di coraggio individuale e molto in anticipo sui tempi.
Oggi, a livello sociale, non credo che un divorzio sia così dirompente. Ovviamente è, o meglio può essere, massacrante a livello personale, su questo non discuto.
Ma dire che 20 o 30 anni fa (ovvero alla fine degli anni 70 o 80) un divorzio fosse tanto mal visto da essere infattibile...non so. Sicuramente non era facile e c'erano forti condizionamenti sociali, soprattutto in certe realtà, ma non era impossibile.
Per questo sono d'accordo con Silvi nel dire che, almeno in parte, si tratta di scelte (e non parlo di scelte obbligate).
La vera sfortuna secondo me sta nel trovarsi in una situazione matrimoniale così infelice E non avere la forza per cambiare le cose. I due fattori insieme sono micidiali, questo è fuor di dubbio (parlo in generale naturalmente).
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Messaggio da Claudia » dom nov 15, 2009 1:16 am

Lelia ha scritto:Chiedo scusa per aver un po' invaso questo post con considerazioni personali.
Personalmente, per carattere, non credo molto alle scelte obbligate in questo campo, quanto piuttosto a tutta una serie di paure e di condizionamenti che crediamo insormontabili e che ci servono poi da alibi per giustificare una serie di non-scelte.
Non è eroico, ma è umano.
E' dannatamente umano.
Certamente possono esistere paure, condizionamenti e quant'altro ma non credo che siano usate come alibi, perlomeno non frequentemente.
Pensa a questi anni di problemi economici per molti, come si fa ad attuare un proposito di separazione ...mondo del lavoro , case carissime ecc.
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