Cos73 ha scritto:ma non è questo, ma se capita di andare insieme e le piace qualcosa, o fa la raccolta di figurine o colleziona i cuccioli, perché non prendere qualcosa anche per lei?
Sull'alimentazione: come stabilisci i limiti?
parli di 10 merendine ma perché vuoi esagerare? ma chi le da 10 merendine ai figli???
non è vero che il limite è lo stesso pur tutti, per nulla, perché chi è sovrappeso deve fare più attenzione alle calorie e più calore non significa necessariamente mal di pancia, significa una fetta di torta più grossa, un gelato in più in estate, della pasta in più, e non sono cose che fanno male nell'ambito di un'alimentazione sana e completa.
Quindi i limiti possono essere diversi e non per questo uno sbaglia e l'altro no.
E per rispondere anche a Jersey, è lapalissiano che accade di comprare qualcosa per sé e non per i bambini ma se sono presenti e se è una piccola spesa, perché non accontentarli? per creare per forza l'occasione di dire "NO"?
e poi ripeto, accade perché c'è la volta che si compra per uno, e quella che si compra per l'altro, ma se tu compri ogni giorno una cazzatina puoi far la bulletta educatrice fino a 4-5 anni tò, ma poi la tua autorevolezza farà cilecca, col tempo si renderà sempre più conto, tu spenderai comunque quanto credi ma non convincerai tuo figlio, non lo educherai al risparmio ma gli darai solo una sensazione di ingiustizia e la voglia di fare altrettanto non appena potrà, probabilmente
E poi mi chiedo, visto che se si parla di limiti imposti dal buon senso e dalle proprie possibilità non siete convinte: se non decideste di dire di no, voi potreste comprare di tutto e sempre ? buon per voi!
cosetta, intanto non si discuteva l'uscita con i figli ma..... la condizione di una mamma che esce DA SOLA e sente di dover comprare la cazzatina anche per il figlio perche' la gratificazione propria deve andare di pari passo con quella del figlio....
ovviamente le 10 merendine sono una esagerazione..ma non trovo altrettanto ovvia la diversita' del limite....certamente non nell'educazione del civil vivere....in quella alimentare la si proporziona alle necessita' del figlio, diverse da bambino a bambino..purtuttavia:
se viene un'amichetta di nicco che è molto in sovrapppeso a casa mia ....quel pomeriggio la merenda sara' uguale per tutti e due non ne darei di piu' a nicco perche' puo'....lasciando l'altra bimba a guardare....visto che succede spesso, la prima volta mio figlio mi ha chiesto perche' dovessi ridurre la sua solita merenda...e perche' se lei non puo', non deve potere neanche lui?
gli ho detto che quando viene questa bimba le sue regole diventano le nostre, dunque cio' che mangia lei mangi tu, ne' piu' ne' meno...
e questo vuol dire anche educarlo alla solidarieta' e alla condivisioni degli altrui problemi...non è solo mangiare qualcosa in meno...
i libri sono altro discorso, di quelli quanti ne vuole..
sulle teorie pedagogicoeducative, com' è noto, per me lasciano il tempo che trovano...perche' la differenza dei bimbi l'uno dall'altro ,dei genitori, dell'ambiente...determina cosi' tante variabili, e variabili delle variabili, che assimilare l'umano essere e l'umano sentire in categorie ( il bimbo A,b,C,d,F...e se mio figlio fosse Z?) mi preoccupa....
non lo si fa col vino...pensate alla diversita' di uve ,terreni, grado d acidita', regioni,e nelle stesse regioni.. le zone ventose, quelle montane, quelle marine...
non si fanno "classificazioni" dei vini.... ma da secoli lo si fa dell'uomo... ed in particolare dei bambini...
siamo strani pero'....