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Inviato: sab ott 31, 2009 9:12 am
da lenina
Erin-75 ha scritto:
ho l'impressione, in questi giorni, di utilizzare le parole in modo diverso da lenina o cosetta, per me educare vuol dire educare, punto,non sottointende imporre, e non mi frega se in qualche libro o teoria pedagogica gli viene data anche questa accezione. E' scorretta e non utilizzo il filtro etimologico del tal libro per leggere i post di questo o quell'utente, cerco prima di capire cosa vuol dire l'utente in questione e poi semmai spaziare sulla teoria pedagogica più o meno oppressiva
Non è fatto del libro in se.
Nel post ci ho letto (e non da parte di simo ma da parte della maestra) le classiche teorie sull'attesa che va creata perchè se no i bimbi si convincono di poter avere tutto e subito.
è che mi sembra che sia l'accezione da cui si parte.
L'idea che bisogna far attendere i bambini come se di solito i bambini non attendessero mai e avessero sempre tutto e subito.
Qual è il bambino che ha sempre tutto e subito? Io non ne ho mai conosciuti.
Io continuo a pensare che l'attesa faccia parte della vita non serve crearla.

Inviato: sab ott 31, 2009 9:12 am
da dani69
lavinia ha scritto:c'ho confusione in testa
dico solo che io la penso come cosetta (identico) e ho scoperto di aver sposato un clone della dani69 (ho buttato li l'argomento stasera)
siamo messi bene ahahahah
nella diversita' c'è sempre ricchezza...(tdm di sinistra, ovviamente...)

Inviato: sab ott 31, 2009 9:44 am
da dani69
Cos73 ha scritto:ma non è questo, ma se capita di andare insieme e le piace qualcosa, o fa la raccolta di figurine o colleziona i cuccioli, perché non prendere qualcosa anche per lei?

Sull'alimentazione: come stabilisci i limiti?
parli di 10 merendine ma perché vuoi esagerare? ma chi le da 10 merendine ai figli???
non è vero che il limite è lo stesso pur tutti, per nulla, perché chi è sovrappeso deve fare più attenzione alle calorie e più calore non significa necessariamente mal di pancia, significa una fetta di torta più grossa, un gelato in più in estate, della pasta in più, e non sono cose che fanno male nell'ambito di un'alimentazione sana e completa.
Quindi i limiti possono essere diversi e non per questo uno sbaglia e l'altro no.

E per rispondere anche a Jersey, è lapalissiano che accade di comprare qualcosa per sé e non per i bambini ma se sono presenti e se è una piccola spesa, perché non accontentarli? per creare per forza l'occasione di dire "NO"?
e poi ripeto, accade perché c'è la volta che si compra per uno, e quella che si compra per l'altro, ma se tu compri ogni giorno una cazzatina puoi far la bulletta educatrice fino a 4-5 anni tò, ma poi la tua autorevolezza farà cilecca, col tempo si renderà sempre più conto, tu spenderai comunque quanto credi ma non convincerai tuo figlio, non lo educherai al risparmio ma gli darai solo una sensazione di ingiustizia e la voglia di fare altrettanto non appena potrà, probabilmente

E poi mi chiedo, visto che se si parla di limiti imposti dal buon senso e dalle proprie possibilità non siete convinte: se non decideste di dire di no, voi potreste comprare di tutto e sempre ? buon per voi!
cosetta, intanto non si discuteva l'uscita con i figli ma..... la condizione di una mamma che esce DA SOLA e sente di dover comprare la cazzatina anche per il figlio perche' la gratificazione propria deve andare di pari passo con quella del figlio....
ovviamente le 10 merendine sono una esagerazione..ma non trovo altrettanto ovvia la diversita' del limite....certamente non nell'educazione del civil vivere....in quella alimentare la si proporziona alle necessita' del figlio, diverse da bambino a bambino..purtuttavia:
se viene un'amichetta di nicco che è molto in sovrapppeso a casa mia ....quel pomeriggio la merenda sara' uguale per tutti e due non ne darei di piu' a nicco perche' puo'....lasciando l'altra bimba a guardare....visto che succede spesso, la prima volta mio figlio mi ha chiesto perche' dovessi ridurre la sua solita merenda...e perche' se lei non puo', non deve potere neanche lui?
gli ho detto che quando viene questa bimba le sue regole diventano le nostre, dunque cio' che mangia lei mangi tu, ne' piu' ne' meno...
e questo vuol dire anche educarlo alla solidarieta' e alla condivisioni degli altrui problemi...non è solo mangiare qualcosa in meno...

i libri sono altro discorso, di quelli quanti ne vuole..

sulle teorie pedagogicoeducative, com' è noto, per me lasciano il tempo che trovano...perche' la differenza dei bimbi l'uno dall'altro ,dei genitori, dell'ambiente...determina cosi' tante variabili, e variabili delle variabili, che assimilare l'umano essere e l'umano sentire in categorie ( il bimbo A,b,C,d,F...e se mio figlio fosse Z?) mi preoccupa....
non lo si fa col vino...pensate alla diversita' di uve ,terreni, grado d acidita', regioni,e nelle stesse regioni.. le zone ventose, quelle montane, quelle marine...
non si fanno "classificazioni" dei vini.... ma da secoli lo si fa dell'uomo... ed in particolare dei bambini...
siamo strani pero'....

Inviato: sab ott 31, 2009 9:58 am
da Daria
Cos73 ha scritto:ma il punto è che io non spendo ogni giorno per riviste che tu puoi farle passare per utili quanto vuoi ma sono pur sempre hobby, e non è che il giornalino al bimbo sia più superfluo (ci son quelli da colorare, quelli con cui fai lavoretti e impari le lettere, le bustine dei cuccioli, gli attacca e stacca... uhh ce n'è di roba divertente e anche istruttiva per loro)
Ho capito che tu non entri tutti i giorni in edicola e non lo faccio neppure io, ho chiesto ipoteticamente, se dovessi farlo per le piu' svariate ragioni, come ti comporteresti nei confronti dei tuoi figli...

il discorso libri e' fuori tema e non andrebbe neppure affrontato in questo post perche' c'e' una forte campagna sull'educazione alla lettura dei bambini fin dalla piu' tenera eta' per cui mi pare (anche leggendo le altri utenti) che sia scontato non porre limiti su questo campo, entrando in edicola non esito neppure io sull'acquisto di un libricino o la rivista focus junior, cosi come in biblioteca li porto piu' volte a settimana per la stessa ragione, ma comprare ogni giorno un libro o una bustina di gormiti o figurine per me e' diverso e viene messo su due piani altrettanto diversi.

Inviato: sab ott 31, 2009 10:00 am
da Cosetta
Non capisco il discorso del vino e delle categorie, Nè questa continua accusa di rifarsi a chissà che libri e teorie, lo trovo anche un po' offensivo.

hai parlato di un limite a tuo figlio imposto dal buon senso, per la presenza di un'amichetta in sovrappeso: cos'ha di diverso da quello che sto dicendo io? solo che hai trovato un caso particolare diverso da quello che dicevo io (ovvero regolarsi in base alla necessità del bimbo), in realtà mi dai ragione perché ammetti che la vita da, di per sé, occasioni di limitarsi senza crearne appositamente.

Inviato: sab ott 31, 2009 10:10 am
da Cosetta
Simo72 ha scritto:Ho capito che tu non entri tutti i giorni in edicola e non lo faccio neppure io, ho chiesto ipoteticamente, se dovessi farlo per le piu' svariate ragioni, come ti comporteresti nei confronti dei tuoi figli...

il discorso libri e' fuori tema e non andrebbe neppure affrontato in questo post perche' c'e' una forte campagna sull'educazione alla lettura dei bambini fin dalla piu' tenera eta' per cui mi pare (anche leggendo le altri utenti) che sia scontato non porre limiti su questo campo, entrando in edicola non esito neppure io sull'acquisto di un libricino o la rivista focus junior, cosi come in biblioteca li porto piu' volte a settimana per la stessa ragione, ma comprare ogni giorno un libro o una bustina di gormiti o figurine per me e' diverso e viene messo su due piani altrettanto diversi.
Bisognerebbe vedere quali ragioni, Simo, è chiaro che se dovessi andare per lavoro e casualmente avessi dietro anche mia figlia ogni giorno (stiamo creando situazioni un po' poco realistiche ma vabbè), non avrei mai preso l'abitudine di prendere qualcosa ogni giorno (come del resto al supermercato a periodi qui vicino casa ci sono i giochi e se capita di andare spesso insieme lei sa benissimo che non si prende un gioco ogni volta, come quando ci sono le uova di Pasqua ad esempi)
Ecco, sulle uova di Pasqua si può fare un esempio calzante: tenere le uova a un bimbo piccolo chiuse fino al giorno di Pasqua? metti che gliene regalino diverse, credete che la soddisfazione di aprirle tutte insieme sia superiore alla soddisfazione di aprirle una per volta, quando arrivano?
io no.
da piccola Irene, nonostante i nasi storti di molti, poteva aprirle quando voleva, poi abbiamo iniziato a suggerirle che poteva tenersele per il giorno di Pasqua e lo fa da un paio di anni.
Adesso apprezza anche l'attesa, ma forzarla da piccola perché "l'attesa è bella" io non lo trovavo giusto, perché a 2-3 anni secondo me l'attesa non era affatto bella.
Tutto il relazione alle possibilità di comprensione del bimbo, insomma, non è che una cosa è virtuosa in assoluto e quindi va imposta come tale fin da subito, secondo me. E' mancanza di rispetto e delicatezza per il modo di essere del bambino, che non è un piccolo adulto (tipo portarlo in un negozio di giocattoli a scegliere regali per altri e non prendere nulla a lui... ci arriverà, ma ci arriverà quando capirà, può arrivarci prima ma davvero serve creargli frustrazione per questo?)

Inviato: sab ott 31, 2009 1:17 pm
da dani69
Cos73 ha scritto:Non capisco il discorso del vino e delle categorie, Nè questa continua accusa di rifarsi a chissà che libri e teorie, lo trovo anche un po' offensivo.

hai parlato di un limite a tuo figlio imposto dal buon senso, per la presenza di un'amichetta in sovrappeso: cos'ha di diverso da quello che sto dicendo io? solo che hai trovato un caso particolare diverso da quello che dicevo io (ovvero regolarsi in base alla necessità del bimbo), in realtà mi dai ragione perché ammetti che la vita da, di per sé, occasioni di limitarsi senza crearne appositamente.
il vino era una metafora o se vuoi un esempio...meglio..un paradosso...
cosetta perche' offensivo? chi ho offeso?forse chi fa questi studi...ma i ricercatori mi scuseranno...è solo un mio modesto parere che ho garbatamente, mi sembra, espresso.... sostengo solo che non condivido linee guida dettate da studi sui bambini...capirei se qualcuna qui avesse fatto studi del genere..ma non mi pare, se si vi prego di informarmi..
ma io non discuto il limite.. ripeto...
discuto l'avversione al fatto che attraverso il limite si educhi, e che non è cosi' meccanico come si pensa...non la trovo una cosa sconvolgente....

Inviato: sab ott 31, 2009 2:44 pm
da erinmay
lenina ha scritto:Quando parlo di limite artificiosamente educativo parlo di quei limiti posti non perchè non sia realmente il caso in quel momento di soddisfare la richiesta (cosa che succede spesso obiettivamente) ma perchè si decide a priori di non farlo per insegnare l'attesa.
Io non credo che esistano bambini che non attendono mai.
La giornata di un bambino è fatta di attese esattamente come la nostra, aspettano che finisca la scuola, aspettano che torni la mamma aspettano che sia ora di mangiare anche se hanno fame prima.
Aspettano che i genitori possano per andare a passeggio, aspettano il loro cartone preferito.
Le attese fanno parte della vita in tutto i campi io penso che non serva crearle.

perfetto,e su questo siamo d'accordo

ma che ha di negativo l'attesa di babbo natale, del gioco grande e più costoso, l'attesa del coniglio dispettoso che rimescola le uova e le nasconde per la caccia al tesoro?
boh, sarà che daniele va in fibrillazione già da luglio, comincia a pensare a come disegnare (quest'anno a come scrivere) la lettera. Si fa i film su quale elfo aiuterà babbo natale a costruire il suo giocattolo, programma già il tipo di biscotti che vuole preparargli, a luglio mi ha "costretto" a comprare una serie particolare di formine a forma di granchio, di stella marina, di pesce e di conchiglia, perché dove vive babbo natale mamma c'è solo la neve, il mare non c'è e lui sarà contento di vedere i biscotti a forma di mare.

E' ovvio che ad un anno gli poteva fregare di meno di aspettare pasqua per aprire le uova (anzi manco sapeva che erano e manco si mangiava la cioccolata a quel tempo), a due anni ho fatto in modo che non le vedesse fino al giorno prima, a 3 ho reinventato per lui la storia del coniglio dispettoso e delle uova nascoste da ritrovare. Io è di queste attese che parlo, non certo di non dargli l'acqua quando ha sete o non grattargli la schiena se gli prude.