lenina ha scritto:Ho mai scritto che bisogna dire sempre sì.
io penso che il pianto e lo strepito siano un modo eccessivo di gestire una frustrazione.
La parola capriccio sottointende che il bambino non è veramente addolorato di non potere avere quella cosa.
Che piange solo per fare un gioco di forza con il genitore e mostrargli che è più forte.
è in questo senso che non mi piace.
Io penso che il bambino che piange è strepita voglia veramente qualcosa (non sempre quello che chiede spesso vuole attenzione solo).
Ma non sempre il qualcosa si può dare.
E bisogna aiutarlo a imparare a gestire meglio la frustazione.
Ma non pensare che lo faccia perchè è "cattivo".
Non so se è chiaro questo discorso.
on dico "digli di sì anche se non è possibile".
Dico "non pensare che lo faccia solo per fare scena"
Innanzi tutto la conoscevo, ma ripassare non fa mai male. Grazie
In genere lo seguo, a volte non seguo il primo.
Per quanto riguarda la storia dei capricci.
Cosa sono i capricci:qui c'è tutta una letteratura, alcuni esempi il loro modo per affermare la loro autorità (insomma fanno le prove per capire quanto quando e come possono ottenere ciò che vogliono) oppure incapacità di gestire la frustrazione.
In entrambi i casi bisogna "capirli" ed aiutarli.
E' importantissimo imparare a gestire la frustrazione!
E' anche importante che facciano le prove per capire quanto valgono (quindi ogni tanto concedere sempre no)
Io a volte con lei uso la parola capricci generalizzando, per farmi capire.
"stamattina scendiamo dalla macchina lei non voleva indossare il giubotto io lo so perchè aveva una felpa che le piace tantissimo, ma c'erano 5° impossibile accontentarla e così le ho detto di non fare i capricci... entriamo all'asilo e non vuole mettersi il grembiule per lo stesso motivo, cerco di dirle che se vuole far vedere la felpa basta alzare il grembiule, ma lei fa ancora storie così, le riepeto di non far capricci. Acconsente e come arriva una sua amichetta le fa vedere la felpa!!
Quindi o non ho capito il punto 2 o non lo condivido