A Marco
A Marco
Un'altra cosa per la prima volta da mamma... tanto che... lo sto scrivendo con nostra figlia in braccio, con i suoi piedini che spostano la tastiera e i suoi occhi che guardano il monitor, quasi come volessero sapere.
Sono due anni che abbiamo detto sì, che abbiamo questi due anelli di oro bianco alle mani (sull'anulare, sì, proprio quel dito che non sapevi perché si chiamasse così ^^).
Due anni che sembrano una vita e un istante.
Due anni che hanno visto cambiamenti immensi e una quotidianeità costante.
Mi guardo attorno e cosa vedo?
Un sacco di giochini di Arianna... ma anche un sacco di giochini di Bombo (e spesso... in realtà sono la stessa cosa)... i nostri due computer affiancati... come sempre lo siamo noi... dei muri ancora spogli di quadri, perché nonostante siano pronte un sacco di foto da appendere, alla fine non lo facciamo mai... eh sì, che son tre anni che viviamo qui ormai!... una tavola preparata per due, ma con tre sedie... tanto caos in giro, ma è un caos caldo, gioioso, affettuoso, e come tale non deve venir sistemato, perché ci rappresenta, rappresenta il nostro rapporto... un pesce scemo sotto al tuo monitor, che mi hanno regalato in un negozio e che era troppo simpatico, e come sempre è finito a te, perché ogni mio pensiero è sempre rivolto a noi...
Ieri sera ti ho pulito per la prima volta un pescione alla griglia. Te l'ho presentato quasi senza spine e sei stato contento.
Eh sì, alcune volte mi sembra di avere a che fare con un altro bimbo. Ma in realtà, è anche per questo che ho deciso di condividere con te la mia vita. Perché ti posso accudire, perché so che ti piace essere seguito e che alcune volte ti venga proposta una strada comune, un po' già battuta, dove poterci stringere la mano e proseguire insieme.
Come quando abbiamo deciso che saremmo diventati genitori... ancora mi ricordo i tuoi sguardi dubbiosi, quasi le tue richieste di tregua alle mie pressioni, perché come sempre quando mi viene in mente una cosa, non posso lasciar stare, non posso andare con calma. Ma mi capisci no? Lo sappiamo entrambi che le cose che vogliamo, le VOGLIAMO. Tutto e subito. O perlomeno, quel che si può. Perché comunque, i piedi per terra li teniamo sempre.
E ora sei papà, un anniversario per la prima volta da papà, con ancora una figlia che non ti può fare gli auguri, che non ti può venirti incontro per darti un bacino, che ancora non sa dare.
Ma guardati.
Guardati quando la porti a passeggio, quando la cambi, quando la lavi. Perché passo dopo passo impari a lanciarti, impari ad imparare. E impari a lasciar andare le tue emozioni. A sorridere di fronte agli occhi blu di Arianna, a dire le classiche scemenze che si fanno coi bambini, a chiamarla Animale tanto che siamo convinti che non abbia la più pallida idea del suo vero nome.
E ogni volta che vedo queste cose, io so. So di aver fatto la scelta giusta. So che, nonostante alcune volte ti prenderei il collo per strangolarlo, tu sei la persona che è giusto che faccia da padre a nostra figlia, so che le nostre idee saranno sempre a braccetto, so che mi ami davvero e che lo stomaco ancora mi si ingarbuglia quando mi fermo un attimo e assaporo la nostra relazione.
Certe volte, sento come se ci stessimo ritrovando, passo a passo. Perché no, non ci eravamo persi, ma forse un po' accasciati, seduti sulle nostre poltroncine comode, tralasciandoci nella ricerca del costante rinnovamento.
Ci stiamo riscoprendo. Abbiamo la necessità di ricostruirci un po', perché non siamo più solo coppia, siamo famiglia. E direi che ci stiamo riuscendo pienamente.
Mi sento realizzata, mi sento completa, mi sento felice.
Sono con te e non potrei volere di meglio. Perché il meglio già ce l'ho.
Ti voglio bene, come ti dico un po' di volte.
Ti amo, come non ti dico quasi mai, perché quasi mi vergogno.
Ma ti amo davvero.
Sono due anni che abbiamo detto sì, che abbiamo questi due anelli di oro bianco alle mani (sull'anulare, sì, proprio quel dito che non sapevi perché si chiamasse così ^^).
Due anni che sembrano una vita e un istante.
Due anni che hanno visto cambiamenti immensi e una quotidianeità costante.
Mi guardo attorno e cosa vedo?
Un sacco di giochini di Arianna... ma anche un sacco di giochini di Bombo (e spesso... in realtà sono la stessa cosa)... i nostri due computer affiancati... come sempre lo siamo noi... dei muri ancora spogli di quadri, perché nonostante siano pronte un sacco di foto da appendere, alla fine non lo facciamo mai... eh sì, che son tre anni che viviamo qui ormai!... una tavola preparata per due, ma con tre sedie... tanto caos in giro, ma è un caos caldo, gioioso, affettuoso, e come tale non deve venir sistemato, perché ci rappresenta, rappresenta il nostro rapporto... un pesce scemo sotto al tuo monitor, che mi hanno regalato in un negozio e che era troppo simpatico, e come sempre è finito a te, perché ogni mio pensiero è sempre rivolto a noi...
Ieri sera ti ho pulito per la prima volta un pescione alla griglia. Te l'ho presentato quasi senza spine e sei stato contento.
Eh sì, alcune volte mi sembra di avere a che fare con un altro bimbo. Ma in realtà, è anche per questo che ho deciso di condividere con te la mia vita. Perché ti posso accudire, perché so che ti piace essere seguito e che alcune volte ti venga proposta una strada comune, un po' già battuta, dove poterci stringere la mano e proseguire insieme.
Come quando abbiamo deciso che saremmo diventati genitori... ancora mi ricordo i tuoi sguardi dubbiosi, quasi le tue richieste di tregua alle mie pressioni, perché come sempre quando mi viene in mente una cosa, non posso lasciar stare, non posso andare con calma. Ma mi capisci no? Lo sappiamo entrambi che le cose che vogliamo, le VOGLIAMO. Tutto e subito. O perlomeno, quel che si può. Perché comunque, i piedi per terra li teniamo sempre.
E ora sei papà, un anniversario per la prima volta da papà, con ancora una figlia che non ti può fare gli auguri, che non ti può venirti incontro per darti un bacino, che ancora non sa dare.
Ma guardati.
Guardati quando la porti a passeggio, quando la cambi, quando la lavi. Perché passo dopo passo impari a lanciarti, impari ad imparare. E impari a lasciar andare le tue emozioni. A sorridere di fronte agli occhi blu di Arianna, a dire le classiche scemenze che si fanno coi bambini, a chiamarla Animale tanto che siamo convinti che non abbia la più pallida idea del suo vero nome.
E ogni volta che vedo queste cose, io so. So di aver fatto la scelta giusta. So che, nonostante alcune volte ti prenderei il collo per strangolarlo, tu sei la persona che è giusto che faccia da padre a nostra figlia, so che le nostre idee saranno sempre a braccetto, so che mi ami davvero e che lo stomaco ancora mi si ingarbuglia quando mi fermo un attimo e assaporo la nostra relazione.
Certe volte, sento come se ci stessimo ritrovando, passo a passo. Perché no, non ci eravamo persi, ma forse un po' accasciati, seduti sulle nostre poltroncine comode, tralasciandoci nella ricerca del costante rinnovamento.
Ci stiamo riscoprendo. Abbiamo la necessità di ricostruirci un po', perché non siamo più solo coppia, siamo famiglia. E direi che ci stiamo riuscendo pienamente.
Mi sento realizzata, mi sento completa, mi sento felice.
Sono con te e non potrei volere di meglio. Perché il meglio già ce l'ho.
Ti voglio bene, come ti dico un po' di volte.
Ti amo, come non ti dico quasi mai, perché quasi mi vergogno.
Ma ti amo davvero.