kia ha scritto:rigrazie, oggi posso dire con serenità che concordo con te su tutta la linea. Certo quando siamo nel pieno delle paure, non si pensa alla loro utilità ma si cerca solo di sfuggirle il prima possibile!
la giustizia...... è una nota dolente per l'umanità perché, tolta quella divina ammesso che esista, quella dispensata dagli uomini è sempre contaminata. Nel migliore dei casi è contaminata dalla storia personale di ciascu giudice, dal suo vissuto, dalla sua cultura. E fin lì la contaminazione è tanto inevitabile quanto accettabile. Nel peggiore dei casi è contaminata dal denaro, dai giochi di potere, dai mutui favori, dalle collusioni. Qui c'è poco da fare, a mio avviso. In genere queste contaminazioni sono sottili, quasi impercettibili. Quando però divengono plateali, come è nel caso di una palese contraffazione di un test, diventano inaccettabili, sono schiaffi in faccia. E la domanda: ma di questi tre collegi giudicanti, mica uno, di queste decine di uomini-giudici non se ne salva uno? Cioè dico: se uno, due, tre periti sui tanti che si avvicendano in questo circo delle prove commette una palese violazione, o comunque un palese errore, tale da dire che il bianco è nero e viceversa, possibile che non ve ne sia uno e dico uno che gridi la verità e che non si faccia imbavagliare. Che vada dal giudice, da tutti i componenti il singolo collegio a dire: "Scusi, ma qui è tutto da rifare." Ecco, a queste palesi contaminazioni io stento ad arrendermi!
vabbè ti rispondo con qualcosa che è capitato a me...nel mio piccolo. circa 7 anni fa mi arriva una paziente con un disturbo abbastanza grave. mi rivela dopo qualche seduta che era stata molestata sessualmente da due colleghi. io denuncio subito la cosa al mio ordine. Mi fanno chiamare dopo pochi giorni. io vado li e uno dei componenti dell'allora consiglio dell'ordine (che per fortuna è cambiato) mi fa velatamente capire: a regazzì...mandò vai...fatte i fatti tuoi...(detto alla romana). Io...capocciona come pochi...torno a casa e faccio un'altra denuncia comprensiva di questo racconto ma stavolta la mando con la ricevuta di ritorno. Poi continuo il mio lavoro. dopo un po' la paziente interrompe la terapia per altri motivi e passano gli anni.
a novembre dell'anno scorso (dopo 6 anni) mi arriva una assicurata dall'ordine in cui chiedono i dati della paziente (che io ovviamente avevo omesso, ma avevo fatto la denuncia a mio nome all'epoca) altrimenti non possono procedere. allibita li chiamo. mi risponde una collega credo molto giovane. più imbarazzata che mai poveraccia. le dico: ma vi rendete conto che è ridicolo? e lei: sì...lo so...ma noi siamo subentrati ora...ecc. ecc. insomma mi fa pena, la capisco, probabilmente lei non c'entra niente.
insomma ho ricontattato la mia ex paziente le ho spiegato la situazione e lei mi ha detto giustamente: ma così come fa uno a fidarsi? e io le ho risposto la verità: che aveva ragione, che ero indignata anche io, che avrebbe comunque potuto decidere cosa fare e che io sarei stata cmq daccordo con lei. Ovviamente e comprensibilmente lei non se l'è sentita di riaprire una ferita in un contesto del genere ben poco rassicurante dopo 6 anni!
no dico...ne vogliamo parlare... :occhiodibue: