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Re: cervelli che fuggono, cuori che restano

Inviato: gio nov 05, 2015 8:24 pm
da Scilla
è un argomento che non conosco e non comprendo fino in fondo
perchè in altri paesi le opportunità di lavoro ci sono nel tuo settore e qui no?
perchè qui non funziona e all'estero si?

Re: cervelli che fuggono, cuori che restano

Inviato: gio nov 05, 2015 8:50 pm
da erinmay
Anto sono partita da me per fare un discorso generale
ma orami io la mia scelta l'ho fatta e ora me ne accollo le conseguenze.
il mio era un voler discutere sul fatto che la fuga dei cervelli oggi è presentata come l'unica scelta possibile impoverendo sempre di più il nostro paese, se l'eccellenza se ne va qui cosa resta?

Re: cervelli che fuggono, cuori che restano

Inviato: gio nov 05, 2015 9:04 pm
da Lory P
È vero spesso L eccellenza va via ,ma L Italia purtroppo offre poche opportunità ..non parliamo del sud,dove personalmente conosco un paio di persone con doppia laurea a spasso ...ci sono pochi sbocchi e poche opportunità di lavoro ..purtroppo è la nostra realtà ..


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Re: cervelli che fuggono, cuori che restano

Inviato: gio nov 05, 2015 9:36 pm
da Julia
Io sono ancora fascia d'età "giovane", quella prima dei 30 anni. Moltissimi nostri amici sono andati all'estero per fare master, corsi di specializzazione, per lavorare. Hanno vinto bandi e borse di studio di università straniere grazie però a percorsi di studio in Italia.
A volte io e Giacomo ci guardiamo e ci diciamo che tendenzialmente è più facile andare via che restare. Più facile perché vai a fare ciò che ti piace, al contempo vivi una vita comunque che ti soddisfa (si spera), molte volte (parlo per le esperienze dei nostri amici) senza responsabilità familiari, facendo poi quello che vuoi. D'altra parte molti sono tornati perché non resistevano ad una vita vissuta non completamente, ovvero senza famiglia, senza rapporti stabili, senza comunque una certezza per il futuro. Sono tornati super specializzati, che parlano due o tre lingue, e qui non trovano nel loro campo o trovano come stagisti, come volontari e altro....però al contempo si sono sposati, hanno messo su famiglia e si dicono contenti.
A volte chi rimane compie una scelta più coraggiosa di chi va (?)...eppure la situazione talvolta è tragica qui in Italia, soprattutto per certe professioni. Però ad esempio perché un'ostetrica dovrebbe andare a lavorare all'estero? ne conosco tantissime in libera professione che hanno scelto percorsi di accompagnamento alla nascita diversi, che si prodigano e hanno fatto una scelta che qui in Italia le ha premiate....
Forse il mio intervento è un po' sconclusionato, ma non ho una risposta da darmi. Io ad esempio ho quasi due lauree ma faccio un lavoro sottopagato e sfruttato che marginalmente tocca una delle due lauree, eppure mi sento realizzata, sono uscita di casa presto, ho un figlio, un marito, una casa....i miei amici all'estero comunque sono studenti o lavoratori nella maggior parte soli, con vite molto più precarie della mia. Non so...

Re: cervelli che fuggono, cuori che restano

Inviato: gio nov 05, 2015 9:37 pm
da Veronica
Secondo me in Italia ci sono troppi problemi , la crisi non è' ancora stata superata , esistono contratti ( che io eliminerei ) vergognosi ,stage gratuiti , perfino al Quirinale lavorano ragazzi /e laureati gratis
Non siamo un Paese attraente per L estero , la meritocrazia non esiste , anche il precariato , che senso ha ?
Ho fatto solo delle inutili considerazioni , magari molto popolari , ma il risultato è' che il lavoro scarseggia , questa è' la triste realtà
Poi ci sono gli immensi sprechi di denaro

Re: cervelli che fuggono, cuori che restano

Inviato: gio nov 05, 2015 10:55 pm
da Bibi
Eroico restare, triste essere costretti a lasciare il proprio paese per dare un senso ad anni di studi e di sacrifici. Chissà se prima o poi si arriverà a un'inversione di tendenza. Ho letto moltissimi commenti di italiani all' estero che tornerebbero anche domani se cambiasse il vento...

Re: cervelli che fuggono, cuori che restano

Inviato: ven nov 06, 2015 3:21 am
da Ospite
Tasto dolente.
Io credo di rientrare in una terza categoria: quella dei cuori che fuggono.
Dopo la laurea specialistica (2009) e una breve esperienza all'estero ho passato quasi 3 anni a cercare lavoro e fare lavoretti ogni tanto. Nel frattempo vivevo una storia a distanza col mio attuale marito. Nel 2012 arriva al marito la proposta di trasferirsi in Cina per qualche anno e a me quella di un contratto a tempo determinato come docente all'Università dove avevo studiato.
Io non ci ho pensato due volte e sono partita perché comunque con un contratto lì da sola avrei fatto la fame e avrei rinunciato all'amore per cosa? Per il curriculum? Ovviamente non me ne pento mai, la scelta si è rivelata azzeccata e ora ho una famiglia e ho imparato una lingua in più (io sarei una traduttrice) e spero in futuro di metterla a frutto o comunque di inserirmi in qualche modo nel mondo del lavoro una volta rientrata dalla vostra parte del mondo.
Questa è la mia esperienza. Credo poi anch'io che la maggior parte delle persone che lavorano all'estero farebbero carte false per tornare in Italia ma sono ben pagati e stanno bene mentre in Italia farebbero la fame. Come biasimarli? Se non si hanno legami è più facile che si decida di partire, ma credetemi è dura perché per quanto tu ami il posto in cui vivi, ti senti sempre un po' vuoto e l'idea che sarà praticamente impossibile tornare a vivere stabilmente nel posto in cui sei cresciuto ti svuota ancora di più.
Mio cugino vive in Inghilterra, ha sposato un'inglese e hanno entrambi un lavoro remunerativo, una casa e tanti amici, eppure non passa giorno che lui non si scervelli per trovare un modo per poter tornare in Sardegna. Potrei farvi diecimila altri esempi, eh.
È bellissimo fare esperienze all'estero e io starei sempre in giro ma mi piacerebbe molto poter sperare di invecchiare in Italia, ecco, e non credo che mi sarà possibile.


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Re: cervelli che fuggono, cuori che restano

Inviato: ven nov 06, 2015 3:21 am
da Weinà
Tasto dolente.
Io credo di rientrare in una terza categoria: quella dei cuori che fuggono.
Dopo la laurea specialistica (2009) e una breve esperienza all'estero ho passato quasi 3 anni a cercare lavoro e fare lavoretti ogni tanto. Nel frattempo vivevo una storia a distanza col mio attuale marito. Nel 2012 arriva al marito la proposta di trasferirsi in Cina per qualche anno e a me quella di un contratto a tempo determinato come docente all'Università dove avevo studiato.
Io non ci ho pensato due volte e sono partita perché comunque con un contratto lì da sola avrei fatto la fame e avrei rinunciato all'amore per cosa? Per il curriculum? Ovviamente non me ne pento mai, la scelta si è rivelata azzeccata e ora ho una famiglia e ho imparato una lingua in più (io sarei una traduttrice) e spero in futuro di metterla a frutto o comunque di inserirmi in qualche modo nel mondo del lavoro una volta rientrata dalla vostra parte del mondo.
Questa è la mia esperienza. Credo poi anch'io che la maggior parte delle persone che lavorano all'estero farebbero carte false per tornare in Italia ma sono ben pagati e stanno bene mentre in Italia farebbero la fame. Come biasimarli? Se non si hanno legami è più facile che si decida di partire, ma credetemi è dura perché per quanto tu ami il posto in cui vivi, ti senti sempre un po' vuoto e l'idea che sarà praticamente impossibile tornare a vivere stabilmente nel posto in cui sei cresciuto ti svuota ancora di più.
Mio cugino vive in Inghilterra, ha sposato un'inglese e hanno entrambi un lavoro remunerativo, una casa e tanti amici, eppure non passa giorno che lui non si scervelli per trovare un modo per poter tornare in Sardegna. Potrei farvi diecimila altri esempi, eh.
È bellissimo fare esperienze all'estero e io starei sempre in giro ma mi piacerebbe molto poter sperare di invecchiare in Italia, ecco, e non credo che mi sarà possibile.


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