E' un cretinetti!
E' un cretinetti!
forse questo post non dovrebbe stare qui, se deve essere spostato lidl, pensaci tu.
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E' questo l'epiteto che ha usato stefano folli su "libero" nei confronti di lucca abbà.
io sono senza parole, ma siamo veramete caduti così in basso?
non rimpiango il buonismo, ma la pietà si, l'umanità anche verso chi vediamo come nemico, SI.
ricordo una vecchia canzone che mi pare avesse cantato e composto, giorgio faletti "signor tenente" in cui un soldato caduto soccorreva un tenente delle file nemiche, intrisa forse di vecchi sentimenti alla libro cuore, ma che ispirava umanità anche verso chi si trova dall'altra parte della barricata.
qui non si tratta di essere pro-tav oppure no-tav, ma di provare pietà verso un ragazzo che sta lottando tra la vita e la morte. come si può dire anzi solo pensare che se l'è cercata.
Mi pare addirittura abbia messo una sorta di sondaggio per constatare quanti siano quelli che come lui, pensano che quello che gli è capitato sia solo frutto della sua stupidità (bene o male questo è il senso).
ma come si fa ad alimentare questo pensiero?
ma possibile che un personaggio di riferimento (per quelli che lo leggono) dia voce a questa visione delle cose così priva di un minimo di sensibilità?
voi cosa ne pensate?
e giusto sacrificare la pietà e l'umanità al pensiero libero?
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E' questo l'epiteto che ha usato stefano folli su "libero" nei confronti di lucca abbà.
io sono senza parole, ma siamo veramete caduti così in basso?
non rimpiango il buonismo, ma la pietà si, l'umanità anche verso chi vediamo come nemico, SI.
ricordo una vecchia canzone che mi pare avesse cantato e composto, giorgio faletti "signor tenente" in cui un soldato caduto soccorreva un tenente delle file nemiche, intrisa forse di vecchi sentimenti alla libro cuore, ma che ispirava umanità anche verso chi si trova dall'altra parte della barricata.
qui non si tratta di essere pro-tav oppure no-tav, ma di provare pietà verso un ragazzo che sta lottando tra la vita e la morte. come si può dire anzi solo pensare che se l'è cercata.
Mi pare addirittura abbia messo una sorta di sondaggio per constatare quanti siano quelli che come lui, pensano che quello che gli è capitato sia solo frutto della sua stupidità (bene o male questo è il senso).
ma come si fa ad alimentare questo pensiero?
ma possibile che un personaggio di riferimento (per quelli che lo leggono) dia voce a questa visione delle cose così priva di un minimo di sensibilità?
voi cosa ne pensate?
e giusto sacrificare la pietà e l'umanità al pensiero libero?
Pietà l'è morta
di Massimo Gramellini
C’è stato un tempo in cui eravamo intrisi di buonismo gelatinoso e il «politicamente corretto» invadeva il discorso pubblico con il suo codazzo di espressioni ridicole. Ora quel tempo è passato e a dominare la scena è il cinismo dei gretti contrabbandato per sincerità. Molti pensano che il manifestante No Tav caduto dal traliccio se lo sia meritato. Non solo lo pensano, lo dicono al bar e lo scrivono sul web. Ma quando lo stesso concetto esonda dal cicaleccio privato e diventa la domanda del sondaggio di un giornale (nella circostanza «Libero»), o quando un altro quotidiano (nella circostanza «Il Giornale») definisce a tutta pagina «cretinetti» un tizio che sta in coma all’ospedale coi polmoni arrostiti, significa che è in atto un salto qualitativo. Come se la rinuncia al filtro della sensibilità - per la smania di interpretare il pensiero comune al livello più basso - avesse arrostito qualcosa anche dentro di noi.
Non ho alcuna simpatia per i violenti, i fanatici e i provocatori che hanno rubato la scena al popolo pacifico dei No Tav. Ma di fronte a un essere umano che lotta contro la morte e al dolore della sua famiglia, il registro della pietà continua a sembrarmi preferibile a quello dello sberleffo. Capisco che i toni forti e le battute grossolane soddisfino il bisogno di rassicurazione che agita le menti in questi tempi confusi. Ma è una gratificazione provvisoria e ingannevole, che si lascia dietro un senso di sgomento, foriero di nuove paure. La decadenza delle parole anticipa sempre quella della civiltà che ne abusa.
di Massimo Gramellini
C’è stato un tempo in cui eravamo intrisi di buonismo gelatinoso e il «politicamente corretto» invadeva il discorso pubblico con il suo codazzo di espressioni ridicole. Ora quel tempo è passato e a dominare la scena è il cinismo dei gretti contrabbandato per sincerità. Molti pensano che il manifestante No Tav caduto dal traliccio se lo sia meritato. Non solo lo pensano, lo dicono al bar e lo scrivono sul web. Ma quando lo stesso concetto esonda dal cicaleccio privato e diventa la domanda del sondaggio di un giornale (nella circostanza «Libero»), o quando un altro quotidiano (nella circostanza «Il Giornale») definisce a tutta pagina «cretinetti» un tizio che sta in coma all’ospedale coi polmoni arrostiti, significa che è in atto un salto qualitativo. Come se la rinuncia al filtro della sensibilità - per la smania di interpretare il pensiero comune al livello più basso - avesse arrostito qualcosa anche dentro di noi.
Non ho alcuna simpatia per i violenti, i fanatici e i provocatori che hanno rubato la scena al popolo pacifico dei No Tav. Ma di fronte a un essere umano che lotta contro la morte e al dolore della sua famiglia, il registro della pietà continua a sembrarmi preferibile a quello dello sberleffo. Capisco che i toni forti e le battute grossolane soddisfino il bisogno di rassicurazione che agita le menti in questi tempi confusi. Ma è una gratificazione provvisoria e ingannevole, che si lascia dietro un senso di sgomento, foriero di nuove paure. La decadenza delle parole anticipa sempre quella della civiltà che ne abusa.
Il vero problema è che la lettura dei due articoli antitetici, sarà fatta dai simpatizzanti dell'uno o dell'altro.ginger ha scritto:Pietà l'è morta
di Massimo Gramellini
C’è stato un tempo in cui eravamo intrisi di buonismo gelatinoso e il «politicamente corretto» invadeva il discorso pubblico con il suo codazzo di espressioni ridicole. Ora quel tempo è passato e a dominare la scena è il cinismo dei gretti contrabbandato per sincerità. Molti pensano che il manifestante No Tav caduto dal traliccio se lo sia meritato. Non solo lo pensano, lo dicono al bar e lo scrivono sul web. Ma quando lo stesso concetto esonda dal cicaleccio privato e diventa la domanda del sondaggio di un giornale (nella circostanza «Libero»), o quando un altro quotidiano (nella circostanza «Il Giornale») definisce a tutta pagina «cretinetti» un tizio che sta in coma all’ospedale coi polmoni arrostiti, significa che è in atto un salto qualitativo. Come se la rinuncia al filtro della sensibilità - per la smania di interpretare il pensiero comune al livello più basso - avesse arrostito qualcosa anche dentro di noi.
Non ho alcuna simpatia per i violenti, i fanatici e i provocatori che hanno rubato la scena al popolo pacifico dei No Tav. Ma di fronte a un essere umano che lotta contro la morte e al dolore della sua famiglia, il registro della pietà continua a sembrarmi preferibile a quello dello sberleffo. Capisco che i toni forti e le battute grossolane soddisfino il bisogno di rassicurazione che agita le menti in questi tempi confusi. Ma è una gratificazione provvisoria e ingannevole, che si lascia dietro un senso di sgomento, foriero di nuove paure. La decadenza delle parole anticipa sempre quella della civiltà che ne abusa.
La vittoria del pensiero libero, credo, si manifesti quando dopo aver letto entrambi, ci se ne fa uno proprio.
(avevo sentito anche l'editoriale di gramellini)
ti dico come la penso ioEnza 52 ha scritto:non rimpiango il buonismo, ma la pietà si, l'umanità anche verso chi vediamo come nemico,
... di provare pietà verso un ragazzo che sta lottando tra la vita e la morte. come si può dire anzi solo pensare che se l'è cercata.
...ma come si fa ad alimentare questo pensiero?
ma possibile che un personaggio di riferimento (per quelli che lo leggono) dia voce a questa visione delle cose così priva di un minimo di sensibilità?
voi cosa ne pensate?
e giusto sacrificare la pietà e l'umanità al pensiero libero?
- provo dispiacere per la sorte di quel ragazzo
- continuo a pensare, dentro di me, che sia stato imprudente e, dunque, a stretto rigore "che se la sia cercata". ciò non significa che sono contenta di quel che gli è successo: come detto prima, mi spiace per lui
- quelli di libero e del giornale mi fanno schifo
- la Martina
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Lo cito nuovamente perchè merita di essere letto.ginger ha scritto:Pietà l'è morta
di Massimo Gramellini
C’è stato un tempo in cui eravamo intrisi di buonismo gelatinoso e il «politicamente corretto» invadeva il discorso pubblico con il suo codazzo di espressioni ridicole. Ora quel tempo è passato e a dominare la scena è il cinismo dei gretti contrabbandato per sincerità. Molti pensano che il manifestante No Tav caduto dal traliccio se lo sia meritato. Non solo lo pensano, lo dicono al bar e lo scrivono sul web. Ma quando lo stesso concetto esonda dal cicaleccio privato e diventa la domanda del sondaggio di un giornale (nella circostanza «Libero»), o quando un altro quotidiano (nella circostanza «Il Giornale») definisce a tutta pagina «cretinetti» un tizio che sta in coma all’ospedale coi polmoni arrostiti, significa che è in atto un salto qualitativo. Come se la rinuncia al filtro della sensibilità - per la smania di interpretare il pensiero comune al livello più basso - avesse arrostito qualcosa anche dentro di noi.
Non ho alcuna simpatia per i violenti, i fanatici e i provocatori che hanno rubato la scena al popolo pacifico dei No Tav. Ma di fronte a un essere umano che lotta contro la morte e al dolore della sua famiglia, il registro della pietà continua a sembrarmi preferibile a quello dello sberleffo. Capisco che i toni forti e le battute grossolane soddisfino il bisogno di rassicurazione che agita le menti in questi tempi confusi. Ma è una gratificazione provvisoria e ingannevole, che si lascia dietro un senso di sgomento, foriero di nuove paure. La decadenza delle parole anticipa sempre quella della civiltà che ne abusa.
Oltre a ciò, aggiungo che non ha senso stabilire se "se la sia cercata": in tutte le rivoluzioni, in tutte le proteste, in tutti gli scioperi che hanno punteggiato la nostra storia più o meno recente ci sono uomini e donne che sono morti per "essersela cercata".
Ma è grazie a costoro, che non hanno cercato la tranquillità della propria casa ma si sono esposti al rischio per i loro ideali, che oggi esistono la democrazia, i diritti dell'uomo, lo statuto dei lavoratori.
Luca Abbà credeva nei propri ideali e li ha sostenuti senza violenza verso il prossimo, perciò merita rispetto, oltre che pietà.
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