L'ho detto, anch'io "a pelle" reagisco in modo diverso ai due tipi di "reperimento" della carne: da ragazzina sono rimasta affascinata dallo shintoismo e dal suo rispetto per la vita e personalmente evito di uccidere gli esseri viventi che incontro (ho superato anche la mia fobia per i ragni per spazzarli fuori casa con la scopa, le cimici in inverno le sposto in garage perché fuori morirebbero per il freddo, faccio eccezione per le zanzare, a la guerre comme a la guerre ;D ).Paola M. ha scritto:Poi, forse sono iprocrita ma la fettina sul bancone del supermercato non mi fa lo stesso effetto, però ho visto mio figlio piangere di fronte ad un coniglio morto, spelato, ancora intero e credo che quello sia il sentimento GIUSTO.
La mia sensibilità è sicuramente più simile a quella di Lapo che a quella di un cacciatore, anche se "etico".
Ma se non si è vegetariani resta un atteggiamento ipocrita, o se vuoi, con termini più neutri, resta solo l'esternazione di una mutata percezione, conseguenza di mutate condizioni culturali/ambientali (come dice Mirko, esposizione e consapevolezza).
La sostanza resta la stessa,
ed è il motivo per cui sospendo il giudizio,
riconoscendo semplicemente che è un atteggiamento troppo lontano da me perché io possa comprenderlo, ma che non sono certo in condizione di poter giudicare o condannare (se è caccia secondo le regole a scopo alimentare), perché anch'io con il mio acquisto al supermercato sono ugualmente la causa dell'uccisione di un animale.