teresa, io ho la tua stessa fortuna e la stessa identica Maglia d'amore che mi/ci avvolge, sostiene, arricchisce....Ringrazio il cielo ogni giorno del privilegio di cui godiamo, senza il quale l'attuale assetto non sarebbe neppure possibile. E condivido anche il discorso dell'estendere anche a loro il valore della quantità, ma il punto è che sulla base dei ritmi che avevo prima del mio secondo parto (e che sono intenzionata a rivedere) era un problema molto più pregnante x me che x loro.Teresa ha scritto:io credo che il ragionamento e' complesso e - tra l'altro- inevitabilmente fa vibrare corde intime gia' abbastanza tese di proprio.
La quantità e' un valore (chiaramente se viaggia con la qualità altrimenti puo' essere un disvalore...anche la franzoni era una casalinga...)
e' pero' anche vero (e chi mi conosce da anni su questo forum e di persona sa che lo dico con convinzione e non per dialettica retorica per fare "opposizione")
che la quantià e' un valore anche relazionato a tutti coloro che amano i miei figli.
I miei figli sono anche i figli di mio marito, i nipoti dei mie genitori, i nipoti dei miei suoceri, i nipoti delle mie zie, i nipoti dei miei fratelli etc etc
Io vivo in una famiglia slabrata (piu' che allargata!) nel senso arcaico del termine.
E pur facendo un lavoro fagocitante e pieno di responsabilità concilio il tutto perche' ho una rete di supporto molto solida costituita da nonni, zii, cugini che sono una maglia di "amore" che circonda le mie figlie.
Sicuramente un valore aggiunto, non un sostitutivo.
Il venerdi, ad esempio, e' il mio free-day friday-
Un giorno (da sempre) in cui non ho orari ne' vincoli, perche' le bambine escono da scuola alle 13 e ci saranno i nonni a prenderle.
E' il giorno in cui, praticamente, si alzano al mattino e saltano sul letto e anche se potessi tornare prima, aspetto che si facciano almeno le 17 per rientrare, perche' mi piace che abbiano una "quantità" tutta loro e dato che i nonni sono una ricchezza meravigliosa, voglio che si godano il loro tempo reciprocamente e assolutamente finche' possono.
e spero possano a lungo...
Se e' vero che la quantità e' importante.
Questo vale per tutti coloro che amano e che li amano.
Non solo per noi.
il mito della qualitÃ
ecco, io in un discorso così generico mi perdo proprio perchè essendo ancora in questa fase -bambino sotto i tre anni e assenza di rete- sono profondamente addolorata di quelle che vivo come mancanze:Lelia ha scritto:Quello che dice Teresa è sacrosanto e bellissimo.
Rendiamoci però conto che non tutti hanno le famiglie vicine, e se sono vicine non è cmq scontato che siano disposte ad occuparsi dei bambini in modo costante.
Per esempio, se io avessi un figlio con David, avremmo questa situazione:
- mia madre ancora lavora, è libera professionista e non smetterà a breve di lavorare;
- mio padre avrà cmq più di 70 anni. I miei hanno cmq chiarito che non possono né desiderano fare i nonni babysitter;
- mio suocero ha già 80 anni;
- mia suocera ha seri problemi psichici, tali che ci fanno escludere di affidare a lei un bambino senza la nostra presenza;
- David è figlio unico;
- mia sorella vive in Germania, mio fratello al momento in Inghilterra.
Lavoriamo entrambi a tempo pieno. David per lavoro fa una 20ina di trasferte all'anno, che durano dai 2 ai 7 giorni.
In buona sostanza, se avessimo figli io potrei al massimo lavorare part time, e organizzarmi con una babysitter, nidi e quant'altro.
Più probabilmente vorrei stare a casa almeno qualche anno.
Non credo che il nostro sia un caso tanto raro.
di presenza in termini di quantità e qualità, di rete familiare ma non solo(qui sono in riflessione anche sulle mie responsabilità), di prospettive chiare per il nostro futuro di famiglia, e non ultimo, economiche.
quindi sono immersa in un sentire di sbriciolamento e di limitazione di prospettive e mi manca ciò che non ho.
quindi esco, passo la palla perchè so che in altre condizioni potrei vivere, e vivrò, le cose in modo diverso.
fatico a farne un discorso generalizzabile, sono troppe le sfumature.
Madda non l'ho capita!!madda77 ha scritto:teresa, io ho la tua stessa fortuna e la stessa identica Maglia d'amore che mi/ci avvolge, sostiene, arricchisce....Ringrazio il cielo ogni giorno del privilegio di cui godiamo, senza il quale l'attuale assetto non sarebbe neppure possibile. E condivido anche il discorso dell'estendere anche a loro il valore della quantità, ma il punto è che sulla base dei ritmi che avevo prima del mio secondo parto (e che sono intenzionata a rivedere) era un problema molto più pregnante x me che x loro.
Pero' -credimi- e' un'eccezione.
Hai una bella faccia e una bella penna!!!
ma ho provato a rileggere 3 volte, ma non ho capito.
Intendi che la quantita' e' un problema piu' tuo?
non ho capito....
Mia mamma ha sempre lavorato molto fuori casa e fuori città (spesso partiva il lunedì e rientrava direttamente il venerdì sera). Mio padre lavorava anche lui fuori città e anche lui rincasava il sabato e la domenica.alemia ha scritto:però, io da figlia, ho sempre avuto la sensazione piacevole di sapere che mia mamma c'era
anche se poi non ci incrociavamo
era in casa, che faceva qualcos'altro, ma che mi faceva sentire il calore di una casa con la mamma a disposizione
e a me la cosa confortava moltissimo
questo dal punto di vista di un bimbo
insomma, per me conta anche la quantità, poi che la cosa sia poco realizzabile per mille motivi validissimi, è un altro paio di maniche
Io e mia sorella più grande abbiamo vissuto molto con mia nonna paterna e poi con la "governante" (nel senso che si occupava di tutto lei in casa).
Poi, quando avevo 12 anni, mio padre si è trasferito per lavoro a Torino e quindi lui era più presente e le trasferte di mia mamma erano meno "difficoltose".
Io, in tutta onestà, non ho sentito la mancanza della presenza di mia madre in casa. Anzi, devo dire la verità che ero parecchio orgogliosa del fatto che, mentre i miei compagni di scuola tornavano a casa in macchina con la loro mamma, io potevo dire che tornavo in pullman perchè mi amamma era a Parigi per lavoro....
A parte le fesserie, io so che mia mamma non sarebbe stata in grado di accudirci e renderci felici come ha fatto se fosse stata a casa con noi tutto il giorno, perchè "non era nelle sue corde".
E se lo chiedete a lei ve lo confermerà di certo. Qualche tempo fa si parlava di quando nacque mia sorellina più piccola e, dopo 4 o 5 mesi che era a casa (si era dimessa, aveva 41 anni quando ha partorito ed aveva pensato di rimanere a casa a fare la mamma e basta), la chiamarono dall'ufficio e le chiesero se era disposta a tornare perchè avevano bisogno di lei... lei non ci pensò un attimo e disse di sì... le chiesero quando (era un giovedì sera) sarebbe potuta rientrare e lei rispose: "datemi il tempo di organizzarmi e... diciamo lunedì mattina va bene per voi?"... gliel'ho chiesto e lei mi ha detto che non avrebbe resistito, non era serena.
E' andata in "pensione forzata" (dovevano fare tagli in azienda e diedero la buona uscita a coloro che erano più vicini alla pensione) a 55 anni e le è costato parecchio. I primi 5 anni a casa per lei sono stati pesanti. E io sono convinta che lo rimpiange ancora il suo lavoro (glielo leggo negli occhi quando mi parla del suo lavoro) perchè era veramente il "suo lavoro".
Tutto questo per dire che io non ho sofferto per la mancanza di quantità passata con mia madre. La poca quantità per me è stata sufficiente a farmi crescere una brava persona, equilibrata e innamorata ed orgogliosa di mia madre. La qualità di ciò che abbiamo fatto insieme è stata ottima.
A dire il vero, sono un pochino invidiosa perchè vorrei essere come lei in tante cose, dal punto di vista lavorativo ed anche (e soprattutto) nel rapporto con mio figlio, ma io non ho la stessa pazienza e serenità che ha avuto lei con noi.
se mai un giorno mia figlia dovesse scrivere queste parole, potrei morire, convinta di aver toccato la felicita' e l'appagamento piu' grande della vita.ziska ha scritto:Mia mamma ha sempre lavorato molto fuori casa e fuori città (spesso partiva il lunedì e rientrava direttamente il venerdì sera). Mio padre lavorava anche lui fuori città e anche lui rincasava il sabato e la domenica.
Io e mia sorella più grande abbiamo vissuto molto con mia nonna paterna e poi con la "governante" (nel senso che si occupava di tutto lei in casa).
Poi, quando avevo 12 anni, mio padre si è trasferito per lavoro a Torino e quindi lui era più presente e le trasferte di mia mamma erano meno "difficoltose".
Io, in tutta onestà, non ho sentito la mancanza della presenza di mia madre in casa. Anzi, devo dire la verità che ero parecchio orgogliosa del fatto che, mentre i miei compagni di scuola tornavano a casa in macchina con la loro mamma, io potevo dire che tornavo in pullman perchè mi amamma era a Parigi per lavoro....
A parte le fesserie, io so che mia mamma non sarebbe stata in grado di accudirci e renderci felici come ha fatto se fosse stata a casa con noi tutto il giorno, perchè "non era nelle sue corde".
E se lo chiedete a lei ve lo confermerà di certo. Qualche tempo fa si parlava di quando nacque mia sorellina più piccola e, dopo 4 o 5 mesi che era a casa (si era dimessa, aveva 41 anni quando ha partorito ed aveva pensato di rimanere a casa a fare la mamma e basta), la chiamarono dall'ufficio e le chiesero se era disposta a tornare perchè avevano bisogno di lei... lei non ci pensò un attimo e disse di sì... le chiesero quando (era un giovedì sera) sarebbe potuta rientrare e lei rispose: "datemi il tempo di organizzarmi e... diciamo lunedì mattina va bene per voi?"... gliel'ho chiesto e lei mi ha detto che non avrebbe resistito, non era serena.
E' andata in "pensione forzata" (dovevano fare tagli in azienda e diedero la buona uscita a coloro che erano più vicini alla pensione) a 55 anni e le è costato parecchio. I primi 5 anni a casa per lei sono stati pesanti. E io sono convinta che lo rimpiange ancora il suo lavoro (glielo leggo negli occhi quando mi parla del suo lavoro) perchè era veramente il "suo lavoro".
Tutto questo per dire che io non ho sofferto per la mancanza di quantità passata con mia madre. La poca quantità per me è stata sufficiente a farmi crescere una brava persona, equilibrata e innamorata ed orgogliosa di mia madre. La qualità di ciò che abbiamo fatto insieme è stata ottima.
A dire il vero, sono un pochino invidiosa perchè vorrei essere come lei in tante cose, dal punto di vista lavorativo ed anche (e soprattutto) nel rapporto con mio figlio, ma io non ho la stessa pazienza e serenità che ha avuto lei con noi.
ecco, alla fin fine credo che dipenda, come spesso accade nella vita, da come noi madri viviamo la questione. da come ci poniamo di fronte ai problemi.ziska ha scritto:Mia mamma ha sempre lavorato molto fuori casa e fuori città (spesso partiva il lunedì e rientrava direttamente il venerdì sera). Mio padre lavorava anche lui fuori città e anche lui rincasava il sabato e la domenica.
Io e mia sorella più grande abbiamo vissuto molto con mia nonna paterna e poi con la "governante" (nel senso che si occupava di tutto lei in casa).
Poi, quando avevo 12 anni, mio padre si è trasferito per lavoro a Torino e quindi lui era più presente e le trasferte di mia mamma erano meno "difficoltose".
Io, in tutta onestà, non ho sentito la mancanza della presenza di mia madre in casa. Anzi, devo dire la verità che ero parecchio orgogliosa del fatto che, mentre i miei compagni di scuola tornavano a casa in macchina con la loro mamma, io potevo dire che tornavo in pullman perchè mi amamma era a Parigi per lavoro....
A parte le fesserie, io so che mia mamma non sarebbe stata in grado di accudirci e renderci felici come ha fatto se fosse stata a casa con noi tutto il giorno, perchè "non era nelle sue corde".
E se lo chiedete a lei ve lo confermerà di certo. Qualche tempo fa si parlava di quando nacque mia sorellina più piccola e, dopo 4 o 5 mesi che era a casa (si era dimessa, aveva 41 anni quando ha partorito ed aveva pensato di rimanere a casa a fare la mamma e basta), la chiamarono dall'ufficio e le chiesero se era disposta a tornare perchè avevano bisogno di lei... lei non ci pensò un attimo e disse di sì... le chiesero quando (era un giovedì sera) sarebbe potuta rientrare e lei rispose: "datemi il tempo di organizzarmi e... diciamo lunedì mattina va bene per voi?"... gliel'ho chiesto e lei mi ha detto che non avrebbe resistito, non era serena.
E' andata in "pensione forzata" (dovevano fare tagli in azienda e diedero la buona uscita a coloro che erano più vicini alla pensione) a 55 anni e le è costato parecchio. I primi 5 anni a casa per lei sono stati pesanti. E io sono convinta che lo rimpiange ancora il suo lavoro (glielo leggo negli occhi quando mi parla del suo lavoro) perchè era veramente il "suo lavoro".
Tutto questo per dire che io non ho sofferto per la mancanza di quantità passata con mia madre. La poca quantità per me è stata sufficiente a farmi crescere una brava persona, equilibrata e innamorata ed orgogliosa di mia madre. La qualità di ciò che abbiamo fatto insieme è stata ottima.
A dire il vero, sono un pochino invidiosa perchè vorrei essere come lei in tante cose, dal punto di vista lavorativo ed anche (e soprattutto) nel rapporto con mio figlio, ma io non ho la stessa pazienza e serenità che ha avuto lei con noi.
mia madre ha sempre lavorato fuori casa tutto il santo giorno, dalle 8 alle 8 (per necessità).
tornava a casa stanca ed esasperata perchè non riusciva a stare dietro a tutto, come lei avrebbe voluto e finiva quindi per fa peggio. non sentendosi bene nè nei panni di lavoratrice, nè in quelli di madre probabilmente. e io da figlia, l'ho sempre colto, a volte anche incolpandomi.
la stessa cosa stava capitando a me, quando sono rientrata al lavoro. complice un cambio di ruolo e una marea di lavoro da gestire.
ho dovuto fermarmi e capire. ho scelto di cambiare rotta dentro di me. perchè non aveva senso tornare stanca e arrabbiata, piena di sensi di colpa da una parte e dall'altra e non godermi nemmeno quel tempo che era rimasto.
è stato faticoso e complicato, ma ora ho superato quel travaglio di cui parlava teresa e ho SCELTO di vivere la cosa nel modo che ho descritto nei miei post precedenti.
Quoto. E' assolutamente ciò che penso io e ciò che sono io.lory76 ha scritto:quantita' e qualita' sono ingredienti importanti in egual modo.
io a casa tutto il giorno con lei farei le stesse identiche cose che faccio nel tempo ritagliato al lavoro.
Perche' dopo un po' che si sta a casa insieme mi viene a mancare l'entusiasmo e mi manca la mia vita fuori.
E le 24 ore insieme scadono in qualita'.
Io dopo 8/9 ore di lavoro sono scarica come lavoratrice, ma carica come mamma e dal rientro a casa fino alla nanna si fa tutto insieme, parlando e vivendo insieme.
Potrei forse darle di piu', ma a discapito della mia soddisfazione ( che poi non si lavora solo per quella ovvio ) che mi renderebbe una madre peggiore.
Tanto di cappello a chi da quantita' e qualita', io accetto i miei limiti e credo faccia parte della crescita emotiva di un figlio accettare i compromessi che la vita richiede.
intendo che, a parità di livelli di qualità se non addirittura, talvolta inferiori da parte mia, ci sono state molte, troppe giornate ed occasioni in cui mio figlio ha trascorso più tempo con loro che con me.Teresa ha scritto:Madda non l'ho capita!!
Pero' -credimi- e' un'eccezione.
Hai una bella faccia e una bella penna!!!
ma ho provato a rileggere 3 volte, ma non ho capito.
Intendi che la quantita' e' un problema piu' tuo?
non ho capito....