ama il lavoro che fai, e non dovrai più lavorare un giorno della tua vita

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veronica.74
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Messaggio da veronica.74 » ven set 30, 2011 5:37 pm

willy69 ha scritto:Mi piace.... :bacio:
Grazie .. :bacio:


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ki09
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Messaggio da ki09 » sab ott 01, 2011 3:04 am

Ho un buon lavoro , pagato il giusto , ma il contesto non mi piace per niente , troppa gente che lo fa solo per soldi e tanta gente maleducata che scredita anche chi come me si impegna.
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Paola
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Messaggio da Paola » dom ott 02, 2011 3:09 am

Sheireh ha scritto: perché è proprio il lavorare quello che mi stona. :red:


.
Non dirlo in giro a Verona hahaha!

A me lavorare piace, in genere.
Mi piacciono le soddisfazioni lavorative e mi piace essere apprezzata (leggi lodata ahhaha) per quello che faccio, indi, potrei fare qualsiasi cosa credo e farmela piacere basta che in quella cosa arrivi ad avere successo.

Ho lavorato per 15 anni nella stessa azienda cambiando spesso mansione proprio perché mi appassiono di tutto, ecco se proprio devos cegliere qualcosa che mi annoia a livello delle mie competenze è la contabilità, per il resto mi piacciono le sfide e quindi lavorativamente parlando, laddove posso lanciarmi, mi lancio.
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Messaggio da franziskova » dom ott 02, 2011 8:51 am

Paola M. ha scritto:Non dirlo in giro a Verona hahaha!

A me lavorare piace, in genere.
Mi piacciono le soddisfazioni lavorative e mi piace essere apprezzata (leggi lodata ahhaha) per quello che faccio, indi, potrei fare qualsiasi cosa credo e farmela piacere basta che in quella cosa arrivi ad avere successo.

Ho lavorato per 15 anni nella stessa azienda cambiando spesso mansione proprio perché mi appassiono di tutto, ecco se proprio devos cegliere qualcosa che mi annoia a livello delle mie competenze è la contabilità, per il resto mi piacciono le sfide e quindi lavorativamente parlando, laddove posso lanciarmi, mi lancio.
Ecco, le soddisfazioni lavorative, essere apprezzata.. Credo che questo sia un aspetto quasi del tutto assente nel mio lavoro. Anzi, più è l'impegno, più é lo sforzo e più è la passione che ci metti a fare una cosa e meno è il riconoscimento.

Faccio un esempio pratico: mi prodigo affinchè diano un contributo comunale per il riallaccio della corrente elettrica in un nucleo famigliare formato da una coppia di persone con problematiche varie, psichiatriche non accertate, asociali ecc.. Ho dovuto rompere le palle per ottenere questa cifra, all'inizio non ne volevano sapere.

Non mi aspetto che mi dicano grazie, in fondo è il mio lavoro, ma che per una settimana io sia stata continuamente sollecitata perchè l'enel non allacciava la corrente da queste persone che si sono poi lamentate rinfacciandomi che è stata ripristinata ben 8 giorni dopo la richiesta.. beh, permettetemi di dirlo che un po' mi chiedo perchè faccio questo lavoro di merda...
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Messaggio da Lelia » dom ott 02, 2011 9:23 am

Detesto il mio attuale lavoro.
Infatti lo sto mollando. Sto cercando altro e sto valutando diverse possibilità, ma anche se dovessi restare a casa qualche mese non sarebbe una tragedia. Ovviamente faccio questo ragionamento perché ce lo possiamo permettere economicamente.
Cmq ho la fortuna di stare con una persona che adora il suo lavoro, e garantisco che è tutta un'altra vita (sia per lui che per me).
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Messaggio da laste » dom ott 02, 2011 9:53 am

Paola M. ha scritto: Mi piacciono le soddisfazioni lavorative e mi piace essere apprezzata (leggi lodata ahhaha) per quello che faccio, indi, potrei fare qualsiasi cosa credo e farmela piacere basta che in quella cosa arrivi ad avere successo.
credo che siamo simili in questo
e al mio "lavoro ideale" (ma penso anche tu) aggiungo che devo avere autonomia e visibilità
Per il resto sul "cosa" fare credo ci sia un larghissimo margine
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gigia
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Messaggio da gigia » dom ott 02, 2011 10:04 am

amo il mio lavoro ..........
a volte lo odio...........
mi succhia l'anima.........
vorrei cambiarlo........
ma poi mi pento e torno .............
mi affeziono ai nonni
:cisssss:
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veruz
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Messaggio da veruz » dom ott 02, 2011 10:26 am

Rie ha scritto:Detesto il mio lavoro.
Ma ho sbagliato a un bivio di tanti anni fa rinunciando agli studi che amavo per scegliere studi tecnici, con il risultato che non ho approfondito quello in cui ero portata e non ho nemmeno avuto una buona riuscita negli studi tecnici. Anche se sufficiente, per l'appunto, al lavoro che faccio, e che pertanto mi tengo.

Perché lo faccio?

Perché sono troppo pavida e debole per reinventarmi la vita a quarant'anni. Perché (solo, per fortuna) 5 ore al giorno ben pagate a tempo indeterminato non le ritrovo più, o se le ritrovo... non sia mai che passi un'altra volta dall'ordalia dei colloqui, di gente che ti valuta e ti deve comprare, quando so vendermi così male e tanta angoscia mi crea.

Lo faccio perché, pur potendo in ipotesi essere casalinga, mi sento soffocare al pensiero di occuparmi in esclusiva della sfera domestica. Infatti, sono sprovvista delle risorse economiche per delegare a un/a colf il lato più prosaico della casalinghitudine, ove quello meno prosaico, e che quasi mi ha portata a licenziarmi 8 anni fa (=la cura dei bambini)... non è eterno: in una casa vuota con due adolescenti indipendenti e rompiscatole non voglio restare.

Lo faccio perché qualcuno dice che in lingue d'altre terre il cambiamento si scriva "crisi" e "opportunità" al tempo stesso, ma per quanto mi riguarda è solo crisi, e non ho il coraggio di ricostruire dalle fondamenta, quando il terreno del mio carattere è così instabile.

Meglio puntellare una casa rozza ma solida, magari senza troppo sospirare il castello che non si è potuto erigere partendo dalla terra vergine dell'adolescenza, quando tutto era possibile e così male sono state giocate le carte del destino, così mal spesi i talenti.
Ormai sono spesi.
E temo di non averne più.
wow. Ti
avrei letta ancola e ancola...
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