Ho letto con attenzione tutti gli interventi, e in parte mi sono riconosciuta in una non perfetta unità di intenti, in merito alle due-tre ore quotidiane di gestione del bimbo, con mia suocera (mia madre purtroppo non è più di questo mondo) peraltro molto affettuosa.Paola M. ha scritto:Se il rapporto far due adulti non è idilliaco NON devono farne le spese i bambini. E comunque se non è idilliaco meglio non abusarne se non si è in grado di scindere quello che siamo, i nostri rapporti, da quello che possono costruire i nostri figli. prima risolviamo i NOSTRI problemi e poi proviamo a fidarci o meno.
Il bambino, - anche quando ci sono piccole discussioni, specie per l'abuso di televisione e la scarsa mobilità - appena si sveglia vuole andare dai "gnogni" al piano di sotto, e questo, devo dire, mi fa molto piacere, considerando la mancanza della nonna materna e la latitanza del nonno materno.
Certo l'equilibrio è sempre in divenire, e i toni, causa spesso la stanchezza o la frustrazione di qualche desiderata non esaudita, si fanno più aspri del dovuto, ma sentire il bimbo che vuole andare dai "gnogni", lo ripeto, mi intenerisce il cuore, e mi fa pensare che i "gnogni" sono una risorsa preziosa.
Peraltro mi trovo davvero in difficoltà con mio padre, che pretende di venire a giocare con il bimbo per la durata di un quarto d'ora due volte al mese (sì, lo ripeto, al mese), per poi scomparire dietro la scusa degli impegni improrogabili.
All'inizio gli portavo il bimbo in ufficio, ora ho smesso di portarglielo e sono già due mesi che i due non si incontrano.
Non so se sto facendo bene, ma penso che il bimbo soffrirebbe quando, con maggiore familiarità, il nonno dovesse scomparire all'improvviso dietro ai suoi "impegni".
Che ne pensi, Paola? Mi interesserebbe un tuo parere, grazie!