Don Bosco > Il cimitero

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Camilla

Don Bosco > Il cimitero

Messaggio da Camilla » mer giu 08, 2011 11:38 am

Questo racconto della vita di S. Giovanni Bosco, accaduto nel 1845 sconvolgerebbe le coscienze tantissimo, anche oggi nel 2011!

Che ne pensate a tal proposito?




LE COSE DI DON BOSCO
JOSÉ J. GÓMEZ PALACIOS
Il cimitero
Per più di un secolo, la mia esistenza fu segnata dalla quiete serena delle tombe. I miei portici dalle curve snelle ed eleganti custodivano con pietà e rispetto il sonno eterno dei nobili, vegliati dalle statue di marmo, e le umili sepolture dei più poveri di cui si ricordava solo la parrocchia d’appartenenza.
Il mio pesante cancello si apriva solo per cortei di persone meste, vestite a lutto, sussurranti tra le lacrime. L’unico rumore era quello delle palate di terra che cadevano sulle bare.
Ma più delle vetuste epigrafi è inciso in me il ricordo di quella domenica mattina.
Erano almeno quindici anni che nessuno veniva sepolto nella mia terra santa. Un gran vociare, sempre più forte, mi scosse dal mio triste sonnecchiare. Aguzzai orecchi e occhi: c’era gente che veniva verso di me. Il cancello arrugginito si aprì con un lamentoso cigolio. Centinaia di piccoli piedi cominciarono a martellare il mio suolo. Correvano tra le tombe e sui vecchi viottoli abbandonati, si inseguivano, saltavano, si nascondevano dietro i pilastri. Erano bambini, ragazzi, giovani.
Poi di colpo cessarono urla e risate e si fece un gran silenzio. Una voce di adulto dolce e profonda diede loro il benvenuto. Era un prete giovane che cominciò a parlare di Dio che è Padre e della sua bontà. Aveva il sorriso sulle labbra e la gioia nelle parole. Non potei fare a meno di ricordare tanti altri preti che avevano officiato i loro riti avvolti nei paramenti neri, biascicando solo parole tristi.
Per tutta la mattina, i piedi di quei ragazzi pestarono le erbacce dell’abbandono e la muffa delle vecchie pietre. Le loro grida risuonavano nel mio chiostro come una sinfonia.
Svanì l’odore della morte e, per la prima volta, assaporai il fremito della festa: mi sarei messo a ballare sui miei vecchi pilastri.
Ma durò poco. L’allegra baraonda fu sovrastata dagli strilli stizzosi della serva del cappellano della mia chiesa che uscì fuori di casa infuriata, con la cuffia per traverso e le mani sui fianchi. Con lei inveivano una ragazzina, un cane, un gatto, tutte le galline. Sembrava lo scoppio della guerra.
Il giovane prete, che tutti chiamavano don Bosco, cercò di calmarla, portò i ragazzi in chiesa, raccontò le storie di Dio e recitò il Rosario con loro.
Alla fine diede loro appuntamento, lì da me, per la domenica successiva.
Aspettai con ansia anch’io, ma la domenica dopo, i ragazzi si affacciarono invano al mio vecchio cancello. C’era un cartello delle autorità: «È vietato!».
Così ripresi lentamente a morire, ma ricorderò per sempre quella domenica in cui compresi che cosa significa la parola “risurrezione”.

La storia
La domenica 25 maggio 1845, don Bosco portò i suoi ragazzi, che aumentavano continuamente, nel cimitero di San Pietro in Vincoli, costruito fuori città nel 1877 e nel quale dal 1829 non veniva più sepolto nessuno. Sperava di aver trovato una sistemazione temporanea, ma le autorità glielo proibirono e l’oratorio di don Bosco riprese a peregrinare di domenica in domenica.


nene70
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Messaggio da nene70 » sab giu 11, 2011 1:55 pm

io ho letto molto della vita di don bosco, mi ha sempre affascinato quest'uomo e il suo approccio coni ragazzi, soprattutto con i più "difficili"
ci sarebbe molto da imparare da lui..
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Paola
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Messaggio da Paola » sab giu 11, 2011 3:10 pm

Penso che avrebbero dovuto pensare, da buoni cristiani, che quello che stavano facendo a quei bambini lo facevano a Cristo.
nene70
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Messaggio da nene70 » sab giu 11, 2011 4:22 pm

Paola M. ha scritto:Penso che avrebbero dovuto pensare, da buoni cristiani, che quello che stavano facendo a quei bambini lo facevano a Cristo.

eh si.
Missdove
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Messaggio da Missdove » sab giu 11, 2011 8:55 pm

Il preferito da mia madre..
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