sai cosa teresa, mi sto rendendo conto che a me danno fastidio veramente poche cose evidentemente. non me ne può fregare veramente una cippa del colore dei capelli onestamente. per questo non ci vedo niente che possa andare contro la mia libertà personale, a cui tengo quanto ci tieni tu. non mi voglio annullare per i figli, ma nemmeno voglio che loro annullino loro stessi per omologarsi a me e a quella che è la mia idea di vita, civilizzazione e collettività.Teresa ha scritto:Ma ce l’avrà per te, la connotazione negativa.
Sicuramente non ce l’ha per me.
La ragione per cui siamo al mondo la sto ancora indagando e senza successo, ma sono contenta di leggere le tue certezze.
Per quanto non le condivida, le trovo confortanti. E sono sincera.
Per il resto la loro libertà, dal mio punto di vista, finisce dove comincia la mia.
E viceversa.
Le scelte di tutti sono libere fin tanto che non sono condizionanti.
Come io non saro’ libera, fra vent’anni, di girare con i capelli blu per non farle sentire a disagio (viviamo e godiamo e soffriamo le croci e le delizie della collettività che e’ ANCHE comunità) cosi’ loro non saranno libere, fra dieci anni, di girare con i capelli fuxia (se non a carnevale!) per non fare sentire a disagio me.
Poi, gioco d’anticipo, lo so che si solleverà il coro meraviglioso e affascinante dell’anticonformismo e che qualcuno farà (tenterà) di fare leva sul lato bacchino della natura umana a ricordarmi che non importa il colore dei capelli, ma importa quello che c’e’ sotto la testa.
Tuttavia resto dell’idea che le regole di convivenza valgano anche in famiglia.
Io pongo le mie regole e loro porranno le altre e troveremo (ne sono certa) il compromesso che forse non accontenterà nessuno totalmente, ma un po’ tutti in buona parte.
sulle certezze non aggiungo altro, se non che sono certezze finchè qualcosa nella vita non te le fa cambiare