Ambra ha scritto:
Per me credere ad una storia raccontata e tramandata da migliaia
di anni sarebbe equivalente a credere nella storia di Maometto,di Buddha,Krishna,Odino,Vanth,Ishtar,ZEUS!!!!...
ma anche a questo punto Iliade e Odissea...il fatto che delle storie
vengano raccontate non significa che siano vere o esatte,no?
Se prendo per vere le parole della Bibbia dovrei prendere per vere anche
quelle del Libro dei Morti egizio e quello dei segreti dell´aruspicinio etrusco.
Capite perché non credo?
Non ho "il dono" e sono diffidente...per me è mitologia,va studiata,capita,
ma come fonte di interesse antropologico.
Non riuscirei a costruire tutta la mia vita su dati mitologici,
per quanto il messaggio possa essere allettante e per quanto
possa essere attraente il lato mistico ed affascinante la ritualità.
GNAAFÒ...mi perdonino anche i pagani.
La sostanza del discorso sta nell'assumere come essenziale il fatto di
credere.
Hai bisogno di credere quando nonostante si faccia un percorso di
ricerca, non si approda a nulla di concreto e condivisibile.
Quando invece ti metti in gioco e constati personalmente che un
qualcosa funziona e non lo fa solo per te, allora non serve più credere,
perché a quel punto sai.
I miti antichi erano drammatizzazioni sacre tramite le quali poter rivivere
in modo controllato i misteri. In questo modo era possibile beneficiare
di una catarsi che permetteva alle persone di vivere in modo più equilibrato.
Loro lo constatavano e quindi perpetravano il mito.
Se non avesse funzionato, non ci avrebbero messo un attimo a buttar via
e sostituire con qualcosa di più utile, allora funzionava così.
Non puoi capire la mitologia se non la usi nel modo per la quale è stata
creata. Sarebbe come cercare di capire una forchetta usandola come
arricciaspiccia!