ospedali psichiatrici giudiziari

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sol
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Messaggio da sol » lun apr 04, 2011 11:59 pm

Lelia ha scritto:Io ho evitato un TSO per un pelo a 19 anni, e solo perché mio padre si oppose tenacemente, e lo psichiatra dell'ospedale decise di dargli retta. Era la mia seconda (e ultima, per fortuna) estate maniacale, con tanto di episodi psicotici.
Mio padre capì che un TSO in quel momento per me sarebbe stato solo una mazzata, disse che si prendeva lui tutte le responsabilità, e mi riportò di peso a casa dall'ospedale (all'ospedale ero ricoverata per tutti altri motivi).
A distanza di 10 anni, ancora lo ringrazio per questo.

La verità è che stare dietro ad un malato psichico è un lavoro impegnativo e che va fatto 24 ore al giorno. Nei periodi peggiori (per me sempre d'estate) mio padre spediva mia madre e mio fratello al mare, e mi faceva da balia. Non so come altro descriverlo, mi stava dietro passo passo.
Questo la sanità, e in particolare quella italiana, perennemente senza fondi e senza personale adeguatamente formato, non riesce a farlo. Non riesce neanche a garantire un rapporto personale sanitario/pazienti adeguato.
E infatti un peso enorme ricade sulle famiglie. Nei casi più fortunati, come il mio, le famiglie hanno i mezzi, economici, psichici e di energie per farcela. In tanti casi, pur con tutta la buona volontà, non ce la fanno. In tanti altri casi, le famiglie semplicemente non ci sono.

La cosa che io trovo tremendamente ingiusta è che per riuscire ad avere una vita decente soffrendo di questi problemi ci vuole una fortuna pazzesca. E si possono affidare tante vita alla fortuna? No, dovrebbe essere inaccettabile.

Le misure estreme, tra cui appunto il TSO, dovrebbero essere limitate a casi estremi e soprattutto dovrebbero essere il punto di partenza di un percorso terapeutico e di ascolto. Spesso sono solo l'inizio del baratro, perché servono solo a umiliare e mortificare una persona già piena di sofferenza.

Io non posso neanche lontanamente immaginare cosa ha passato Alice, e il suo percorso di rinascita è per me una grande fonte di ispirazione e un'iniezione di fiducia nella natura umana. Ma so anche che per ogni "Alice" ci sono decine, centinaia di persone che si ritrovano con una vita rovinata, e questo mi risulta sempre inaccettabile.


Quanto è vero, Lelia...


Nau

Messaggio da Nau » mar apr 05, 2011 2:30 pm

Allibita ha scritto:Sì alce ma tu di che tipo di crisi mi parli?
Perchè se stiamo parlando della persona che soffre di depressione maggiore ti dò pienamente ragione sul discorso abbracci e silenzi.
Se stiamo parlando di uno schizofrenico che ha una crisi psicotica il tuo discorso è fuori da ogni realtà.
Quoto questo, e quoto Lelia quando dice che il peso maggiore è sulle famiglie.
Il confine tra normalità e pazzia forse è davvero molto labile, ma ci sono casi in cui i soggetti malati diventano oggettivamente pericolosi.
Forse non riesco ad essere troppo lucida in questa discussione, perché mi sento troppo coinvolta. Ho passato l'infanzia con una persona fortemente instabile, con problemi mentali molto seri, che però è stata lasciata nelle mani di una moglie totalmente succube, con le figlie che assistevano a scene da film horror. Questa persona non dico che dovesse essere legata, ma forse avrebbe dovuto essere gestita in maniera diversa. Ripeto, non riesco ad essere lucida e obiettiva, ma scrivo "dall'altra parte del confine". E posso garantire che anche vivere "dall'altra parte" è tutt'altro che facile, e spesso rischia di generare a sua volta ulteriori disturbi psicologici, spesso anche molto gravi.
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