ti abbraccio forte. e non riesco a dire nient'altro.alce ha scritto:Quoto, parlarne è fare politica, parlarne è di un'importanza assoluta... io mi sono ritrovata proprio perchè ho iniziato a raccontare, è stata la mia salvezza.
ospedali psichiatrici giudiziari
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qual'è il confine tra pazzia e normalità? io non lo so e non so nemmeno come si fa a non oltrepassarlo. E questo mi terrorizza non poco
Ho tentato il suicidio anni fa con un blister di sonniferi. Mi ha trovato mia mamma e mi ha portato al pronto soccorso. Il medico mi dice ti ricoveriamo. Ok penso io ingenua, mi ascolteranno, mi capiranno, potrò parlare della mia disperazione, forse mi coccoleranno perchè io sto male
Finisco in psichiatria in camera con una donna spaventosa che urla giorno e notte. Nessuno mi ha chiesto come stavo e nessuno pare vedermi. Vi giuro che sono stati i giorni peggiori di tutta la mia vita. Ancora oggi sogno la donna che mi urla contro e la dottoressa che mi dice che non mi fa uscire. ancora no. ma quando?? ancora no. ancora no ancora no
Non so bene se i miei ricordi sono reali o mezzo sognati, mi davano delle pastiglie e ho immagini confuse come in un limbo. Ho solo impressa la disperazione mia e di quella donna
E la mia esperienza è nulla in confronto ad altre
Ho tentato il suicidio anni fa con un blister di sonniferi. Mi ha trovato mia mamma e mi ha portato al pronto soccorso. Il medico mi dice ti ricoveriamo. Ok penso io ingenua, mi ascolteranno, mi capiranno, potrò parlare della mia disperazione, forse mi coccoleranno perchè io sto male
Finisco in psichiatria in camera con una donna spaventosa che urla giorno e notte. Nessuno mi ha chiesto come stavo e nessuno pare vedermi. Vi giuro che sono stati i giorni peggiori di tutta la mia vita. Ancora oggi sogno la donna che mi urla contro e la dottoressa che mi dice che non mi fa uscire. ancora no. ma quando?? ancora no. ancora no ancora no
Non so bene se i miei ricordi sono reali o mezzo sognati, mi davano delle pastiglie e ho immagini confuse come in un limbo. Ho solo impressa la disperazione mia e di quella donna
E la mia esperienza è nulla in confronto ad altre
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Io ho evitato un TSO per un pelo a 19 anni, e solo perché mio padre si oppose tenacemente, e lo psichiatra dell'ospedale decise di dargli retta. Era la mia seconda (e ultima, per fortuna) estate maniacale, con tanto di episodi psicotici.
Mio padre capì che un TSO in quel momento per me sarebbe stato solo una mazzata, disse che si prendeva lui tutte le responsabilità, e mi riportò di peso a casa dall'ospedale (all'ospedale ero ricoverata per tutti altri motivi).
A distanza di 10 anni, ancora lo ringrazio per questo.
La verità è che stare dietro ad un malato psichico è un lavoro impegnativo e che va fatto 24 ore al giorno. Nei periodi peggiori (per me sempre d'estate) mio padre spediva mia madre e mio fratello al mare, e mi faceva da balia. Non so come altro descriverlo, mi stava dietro passo passo.
Questo la sanità, e in particolare quella italiana, perennemente senza fondi e senza personale adeguatamente formato, non riesce a farlo. Non riesce neanche a garantire un rapporto personale sanitario/pazienti adeguato.
E infatti un peso enorme ricade sulle famiglie. Nei casi più fortunati, come il mio, le famiglie hanno i mezzi, economici, psichici e di energie per farcela. In tanti casi, pur con tutta la buona volontà, non ce la fanno. In tanti altri casi, le famiglie semplicemente non ci sono.
La cosa che io trovo tremendamente ingiusta è che per riuscire ad avere una vita decente soffrendo di questi problemi ci vuole una fortuna pazzesca. E si possono affidare tante vita alla fortuna? No, dovrebbe essere inaccettabile.
Le misure estreme, tra cui appunto il TSO, dovrebbero essere limitate a casi estremi e soprattutto dovrebbero essere il punto di partenza di un percorso terapeutico e di ascolto. Spesso sono solo l'inizio del baratro, perché servono solo a umiliare e mortificare una persona già piena di sofferenza.
Io non posso neanche lontanamente immaginare cosa ha passato Alice, e il suo percorso di rinascita è per me una grande fonte di ispirazione e un'iniezione di fiducia nella natura umana. Ma so anche che per ogni "Alice" ci sono decine, centinaia di persone che si ritrovano con una vita rovinata, e questo mi risulta sempre inaccettabile.
Mio padre capì che un TSO in quel momento per me sarebbe stato solo una mazzata, disse che si prendeva lui tutte le responsabilità, e mi riportò di peso a casa dall'ospedale (all'ospedale ero ricoverata per tutti altri motivi).
A distanza di 10 anni, ancora lo ringrazio per questo.
La verità è che stare dietro ad un malato psichico è un lavoro impegnativo e che va fatto 24 ore al giorno. Nei periodi peggiori (per me sempre d'estate) mio padre spediva mia madre e mio fratello al mare, e mi faceva da balia. Non so come altro descriverlo, mi stava dietro passo passo.
Questo la sanità, e in particolare quella italiana, perennemente senza fondi e senza personale adeguatamente formato, non riesce a farlo. Non riesce neanche a garantire un rapporto personale sanitario/pazienti adeguato.
E infatti un peso enorme ricade sulle famiglie. Nei casi più fortunati, come il mio, le famiglie hanno i mezzi, economici, psichici e di energie per farcela. In tanti casi, pur con tutta la buona volontà, non ce la fanno. In tanti altri casi, le famiglie semplicemente non ci sono.
La cosa che io trovo tremendamente ingiusta è che per riuscire ad avere una vita decente soffrendo di questi problemi ci vuole una fortuna pazzesca. E si possono affidare tante vita alla fortuna? No, dovrebbe essere inaccettabile.
Le misure estreme, tra cui appunto il TSO, dovrebbero essere limitate a casi estremi e soprattutto dovrebbero essere il punto di partenza di un percorso terapeutico e di ascolto. Spesso sono solo l'inizio del baratro, perché servono solo a umiliare e mortificare una persona già piena di sofferenza.
Io non posso neanche lontanamente immaginare cosa ha passato Alice, e il suo percorso di rinascita è per me una grande fonte di ispirazione e un'iniezione di fiducia nella natura umana. Ma so anche che per ogni "Alice" ci sono decine, centinaia di persone che si ritrovano con una vita rovinata, e questo mi risulta sempre inaccettabile.
Hyla ha scritto:qual'è il confine tra pazzia e normalità? io non lo so e non so nemmeno come si fa a non oltrepassarlo. E questo mi terrorizza non poco
Ho tentato il suicidio anni fa con un blister di sonniferi. Mi ha trovato mia mamma e mi ha portato al pronto soccorso. Il medico mi dice ti ricoveriamo. Ok penso io ingenua, mi ascolteranno, mi capiranno, potrò parlare della mia disperazione, forse mi coccoleranno perchè io sto male
Finisco in psichiatria in camera con una donna spaventosa che urla giorno e notte. Nessuno mi ha chiesto come stavo e nessuno pare vedermi. Vi giuro che sono stati i giorni peggiori di tutta la mia vita. Ancora oggi sogno la donna che mi urla contro e la dottoressa che mi dice che non mi fa uscire. ancora no. ma quando?? ancora no. ancora no ancora no
Non so bene se i miei ricordi sono reali o mezzo sognati, mi davano delle pastiglie e ho immagini confuse come in un limbo. Ho solo impressa la disperazione mia e di quella donna
E la mia esperienza è nulla in confronto ad altre
E' così labile, quel confine, che parlarne- a volte- fa meglio di qualsiasi cura per esorcizzarlo. Ci credo, Hyla, che hai ricordi annebbiati, in psichiatria ci ho portato tanti ospiti della comunità e li ritrovavo come zombie.