Aiuto/Parere legale

Il luogo del pensiero, dell'approfondimento, della discussione; società, politica, religione e tanto altro su cui riflettere, un occhio critico sul mondo che ci circonda.
Rispondi
mummychiara

Aiuto/Parere legale

Messaggio da mummychiara » gio dic 09, 2010 9:13 am

Non so se questa sia la sezione giusta, nel caso chiedo a chi può di spostarla nella sede giusta.
Ho bisogno di un parere, se qualcuna di voi ne sà qualcosa.
Come molti di voi già sanno io ho mia mamma malata che si trova in una RSA; paghiamo questa clinica con l'assegno di mantenimento che mio padre passa a mia madre da ex marito, mentre mio fratello (che viveva con mia mamma) si arrabatta con lavoretti e sta da schifo (non si trova lavoro e fa la fame).
Ora mio padre (uomo di merda purtroppo, ma sarebbe troppo lungo raccontarvi tutto) ha deciso di punto in bianco di non passare più gli alimenti, perchè la sua ditta è in crisi, non viene pagato ecc... ecc...
Mio fratello si ritrova ora non solo a fare la fame, ma a non poter pagare la clinica, cosa che quindi creerà un disastro.
Lasciando perdere l'illegalità della cosa (ed ora naturalmete si riparte con lettere di avvocati ecc...), ora io mi trovo di fronte al terrore più puro perchè io ho la mia famiglia (siamo in tre) e pur avendo due stipendi fissi facciamo la fame (mutuo altissimo, due finanziamenti, ecc..), se non fosse per mio suocero che è un angelo davvero avremmo bollette insolute o altro ed in banca sul conto, nè da parte non abbiamo un euro (e non è un modo di dire, ma realmente così).
Allora la mia paura è, se mio fratello non ha un soldo e mia mamma nemmeno, la legge può obbligarmi a contribuire per mia mamma anche se io sono nella stessa situaizone? La legge può obbligarmi a privare mia figlia del mangiare, del vestire, di un futuro, solo perchè sono figlia a mia volta?
Chi non mi conosce può pensare che io sia una persona squallida, uan persona di merda, ma non è così, io vivo giorno per giorno e faccio enormi sacrifici per portare avanti la mia famiglia, quindi non vorrei dover far pagare mia figlia per colpe non mie.


cuccibau
Utente Vip
Utente Vip
Messaggi: 451
Iscritto il: mar ago 25, 2009 2:42 pm

Messaggio da cuccibau » gio dic 09, 2010 9:18 am

purtroppo non so aiutarti, mi dispiace molto per questa situazione....
ti lascio un abbraccio. :marika:
Avatar utente
la eli
Ambasciatore
Ambasciatore
Messaggi: 5046
Iscritto il: lun set 28, 2009 12:03 pm
Contatta:

Messaggio da la eli » gio dic 09, 2010 9:23 am

Io so che la legge riguardante i servizi socio-sanitari residenziali è regionale, quindi ogni regione stabilisce chi deve pagare le rette.

Prova a dare un'occhiata qui.

Secondo me potresti anche chiedere un consulto ad un patronato.
MAMMANANCY

Messaggio da MAMMANANCY » gio dic 09, 2010 9:58 am

art.315 cc "il figlio deve rispettare i genitori e deve contribuire, in relazione alle proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia, finchè convive con essa."
art.433 cc "all'obbligo di prestare gli alimenti sono tenuti,nell'ordine 1) il coniuce 2) i figli legittimi [....]
art.438 cc" gli alimenti possono essere chiesti solo da chi versa in istato di bisogno e non è in grado di provvedere al prorpio mantenimento

Tutto questo significa che, mentre a carico del figlio convivente (ex art.315 cc) sussite un dovere giuridico a contribuire al mantenimento della famiglia e pertanto gli può essere imposto a prescindere di una "domanda" avanzata dal genitore.
Nel caso degli alimenti, innanzi tutto deve esserci una domanda giudiziaria dell'interessato volta a vedersi riconoscere gli alimenti, e tale domanda deve essere avanzata prima nei confronti del marito e solo se questo è effettivamente impossibilitato al loro versamento nei confronti dei figli, nessuna persona diversa dall'interessato può attivare la procedura per il ricnoscimento degli alimenti.

Per quanto riguarda le omissioni di tuo padre potresti chiedere al tuo legale di attivare la procedura di pignoramento che obbliga il datore di lavoro al versamento diretto di quanto dovuto a titolo di alimenti, oltre a vincolare l'eventuale tfr in caso di cessazione del rapporto.

Spero di essere stata utile, un abbraccio
Avatar utente
la yle
Ambasciatore
Ambasciatore
Messaggi: 3291
Iscritto il: gio ago 23, 2007 3:03 pm

Messaggio da la yle » gio dic 09, 2010 10:03 am

Lombardia, caso di mia nonna:
ha ottenuto la pensione di accompagnamento, la pensione minima da ex lavoratrice e l’invalidità (rivedibile ogni anno nonostante sia su sedia a rotelle e senza controllo di sfinteri).
La somma di queste pensioni non arriva a coprire la quota della rsa.
I comune di origine ha fatto i calcoli in percentuale su quanti soldi devono mettere a copertura del residuo i parenti. I parenti sono i figli (mia mamma e suo fratello e i nipoti: io, mio fratello e mio cugino). Si portano le dichiarazioni dei redditi del primo anno utile e il comune assegna le quote.
In caso di reale indigenza dei famigliari prossimi, subentra il comune. Ma prima le spettanze sono dei parenti. Sono calcoli matematici da dichiarazione dei redditi. Di tutto il resto non gliene frega niente a nessuno. Mi spiace.
Situazione della sorella di mia nonna, zitella e senza figli:
la retta viene pagata da lei stessa con pensione, invalidità ecc. e il restante dal comune poiché i nipoti (mia mamma e mio zio) non sono discendenti diretti.
Avatar utente
chiccha
Ambasciatore
Ambasciatore
Messaggi: 7231
Iscritto il: lun apr 13, 2009 11:24 pm

Messaggio da chiccha » gio dic 09, 2010 11:18 am

Hai sentito i servizi sociali del comune di residenza della tua mamma?
Se no prova ad esporre la tua situazione e potrete cercare una soluzione insieme.
Giada88
Utente Vip
Utente Vip
Messaggi: 603
Iscritto il: lun set 06, 2010 3:37 pm

Messaggio da Giada88 » gio dic 09, 2010 6:05 pm

Ciao mummychiara, innanzi tutto non sei una persona squallida, sei una madre e tua madre, madre a sua volta non priverebbe mai di nulla ne sua figlia ne sua nipote!
Non credo cmq che tu abbia obblighi legali e nessuno si può rivalere su di voi.

Detto questo, hai provato a chiedere sussidio al comune?
Dico questo xkè lavoro in una residenza protetta e chi non riesce a pagarsi la retta x intero viene aiutato dal comune
franziskova
Ambasciatore
Ambasciatore
Messaggi: 2855
Iscritto il: dom nov 29, 2009 3:35 pm

Messaggio da franziskova » gio dic 09, 2010 7:15 pm

PULCINO07 ha scritto:art.315 cc "il figlio deve rispettare i genitori e deve contribuire, in relazione alle proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia, finchè convive con essa."
art.433 cc "all'obbligo di prestare gli alimenti sono tenuti,nell'ordine 1) il coniuce 2) i figli legittimi [....]
art.438 cc" gli alimenti possono essere chiesti solo da chi versa in istato di bisogno e non è in grado di provvedere al prorpio mantenimento

Tutto questo significa che, mentre a carico del figlio convivente (ex art.315 cc) sussite un dovere giuridico a contribuire al mantenimento della famiglia e pertanto gli può essere imposto a prescindere di una "domanda" avanzata dal genitore.
Nel caso degli alimenti, innanzi tutto deve esserci una domanda giudiziaria dell'interessato volta a vedersi riconoscere gli alimenti, e tale domanda deve essere avanzata prima nei confronti del marito e solo se questo è effettivamente impossibilitato al loro versamento nei confronti dei figli, nessuna persona diversa dall'interessato può attivare la procedura per il ricnoscimento degli alimenti.

Per quanto riguarda le omissioni di tuo padre potresti chiedere al tuo legale di attivare la procedura di pignoramento che obbliga il datore di lavoro al versamento diretto di quanto dovuto a titolo di alimenti, oltre a vincolare l'eventuale tfr in caso di cessazione del rapporto.

Spero di essere stata utile, un abbraccio
Elly ha scritto:Lombardia, caso di mia nonna:
ha ottenuto la pensione di accompagnamento, la pensione minima da ex lavoratrice e l’invalidità (rivedibile ogni anno nonostante sia su sedia a rotelle e senza controllo di sfinteri).
La somma di queste pensioni non arriva a coprire la quota della rsa.
I comune di origine ha fatto i calcoli in percentuale su quanti soldi devono mettere a copertura del residuo i parenti. I parenti sono i figli (mia mamma e suo fratello e i nipoti: io, mio fratello e mio cugino). Si portano le dichiarazioni dei redditi del primo anno utile e il comune assegna le quote.
In caso di reale indigenza dei famigliari prossimi, subentra il comune. Ma prima le spettanze sono dei parenti. Sono calcoli matematici da dichiarazione dei redditi. Di tutto il resto non gliene frega niente a nessuno. Mi spiace.
Situazione della sorella di mia nonna, zitella e senza figli:
la retta viene pagata da lei stessa con pensione, invalidità ecc. e il restante dal comune poiché i nipoti (mia mamma e mio zio) non sono discendenti diretti.
chiccha ha scritto:Hai sentito i servizi sociali del comune di residenza della tua mamma?
Se no prova ad esporre la tua situazione e potrete cercare una soluzione insieme.
lavoro ai servizi sociali di un comune e quoto quanto ti hanno detto.

la retta è a carico del degente e se impossibilitato, dei parenti tenuti agli alimenti (art. 433 del codice civile). se anche i parenti non possono contribuire, allora ci si può rivalere sul comune di residenza del degente. ogni comune ha il suo regolamento circa i contributi per le rette, devi chiedere li, però fossi in te andrei diretta dall'avvocato per il pignoramento dello stipendio, se il suo ex marito non contribuisce perchè la quota non è più sostenibile, che chieda una revisione al tribunale!
detto ciò, perchè mai dovresti sembrare squallida????
Rispondi