Sul libero arbitrio

Il luogo del pensiero, dell'approfondimento, della discussione; società, politica, religione e tanto altro su cui riflettere, un occhio critico sul mondo che ci circonda.
Avatar utente
Mirko e i furetti
Utente Vip
Utente Vip
Messaggi: 1622
Iscritto il: sab dic 08, 2007 11:51 pm

Messaggio da Mirko e i furetti » mar nov 16, 2010 10:55 pm

Mind time di libet.
è un libro e libet è un neuroscienziato il quale ha scoperto, con il suo team, che quella che noi chiamiamo coscienza viene attivata solamente dopo 1/2 secondo che lo stimolo è arrivato e solamente se lo stimolo è attivo per almeno 1/2 secondo.

la cosa sorprendente è che la parte inconscia invece "parte" immediatamente, il che vuol dire che quando noi diventiamo coscienti di VOLER applicare il nostro libero arbitrio quel VOLER non è una VOLONTA' conscia ma il prodotto di un processo inconscio.

quindi il libero arbitrio non esiste?
no*.
il libero arbitrio interviene a decidere se APPLICARE questa volontà o meno.

metaforicamente, davanti ad una scelta il nostro inconscio sceglie le carte con cui giocare mentre il nostro libero arbitrio decide se giocare la mano o passare.

è un bel libro. di cui non ho capito quasi una buona metà (quella che sfociava nella filosofia, in cui sono un cane) ma che consiglio a chi è curioso di sapere come funziona il nostro cervello.
tra l'altro spiega bene come la coscienza sia il prodotto del cervello.

saluti incompresi
Mirko

*no sta per si... il libero arbitrio esiste.


Avatar utente
Paola
Utente NM
Utente NM
Messaggi: 6945
Iscritto il: ven dic 15, 2006 12:06 pm

Messaggio da Paola » mer nov 17, 2010 5:33 am

Io a volte sono convinta che viviamo in un thruman show.
ilfo

Messaggio da ilfo » mer nov 24, 2010 3:05 pm

Yiddishmama ha scritto:Grande, è proprio qui che volevo andare a parare.
Per un povero italiano intelligente costretto a sentire tutte le cagate del vaticano sul relativismo, il relativismo finisce per diventare un bene, tout court.
Lo è? Per me no.
Faccio un esempio che calza a pennello con quello che stai dicendo tu.

Una volta all'università un professore a lezione ci chiede: "Al posto dei colonizzatori inglesi in India voi avreste vietato la pratica di gettare la moglie viva nella pira col marito morto?".

Io mi presi della fascista - come mi capita di tanto in tanto e NON in relazione al baby carrying ahahhahah - da una ragazza che, al contrario di me, era per il "no".
Per lei, essere buttata viva nella tomba del marito, era un diritto della donna. Lo VOLEVA. Per me, che lo "volesse" o no, era barbaro e inaccettabile.

Perché per me è vero che a volte il relativismo è nichilismo. Tutte le opinioni pari sono, non c'è giusto o sbagliato.

Quando si parla di culture poi guai a chi le tocca, in nome delle culture locali si permette tutto, specialmente se sono culture in cui si usano gonnellini di paglia e si fanno danze della pioggia, lì entra in gioco il mix micidiale di mito del buon selvaggio e terzomondismo e pure un tocco di frikkettonismo.

- Sì ma tagliano la testa ai terzogeniti nelle notti di plenilunio -
- Embè? Se lo vogliono fare chi siamo noi per proibirglielo? E poi si sa, i terzogeniti amano essere decapitati.

No ecco, ci vuole rispetto e comprensione per le altrui culture e gli altrui valori, ma senza arrivare a credere che tutte le culture e tutti i valori siano ugualmente rispettabili.

La dichiarazione dei diritti dell'uomo per me è giusta. La pena di morte è sbagliata. La tortura è sbagliata.

Se riesco a contaminare altre culture con questi valori, io mi sento esportatrice di democrazia.

E no, non sono uguale agli americani in Iraq, perché insegnarti questi valori per me non è un pretesto per costruirti un oleodotto in casa.
io mi inserisco qui per dire che ognuno ha sì la libertà di decidere della propria vita e di espressione, può decidere però per se stesso.
Le donne che si buttano nella pira col marito defunto non lo scelgono, le donne che sono mandate in spose a 11 anni nemmeno (donne, son bambine poi) ecc..
Il libero arbitrio e la cultura imposta si mescolano in questi casi.
io son dell'idea che le culture non debbano MAI e poi mai giustificare omicidi e sorprusi, nemmeno con la scusa del libero arbitrio.
Cultura non significa libertà di uccidere, libertà di sottomettere.
Quindi quando qualche donna musulmana mi dice che ha scelto lei di mettersi il velo non glielo contesto assolutamente, ma la sua scelta deriva da un'imposizione culturale.
Con mio marito ne parliamo spesso, se lui non fosse cresciuto in mezzo a una famiglia di musulmani sarebbe diventato musulmano?
se io non fossi cresciuta in una famiglia atea avrei creduto in dio?
Il libero arbitrio c'è, ma è sempre influenzato dalle circostanze
Rispondi