le nuove forme di EMIGRAZIONE

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Lelia
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Messaggio da Lelia » ven ott 01, 2010 12:09 pm

Quasi tutti i miei amici sono andati all'estero. Contentissimi di andarsene di qui, perché di certo un Paese che non ti dà nulla, dove al massimo (dopo aver preso laurea triennale, specialistica e magari pure dottorato/specializzazione) trovi un contratto di apprendistato a 800 euro al mese, o un bello stage con "rimborso spese", non è che ti invogli a rimanere.
E allora vai all'estero, dove trovi se non altro rispetto e dignità. La crisi è dappertutto, ma ovviamente c'è chi la sa gestire meglio dell'Italia.
Però posso anche dire che dopo un po' l'Italia manca a tutti, nonostante tutto, e questo fa ancora più rabbia.
Ho anche parte della famiglia all'estero, mia sorella si è trasferita in Germania molti anni fa e si è fatta una famiglia lì. Inutile dire che ha un lavoro a tempo indeterminato, nel suo campo, part time perché ha 2 figli. Cose da Paese civile insomma.


Roxy
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Messaggio da Roxy » ven ott 01, 2010 12:12 pm

[quote="Lelia"]Quasi tutti i miei amici sono andati all'estero. Contentissimi di andarsene di qui, perché di certo un Paese che non ti dà nulla, dove al massimo (dopo aver preso laurea triennale, specialistica e magari pure dottorato/specializzazione) trovi un contratto di apprendistato a 800 euro al mese, o un bello stage con "rimborso spese", non è che ti invogli a rimanere.
E allora vai all'estero, dove trovi se non altro rispetto e dignità. La crisi è dappertutto, ma ovviamente c'è chi la sa gestire meglio dell'Italia.
Però posso anche dire che dopo un po' l'Italia manca a tutti, nonostante tutto, e questo fa ancora più rabbia.
Ho anche parte della famiglia all'estero, mia sorella si è trasferita in Germania molti anni fa e si è fatta una famiglia lì. Inutile dire che ha un lavoro a tempo indeterminato, nel suo campo, part time perché ha 2 figli. Cose da Paese civile insomma.[/QUOTE

Mamma ... davvero.
Dove lavoro io in questo momento assumono solo con contratto a tempo determinato che poi magari viene rinnovato con un altro contratto a tempo determinato ...
Non sai che paura che fa, vedere ragazze di trentanni non sposarsi o non iniziare gravidanze perchè non sono sicure del posto di lavoro, perchè si sentono precarie
Gwen

Messaggio da Gwen » ven ott 01, 2010 12:16 pm

Lelia ha scritto:Quasi tutti i miei amici sono andati all'estero. Contentissimi di andarsene di qui, perché di certo un Paese che non ti dà nulla, dove al massimo (dopo aver preso laurea triennale, specialistica e magari pure dottorato/specializzazione) trovi un contratto di apprendistato a 800 euro al mese, o un bello stage con "rimborso spese", non è che ti invogli a rimanere.
E allora vai all'estero, dove trovi se non altro rispetto e dignità. La crisi è dappertutto, ma ovviamente c'è chi la sa gestire meglio dell'Italia.
Però posso anche dire che dopo un po' l'Italia manca a tutti, nonostante tutto, e questo fa ancora più rabbia.
Ho anche parte della famiglia all'estero, mia sorella si è trasferita in Germania molti anni fa e si è fatta una famiglia lì. Inutile dire che ha un lavoro a tempo indeterminato, nel suo campo, part time perché ha 2 figli. Cose da Paese civile insomma.
Anche io ne ho di amici fuori, e l'Italia manca.
Ma sono contenti perchè trovano semplicemente un modo di vivere dignitoso, non perchè piaccia loro andarsene in un altro Paese di default, immagino che la maggiorparte sarebbe stata più contenta se questo lo avessero qui (o comunque avendo la scelta).
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France
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Messaggio da France » ven ott 01, 2010 12:21 pm

Roxy ha scritto:Intendo dire che è questione di volontà e non di mezzi.
Non siamo in Africa!

Quando abbiamo stipendi da fame, quando stiamo perdendo tutti i nostri diritti, quando il lavoro fisso è sempre più un miraggio, quando fare un figlio diventa economicamente un sacrificio.....quando abbiamo più condanati in parlamento che nelle carceri, quando abbiamo 110 miliardi di euro di evasione fiscale all'anno, quando abbiamo le tasse tra le alte d'Europa e in cambio non riceviamo nulla, quando un assessore comunale ha lo stesso stipendio di un parlamentare tedesco a Bruxelles, quando ogni anno si taglia sull'istruzione, la sanità, la sicurezza, quando invece di combattere la mafia lo stato ne è succube (e partecipe), quando invece di combattere i criminali ci alleiamo a loro, quando invece di combattere gli evasori che ci rubano migliaia di euro all'anno di tasca gli facciamo leggi per permettergli di farla franca etc etc etc etc......hai voglia a volontà!
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Messaggio da Lelia » ven ott 01, 2010 12:22 pm

Infatti Gwen è la stessa cosa che ho detto io.

Aggiungo anche che ovviamente ogni Paese ha i suoi difetti, però vi racconto anche che mio nipote è audioleso (parzialmente sordo) e questi sono gli aiuti gratuiti che la sanità tedesca gli ha garantito:
- logopedista ogni 2 settimane dagli 8 mesi in poi. Prima solo a casa, poi una volta a casa e una volta alla materna/scuola per osservarlo nei diversi contesti;
- insegnante di sostegno alla materna perché per lui era fondamentale la presenza uno-a-uno finché non avesse imparato a parlare bene;
- visite specialistiche e di controllo regolari, completamente gratuite;
- alle elementari l'aula della sua classe è stata completamente insonorizzata per ridurre il rumore di fondo per lui molto fastidioso.
Sicuramente mi dimentico molto altro.

A 12 anni è un ragazzino con una vita normalissima, bravissimo a scuola, negli sport, e nella...musica. Ovviamente anche la famiglia si è fatta in quattro per lui, ma gli aiuti della sanità pubblica sono stati anni luce da quelli che avrebbe avuto in Italia, non c'è proprio paragone.

Quindi non è solo una questione lavorativa in senso stretto, è proprio la questione di vivere in un Paese che ti fa sentire aiutato e sostenuto, e non in un posto dove devi sputare sangue per avere quello che la legge stessa ti riconosce come un tuo diritto. Non sono dettagli.
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Messaggio da France » ven ott 01, 2010 12:22 pm

Chi può fa bene a levarsi dalle palle
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Messaggio da Enza 52 » ven ott 01, 2010 12:27 pm

il fatto è che andare a fare delle esperienze all'estero, io non la vedo in maniera molto negativa.
Mia figlia sta sacrificando 2 pomeriggi a settimana, in cui mangia un panino e via, e lo sta facendo per prendere delle certificazioni Cambridge, da poter utilizzare in futuro e proprio per andare a lavorare in altri paesi.
Ma per appagare una sua curiosità, una sua ambizione, e mi sento di starle vicino in questa scelta, anche se so che nel momento in cui dovesse capitare, si porterebbe via una bella fetta del mio cuore, ed anche lei non lo farebbe a cuor leggero.
Ma vista così come scelta, è appagante, il brutto è che tanti non lo fanno per scelta, ma solo perché non ci sono alternative, e queste alternative chi dovrebbe darle?
Lo stato? la società dirigente? L'organizzazione delle risorse umane?
Ecco è questo che mi chiedo, ed in effetti andiamo sempre a parare lì, questi tre elementi siamo noi, noi che ci lamentiamo ma non cambiamo le cose.
Noi che urliamo senza sapere bene contro chi dovremmo farlo. Noi che curiamo il nostro orticello, ma non ci sogneremmo proprio di innaffiare anche quello del vicino.
I veri immobilisti, infondo, siamo proprio noi.
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Mirko e i furetti
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Messaggio da Mirko e i furetti » ven ott 01, 2010 12:32 pm

sono figlio di emigranti.
che sono emigrati all'estero e che sono emigrati in un'altra parte dell'italia (nel caso di mio padre) quando sono tornati.
e sono anche io un emigrante, emigrato prima all'estero e poi in un'altra parte dell'italia (se m'è concesso continuare a chiamarla così) quando sono tornato.

quindi so di cosa si sta parlando.

credo che la globalizzazione fosse inevitabile per una mera questione tecnologica.
quando hai a disposizione dei mezzi di trasporto che ti permettono di muovere merci e persone in maniera veloce e mezzi di comunicazione che ti permettono di comunicare in tempo reale con tutto il mondo la conseguenza è che ogni altra parte del mondo diventa vicina.

però credo che ci sia stata venduta, questa globalizzazione, veramente male.
me la ricordo ancora quella testa di minchia di tremonti, che quindici/sedici anni fa diceva quanto bella e buona fosse la globalizzazione, e quante grandi opportunità ci avrebbe dato la globalizzazione.

di stronzi che a quel tempo dicevano "guardate che la globalizzazione sposterà merci e persone, ma i capitali rimarranno sempre nelle stesse mani. e anzi aumenteranno, sempre in quelle mani e quelle degli operai diminuiranno" ce n'erano pochi, fra cui io.

ma noi eravamo quelli noiosi, quelli che "ancora parlavano di capitale".

ecco.

come dice france oggi sono i cervelli che sono costretti a scappare, perché altrimenti non avrebbero un futuro.
quella che ci fu venduta come un'opportunità magnifica, tralasciando il fatto che quella opportunità c'è sempre stata perché una persona qualificata all'estero è sempre stata considerata un valore, è diventata l'unica opportunità, spesso, non tanto per fare carriera ma, e parlo per esperienza personale, per fare un lavoro ed essere considerato veramente in base al lavoro che fai.

quando sveva sarà grandina spero di avere le palle, se lei vorrà, per spedirla in culo al mondo per fare le sue esperienze e soprattutto per capire come ci si sente "fuori casa" e cosa voglia dire essere a mille chilometri dalle proprie abitudini, amicizie e radici.
che è una cosa, che se tanti sapessero cosa significa, renderebbe il livello di coglionaggine dell'italiano medio di molto inferiore.

saluti espatriati
Mirko
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