Una paura strana
Essendo figli si presuppone che vengano amati all'infinito e allo stesso modo.
Ma Marì ha ragione.
Sono ALTRO da noi, e l'empatia a volte c'è e a volte non c'è.
Io e Kily andiamo all'unisono. Coccolona io, coccolona lei.
Io non amo il caos, lei è pacata.
Odio troppa gente attorno, lei si trova bene nei piccoli nuclei.
Mi piace stare sul lettone e lei ci starebbe sempre, anche solo a cazzeggiare.
Un secondo?
Chissà?
Sarebbe altro.
Come io sarei altro dalla mamma che sono stata per Kily.
Ci si riassetta, ci si rimodella, ci si sintonizza.
E poi a volte, la sintonia non c'è mai del tutto.
Mia sorella Francesca, la seconda (nata dopo 10 mesi dalla prima figlia glom) aveva zero sintonia con mia madre.
Ma zero.
Non si sono mai prese, mai capite, mai sostenute.
Ma si amavano e se mia madre aveva bisogno di qualcosa di urgente o importante, chiamava lei.
Ma Marì ha ragione.
Sono ALTRO da noi, e l'empatia a volte c'è e a volte non c'è.
Io e Kily andiamo all'unisono. Coccolona io, coccolona lei.
Io non amo il caos, lei è pacata.
Odio troppa gente attorno, lei si trova bene nei piccoli nuclei.
Mi piace stare sul lettone e lei ci starebbe sempre, anche solo a cazzeggiare.
Un secondo?
Chissà?
Sarebbe altro.
Come io sarei altro dalla mamma che sono stata per Kily.
Ci si riassetta, ci si rimodella, ci si sintonizza.
E poi a volte, la sintonia non c'è mai del tutto.
Mia sorella Francesca, la seconda (nata dopo 10 mesi dalla prima figlia glom) aveva zero sintonia con mia madre.
Ma zero.
Non si sono mai prese, mai capite, mai sostenute.
Ma si amavano e se mia madre aveva bisogno di qualcosa di urgente o importante, chiamava lei.
Che bello questo pensiero...caterina ha scritto: Mia sorella Francesca, la seconda (nata dopo 10 mesi dalla prima figlia glom) aveva zero sintonia con mia madre.
Ma zero.
Non si sono mai prese, mai capite, mai sostenute.
Ma si amavano e se mia madre aveva bisogno di qualcosa di urgente o importante, chiamava lei.
Aggiungo che il figlio diversissimo da te, quello con cui fai fatica a calibrare i tuoi comportamenti, e di cui fatichi a comprendere le reazioni, può essere un'avventura di mamma impegnativa ma appassionante.
E non è per nulla detto che l'estrema diversità rechi con sé la mancanza di empatia.
... anzi, confesso che spesso mi sento più "in idillio" con Alex (quello diverso) che con Fede (quello uguale a me), che, poverino, talvolta mi rimprovero di dare un po' per scontato, proprio perché prevedo meglio i suoi bisogni e i suoi problemi ragionando come ragiona lui.
Mia sorella soffriva molto della mancanza di empatia, della diversità tra lei e mia madre.Rie ha scritto:Che bello questo pensiero...
Aggiungo che il figlio diversissimo da te, quello con cui fai fatica a calibrare i tuoi comportamenti, e di cui fatichi a comprendere le reazioni, può essere un'avventura di mamma impegnativa ma appassionante.
E non è per nulla detto che l'estrema diversità rechi con sé la mancanza di empatia.
... anzi, confesso che spesso mi sento più "in idillio" con Alex (quello diverso) che con Fede (quello uguale a me), che, poverino, talvolta mi rimprovero di dare un po' per scontato, proprio perché prevedo meglio i suoi bisogni e i suoi problemi ragionando come ragiona lui.
Che poi...erano UGUALI.
Umorali, isteriche, a tratti dolcissime.
E per questo si scontravano duramente.
Non come madre e figlia, ma come due donne, anche quando mia sorella era piccola.
Forse perchè mia madre ha faticato molto con due figlie così vicine, anzi, è proprio crollata.
E forse in fondo in fondo non si capacitava di queste due figlie così vicine e così impegnative.
Ma davvero, nei momenti più duri, della malattia soprattutto, cercava sempre lei.
E mia sorella trovava conforto in questo abbandonarsi di mia madre. Per una volta potevano togliersi la maschera e affrontare qualcosa insieme.
Come te, anche io sto accarezzando il desiderio di una seconda maternità, ed ho paure per certi aspetti identiche alle tue, per altri opposte.
Mi spiego: ho vissuto la gravidanza di Cri in maniera letteralmente magica, ero una nuvoletta sospesa in cielo per tutti i nove mesi.
L'ho vissuto intensissimamente quando era nella mia pancia, per questo gli parlavo moltissimo, mi carezzavo la pancia in continuazione, ero attentissima a tutto quello che mangiavo o respiravo, ascoltavo musica, ed ero in uno stato di grazia assoluta.
Quando poi è nato, anch'io non ho avuto quell'immediatezza di amor perduto verso di lui e, soprattutto, causa allattamento difficile, stanchezza, inesperienza ed inconsapevolezza del totale stravolgimento che la maternità comporta, ho costruito il mio rapporto con lui a "marcia bassa", per poi ingranare pian piano che prendevo consapevolezza di quale dono meraviglioso fosse arrivato nella mia vita.
Ecco, pensando al secondo figlio, ho paura, per un verso, di non riuscire a rivivere quella simbiosi magica durante i nove mesi di attesa, perché troppo presa dal mio ometto, e per altro verso, di poterlo amare più intensamente e sin da subito di Cristian, perché più consapevole (già sul tema allattamento, so pr certo di volerlo allattare a lungo e, soprattutto, cosa fare e non fare perché questo avvenga, così come so che se piangerà perché vuol stare in braccio non dovrò avere titubanza alcuna nel tenrlo incollato a me anche 24h su 24 - mentre Cri ha passato molte ore solo sulla sdraietta ).
Insomma, queste sono le mie paure, e credo siano comuni a molte mamme alle prese con una seconda gravidanza (cercata o arrivata che sia), ma poi la penso come Clhoe, nel senso che, l'approccio potrà essere diverso - perché ognuna di noi è certamente cambiata nel frattempo -, ma ogni figlio non potrà non essere amato incondizionatamente ed infinitamente.
Forse solo in modo diverso, è questa rimane la mia paura di fondo (nel senso che la diversità di approccio possa essere PERCEPITA come amore diverso dai figli :mumble: )
Mi spiego: ho vissuto la gravidanza di Cri in maniera letteralmente magica, ero una nuvoletta sospesa in cielo per tutti i nove mesi.
L'ho vissuto intensissimamente quando era nella mia pancia, per questo gli parlavo moltissimo, mi carezzavo la pancia in continuazione, ero attentissima a tutto quello che mangiavo o respiravo, ascoltavo musica, ed ero in uno stato di grazia assoluta.
Quando poi è nato, anch'io non ho avuto quell'immediatezza di amor perduto verso di lui e, soprattutto, causa allattamento difficile, stanchezza, inesperienza ed inconsapevolezza del totale stravolgimento che la maternità comporta, ho costruito il mio rapporto con lui a "marcia bassa", per poi ingranare pian piano che prendevo consapevolezza di quale dono meraviglioso fosse arrivato nella mia vita.
Ecco, pensando al secondo figlio, ho paura, per un verso, di non riuscire a rivivere quella simbiosi magica durante i nove mesi di attesa, perché troppo presa dal mio ometto, e per altro verso, di poterlo amare più intensamente e sin da subito di Cristian, perché più consapevole (già sul tema allattamento, so pr certo di volerlo allattare a lungo e, soprattutto, cosa fare e non fare perché questo avvenga, così come so che se piangerà perché vuol stare in braccio non dovrò avere titubanza alcuna nel tenrlo incollato a me anche 24h su 24 - mentre Cri ha passato molte ore solo sulla sdraietta ).
Insomma, queste sono le mie paure, e credo siano comuni a molte mamme alle prese con una seconda gravidanza (cercata o arrivata che sia), ma poi la penso come Clhoe, nel senso che, l'approccio potrà essere diverso - perché ognuna di noi è certamente cambiata nel frattempo -, ma ogni figlio non potrà non essere amato incondizionatamente ed infinitamente.
Forse solo in modo diverso, è questa rimane la mia paura di fondo (nel senso che la diversità di approccio possa essere PERCEPITA come amore diverso dai figli :mumble: )
Sheireh ti capisco sai, credo che più in generale la nostra sia paura di essere inadeguate al "possibile" nuovo ruolo che ci troveremmo a ricoprire con l'arrivo del secondo cucciolo, paura di non saper gestire la situazione, ma non da un punto di vista organizzativo quanto affettivo, sapremo dare le giuste attenzioni al più "grande" con il piccolo/a che reclama? e viceversa? proveremo le stesse emozioni che abbiamo provato con il primo cucciolo o ci sembrerà tutto scontato? non so, spero di poterti rispondere fra qualche mese, per ora posso solo parlare come primogenita con una sorella minore che ha 7 anni meno di me, il nostro rapporto con mamma è assolutamente diverso, il mio più conflittuale e meno "appiccicoso" il suo l'opposto, ma non ho mai dubitato nemmeno nei momenti di normale "gelosia" che mia madre amasse lei più di me, sicuramente credo che la "preferisca" caratterialmente ma non certo che mi ami di meno, spero che se accdrà sarà così anche per i miei figli.
Avevo scritto senza leggere tutti gli interventi, e vedo che tutte (soprattutto chi già ha più di un figlio) confermano che l'intensità dell'amore è uguale, ma diverso è il modo di rapportarsi a loro, perchè LORO sono diversi.
Io non ho dubbi che sia così, ma penso anche che siamo diverse anche NOI MAMME nell'approcciarci alle varie gravidanze/puerperii
Ed è fondamentalmente da qui che nasce la mia pura recondita: so già che mi approccerò diversamente al secondo figlio indipendentemente dalla sua diversità rispetto al primo figlio, ed anche a fronte di caratteristiche caratteriali uguali potrà essere differnente il comportamento in dipendenza di quante conoscenze e sicurezze in più avrò acquisito sul mio ruolo di madre.
Insomma, e come se il primo facesse un pò da "cavia" (lasciatemi passare il termine) su cui ci facciamo le ossa...e con il secondo riuscissimo ad essere più adeguate al ruolo perché più consapevoli ed informate.
Io non ho dubbi che sia così, ma penso anche che siamo diverse anche NOI MAMME nell'approcciarci alle varie gravidanze/puerperii
Ed è fondamentalmente da qui che nasce la mia pura recondita: so già che mi approccerò diversamente al secondo figlio indipendentemente dalla sua diversità rispetto al primo figlio, ed anche a fronte di caratteristiche caratteriali uguali potrà essere differnente il comportamento in dipendenza di quante conoscenze e sicurezze in più avrò acquisito sul mio ruolo di madre.
Insomma, e come se il primo facesse un pò da "cavia" (lasciatemi passare il termine) su cui ci facciamo le ossa...e con il secondo riuscissimo ad essere più adeguate al ruolo perché più consapevoli ed informate.
Forse è vero... non è mancanza di empatia... ma solo diversità.Rie ha scritto:
E non è per nulla detto che l'estrema diversità rechi con sé la mancanza di empatia.
... anzi, confesso che spesso mi sento più "in idillio" con Alex (quello diverso) che con Fede (quello uguale a me), che, poverino, talvolta mi rimprovero di dare un po' per scontato, proprio perché prevedo meglio i suoi bisogni e i suoi problemi ragionando come ragiona lui.