quanto/cosa raccontare di sè ai figli

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Chloe83

quanto/cosa raccontare di sè ai figli

Messaggio da Chloe83 » lun set 13, 2010 7:22 pm

Io sono stata un'adolescente (e anche pre e tardo adolescente, diciamo dai 13 ai 22 anni) a dir poco irrequieta.
Ho avuto una serie di problemi, sono uscita di casa molto presto, ho cambiato 3 città in 4 anni, sono tornata regolarmente a casa all'alba, ho avuto storie d'amore discutibili.
Niente di quello che spererei per mia figlia, insomma.
Quando qualcuno, scherzando, mi dice "uh gliene raccontiamo delle belle quando cresce!" a me viene, d'istinto, paura.
Paura che non mi "riconosca" in quello che ero, che non possa stimarmi in quella versione.
Paura che possa decidere di emularmi, che se certe cose le ha fatte la mamma allora si possono fare.
E non so, alla lunga, come pormi.
In via di principio penso che un'adolescenza travagliata, per un genitore, sia una risorsa, che renda più facile essere empatici. E sempre in linea di principio non vedo perchè dovrei rinnegare il mio passato. Anche se certamente non le narrerei la mia autobiografia integrale (gliene fregherebbe pure poco suppongo, ha tutta la sua vita da vivere, sai che palle ascoltarsi la mia) mi sembra però anche difficile che, negli anni, parlando, non saltino fuori dettagli sparsi che comunque le costruiscano un eloquente quadro di insieme.
Un quadro che fa abbastanza a cazzotti con "l'iconografia della maternità", con quello che probabilmente una figlia si aspetta dalla madre, e magari a essere onesta sull'argomento rischierei solo di destabilizzarla.
Ora ovviamente il "problema" è assai lontano.
Però ogni tanto me lo chiedo, e allora vi giro la domanda: quanto è giusto raccontare di sè ai figli?
Solo il buono? Solo quello che può esser visto come educativo? Solo la storia che li concerne (quindi dall'incontro con il loro padre in poi)? Quanto, e cosa, è giusto edulcorare?


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Sheireh
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Messaggio da Sheireh » lun set 13, 2010 7:29 pm

Io credo che i figli imparino a separare la mamma-genitore dalla mamma-bambina, mamma-adolescente, etc. e che sia costruttivo anche raccontare cose un po' fuori dal "lecito" che vorremmo noi per loro, magari.
Come mostriamo loro che possiamo essere tristi, che sbagliamo, non vedo perché non raccontare di come potevamo essere un po' pazzi o non proprio "giusti" nei nostri anni passati.

Avere come riferimento un genitore che sembra essere stato solo buono e bravo rischia di creare in un figlio un possibile senso di colpa nei momenti in cui farà le "cretinate" dell'adolescenza e si rischia di tranciare un po' il dialogo in merito.

Però parlo solo per esperienza diretta e per teoria che mi son fatta io.
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France
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Messaggio da France » lun set 13, 2010 7:48 pm

Bella domanda.

Posso solo fare delle supposizioni perché credo che deciderò sul momento, quando mi si presenterà l'occasione, e molto dipenderà dal carattere dei miei figli.

Il mio babbo è stato una persona praticamente perfetta, ha studiato, non ha mai frequentato brutte compagnie, ha avuto solo un paio di donne delle quali una l'ha sposata poco più che ventenne, dopo un paio d'anni ha fatto me.

Si è fatto valere sul lavoro sin da subito ed ha raggiunto,sempre lavorativamente parlando, il massimo a cui un diplomato poteva aspirare (non ha fatto l'università perché i suoi genitori non lo hanno mandato per questioni economiche).

Boh, io da una parte sarei voluto essere come lui, dall'altra io la mia giovinezza me la sono vissuta molto più intensamente di lui, mi sono divertito molto di più, ho fatto molte più esperienze, da tutti i punti di vista.

Sicuramente ci sono dei valori che vorrei insegnare ai miei figli, e nel loro crescere vorrei che seguissero quelli più che le gesta di chi lo ha preceduto...
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Messaggio da Elen » lun set 13, 2010 8:27 pm

Ci penso anche io a quando verranno questi momenti.
Il lato "discutibile" della mia vita è cominciato a 19 anni. Un anno dopo l'essermi trasferita qui a Roma. Avevo acquisito sicurezza in una città non mia, avevo abbandonato la veste della ragazzina timida che non spiccica parola e di conseguenza mi sentivo anche più forte.
Sono stati anni turbolenti, fino ai 24 {quando poi ho conosciuto Stefano} e non vorrei nascondergli nulla.
M'immagino sinceramente che i nostri figli vorranno ascoltare i racconti sulla nostra vita, purchè siano sinceri e schietti, non romanzati. Io ho sempre desiderato ascoltare la storia dei miei genitori, per esempio. Ma loro ne parlano molto poco, perchè hanno sempre avuto paura che soprattutto io {figlia femmina} potessi emulare mia madre {fuitina e matrimonio a 16 anni}, senza però contare il fatto che da allora erano passati 20 anni e la ragazzina che ero io non era per nulla simile alla ragazzina che invece era mia madre e che loro stessi come genitori non erano per nulla simili ai miei nonni.
Poi, oltre alla curiosità, al naturale interesse che secondo me un figlio nutre nei confronti della vita dei propri genitori, ci sta anche il fatto che un genitore che abbia condotto un certo tipo di vita, che abbia fatto cose non proprio da manuale, sia più umano agli occhi di un figlio e magari anche più "competente", più in grado di metter bocca in certi argomenti proprio perchè a suo tempo ha provato anche lui certe cose.
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la eli
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Messaggio da la eli » lun set 13, 2010 10:12 pm

Io ci sono passata in senso lato in questa fase del "raccontare la mia vita passata" a mia sorella, che per differenza d'età e rapporto affettivo, sento più figlia che sorella.
Io le ho raccontato tutto, ma tutto tutto, alcune cose le sappiamo solo io e lei.
E' stato un percorso naturale, lei aveva molta curiosità di sapere di me adolescente e giovane adulta.
Ma è avvenuto poco tempo fa, diciamo da qualche anno anno a questa parte.
Conoscere anche la mia "parte oscura", ha rafforzato ancora di più il suo affetto verso di me anche perché probabilmente mi aveva un pò mitizzato come figura e ora le sembro più "umana" (passatemi i termini perché stasera non mi vengono le parole...)

Mio figlio, che ha 4 anni e mezzo, è già molto curioso sulla vita mia e di mio marito, sulla nostra vita "prima di lui" e credo continuerà ad esserlo.

Secondo me non dovrebbero esservi reticenze (mi riferisco ai figli più grandicelli dei nostri), non credo che scatti il rischio emulazione.

e poi un'altra cosa... io ho saputo molto della vita "oscura" di mia madre da terze persone e questo mi ha causato non pochi problemi nel già travagliato rapporto che avvevo con lei.
losbanos

Messaggio da losbanos » lun set 13, 2010 10:28 pm

Mah... io non reputo necessario raccontare più di quanto loro chiedono.
E si valuterà strada facendo, a seconda delle situazioni che si presenteranno.
Gwen

Messaggio da Gwen » mar set 14, 2010 8:13 am

losbanos ha scritto:Mah... io non reputo necessario raccontare più di quanto loro chiedono.
E si valuterà strada facendo, a seconda delle situazioni che si presenteranno.
ma che vuol dire los?
E se loro chiedono come hai vissuto il sesso?Se hai mai fatto uso di droghe?Se ti sei mai ubriacato?
Io ho i miei problemi, come Chloe. Se da un lato condivido quello che dice Ilaria non credo che faccia bene a mia figlia sapere che ABNORMI cazzate ho commesso.
Avrei paura che vedendo che è andato comunque alla fine tutto bene (puro culo) allora pensasse che ste cose non siano poi così gravi.
Oppure il classico meccanismo "tu lo hai fatto quindi non puoi dirmi che non devo farlo".
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manu
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Messaggio da manu » mar set 14, 2010 8:21 am

Gwen ha scritto:ma che vuol dire los?
E se loro chiedono come hai vissuto il sesso?Se hai mai fatto uso di droghe?Se ti sei mai ubriacato?
Io ho i miei problemi, come Chloe. Se da un lato condivido quello che dice Ilaria non credo che faccia bene a mia figlia sapere che ABNORMI cazzate ho commesso.
Avrei paura che vedendo che è andato comunque alla fine tutto bene (puro culo) allora pensasse che ste cose non siano poi così gravi.
Oppure il classico meccanismo "tu lo hai fatto quindi non puoi dirmi che non devo farlo".


ci sarà il momento della bugia/omissione e il momento del racconto.

ti parlo delle mie sorelle 13enni. io a loro non dirò mai delle mie ciucche giovanili. a 13 anni si sentirebbero autorizzate a poter fare lo stesso.
a 18 anni, se me lo chiederanno nuovamente, potrò raccontare qualcosa.
a 22 anni racconterò il resto.

fino a poco fa pensavano che io e il mio compagno non ci fossimo ai baciati (pur vivendo insieme). non so come, ma di botto hanno saput che ci siamo baciati e abbiamo anche fatto l'amore e un giorno è arrivato loro nipote.
ecco, non ci fosse stata la questione di loro nipote, io non avrei sentito la necessità di confermare l'esistenza di rapporti sessuali nella mia vita. non è il momento in cui hanno la "necessità" di sapere queste MIE cose.

ma faccio distinzioni di anni in cui passare o meno un'informazione, solo perchè ho appurato, sempre attraverso loro, che il fatto che un adulto intorno a loro abbia fatto una cosa, sembra autorizzarle a poter fare lo stesso indipendentemente dalletà che loro hanno
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