Vivere l'infertilità

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Vivere l'infertilità

Messaggio da Scrj » lun nov 22, 2010 4:52 pm

Un bellissimo articolo per capire cosa passa per la testa di chi vive sulla propria pelle l'infertilità.
Per aiutare coloro che si trovano nella situazione di avere familiare/amici con questo problema.
E sperando di non trattare questi temi in maniera TROPPO superficiale (un po' di superficialità ogni tanto ci vuole ed è sana, ma non troppa).
Non ho molto da aggiungere a questo articolo, che trovo esaustivo, fin troppo.

http://www.iss.it/rpma/glos/cont.php?id=150&lang=1&tipo=17

Vivere l'infertilità
L'infertilità causa sofferenza e può attivare una crisi personale e di coppia particolarmente difficile. Evoca sentimenti complessi e profondi, alcuni dei quali riemergono dall'infanzia.

Pone anche l'esigenza di fare delle scelte molto importanti come quella di adottare, ricorrere ad un trattamento di PMA o accettare di vivere senza figli.

Accanto alla sofferenza causata dall'infertilità, inoltre, può esistere un ulteriore fattore di stress dato dall'impegno che richiede un trattamento di PMA. Accettare le difficoltà psicologiche e conoscerle può essere un modo per iniziare a superale: in queste pagine proponiamo una informazione introduttiva sul vissuto dell'infertilità.

Affrontare lo stress
Non poter avere figli causa il sentimento di un vuoto enorme nella propria vita. L’infertilità può creare una delle peggiori crisi esistenziali individuali o di coppia.

L’incapacità a lungo protratta di avere figli può evocare sentimenti di perdita. Una diagnosi di infertilità è spesso all’origine di depressione, ansia, sentimenti di vergogna e fallimento per non aver potuto realizzare appieno la propria identità sessuale.

Causa spesso difficoltà nelle relazioni familiari e sociali, e tendenza all’isolamento.
In particolare, tutte le occasioni sociali che propongono la presenza di bambini, rievocano il fantasma della "culla vuota", fanno riemergere di continuo l’impotenza a generare.

Per le donne, la sofferenza può essere lacerante.

Molte di esse vivono l’infertilità con un carico di ansia e depressione paragonabili a quelle di solito connesse a condizioni gravi come il cancro, la sieropositività o il dolore cronico.

Infine, decidere di affrontare l’infertilità espone all’incertezza.

Iniziare un percorso di PMA significa, in primo luogo, essere disposti a tollerare l’incertezza del risultato a fronte di un investimento emotivo, economico e organizzativo enorme. Un ciclo di speranza e di delusione che può ripetersi molte volte, e che pone la necessità continua di fare delle scelte, di prendere delle decisioni, e soprattutto, di mettersi continuamente in discussione per decidere per quanto tempo ancora andare avanti.

Le difficoltà emotive più frequenti
Esistono oramai molti studi sullo stress e le difficoltà emotive delle coppie che soffrono di infertilità.
Questo ha permesso di evidenziare alcuni nodi psicologici particolarmente diffusi e problematici, che possono essere così sintetizzati:

a)
La prima reazione in chi riceve una diagnosi di infertilità è quella della perdita di fiducia. Si tratta della fiducia primaria, infantile che fa confidare nell’esistenza di un ordine naturale universale, a cui tutti apparteniamo.

Un corpo che non risponde alle aspettative di generatività, è un corpo in qualche modo escluso dall’ordine naturale, poiché generare è una capacità biologica naturale, condivisa da tutti gli esseri viventi. Un corpo infertile è un corpo che incrina l’ identità di genere, soprattutto femminile.

b)
L’infertilità, può incrinare il significato della vita sessuale. La finalizzazione forzata dei rapporti sessuali alla procreazione rischia di impoverire la sessualità dal punto di vista affettivo e interpersonale.

D’altra parte, l’attività sessuale, spogliata della sua potenziale funzione procreativa può essere vissuta come meccanica e priva di senso. Il pensiero costante e intrusivo dell’infertilità può far sentire come se il medico fosse permanentemente presente, anche nella propria camera da letto.

In questo modo l’intimità di coppia non è di nessun conforto, e anzi diviene occasione per mettere in evidenza la reciproca ineludibile interdipendenza biologica e la "colpa" del partner infertile.

c)
Il sentirsi in colpa per l’infertilità è quasi inevitabile. Nel tentativo di dare un nome alla colpa, l’accusa ricade sulle precedenti scelte, sugli incontri sessuali del passato, sull’incuria verso il proprio corpo, sulla decisione di fare figli quando oramai è troppo tardi.

Nella coppia, ciascuno dei due è invaso da dubbi e da risentimenti verso l’altro che possono mettere a dura prova l’unione coniugale, anche nei casi in cui la comune sofferenza tende a mantenere la reciproca dipendenza.

d)
L’infertilità genera incertezza e perdita di controllo sul proprio corpo e sulla propria vita.
Durante un trattamento di PMA la dipendenza dal medico, anche psicologica, può essere enorme.

La propria impotenza a generare può rievocare l’impotenza del bambino piccolo nei confronti del genitore, sentimento che porta ad un attaccamento emotivo nei confronti del medico, l’adulto potente che grazie alla scienza potrà realizzare "il miracolo".

e)
La vita si divide tra l’attività nel mondo, dove tutto in apparenza continua come prima, e la vita privata dominata dal "segreto" dell’infertilità, in cui in cui tutto è sospeso e difficile se non impossibile da controllare.

Così la fiducia nella propria capacità di incidere con le scelte e le azioni sulla realtà, fondamentale per il senso dell’io, è messa in scacco da un corpo che non risponde e che è in "mano ad altri".

f)
La percezione del tempo, cambia profondamente:
Il trascorrere del tempo, il suo cammino inarrestabile, è percepita con una acutezza dolorosa.

Il tempo è per un verso ciclico, in cui ad ogni ciclo mestruale si riattiva la speranza e tutto sembra fermarsi in attesa della risposta che può cambiare la vita, e per l’altro lineare: i bambini "degli altri" crescono, diventano adolescenti, la vita procede e la menopausa si avvicina velocemente.

Il pensiero del tempo che avanza verso la vecchiaia e la morte, è, in assenza di figli, privo del conforto della posterità, della possibilità di lasciare qualcosa di sé nel mondo, di ciò insomma che rende umana e tollerabile la prospettiva della fine della vita.

g)
Le relazioni familiari e sociali in genere, sono occasioni continue di confronto con la propria infertilità.
Il mondo è popolato dagli "altri", quelli che hanno avuto bambini, e che non fanno che proporli: il parco, il cinema, i supermercati, le strade sono piene di bambini e delle loro immagini utilizzate per ogni cosa.

I compleanni, le feste, le celebrazioni, creano disagio e sofferenza, e acutizzano la percezione della propria diversità. Chi cerca di "sdrammatizzare" non fa che banalizzare senza alcuna sensibilità, e il tentativo di dare consigli, spesso insensati e fuori luogo, non fa che peggiorare la situazione.

Alcuni consigli utili su come affrontare lo stress da infertilità
Molti psicologi e counselor si sono occupati, negli ultimi anni, quasi esclusivamente della sofferenza psicologica causata dall’infertilità. Questo ha consentito loro di acquisire una notevole esperienza nell’aiuto alle coppie e una conoscenza specifica del problema.

Le associazioni dei pazienti e le società scientifiche di medicina della riproduzione hanno fatto tesoro della loro esperienza e hanno sintetizzato alcuni consigli utili per i pazienti. In queste pagine abbiamo raccolto le indicazioni principali:

Accetta la crisi
L’infertilità può essere una delle maggiori sfide della tua vita. Non fare "finta di niente": riconoscere la difficoltà e accettare le emozioni (comprese le crisi di pianto e la rabbia) è la condizione indispensabile per elaborarle.

Impara a parlare del tuo problema di infertilità
Decidi con il partner, cosa e quanto volete informare gli altri riguardo alla vostra infertilità, per tutelare la vostra intimità e privacy. Non è opportuno nascondersi, ma non è affatto necessario esporsi al rischio dell’incomprensione e dell’indifferenza soprattutto riguardo ad aspetti psicologicamente delicati. Scegli consapevolmente con chi, quando, come e di cosa vuoi parlare.

Non sentirti in colpa
Resisti alla tentazione di prendertela con te stesso e di accusarti per tutte le scelte fatte finora (aborti, ritardi nella pianificazione familiare, scarsa cura del proprio corpo, ecc). Farsi catturare dai "cattivi" pensieri non può far altro che peggiorare le cose, mentre occorre concentrarsi sul futuro.

Sii solidale con il tuo partner
La collaborazione e comprensione reciproca sono fondamentali. Questo significa anche e soprattutto saper riconoscere e accettare le reazioni psicologiche dell’altro (che possono essere diverse dalle tue) e aiutarlo tenendo conto di ciò di cui ha bisogno.

Aggiornati il più possibile
Leggi il più possibile sull’infertilità e chiedi informazioni al tuo medico e alle altre coppie che affrontano il tuo stesso problema di infertilità. Oltre ai libri, consulta internet e mettiti in contatto con le comunità virtuali di pazienti.

Decidi per quanto tempo vuoi provare ancora
Alcune coppie decidono sin dall’inizio che non "si arrenderanno" fino a che non avranno realizzato il loro desiderio di avere un figlio. Per altri, invece, stabilire un limite di tempo e di risorse, anche emotive, da destinare al progetto procreativo, può essere importante. Decidere, riconoscendo e accettando i propri limiti, pur restando liberi di rivedere la propria decisione, può avere l’effetto positivo di sentirsi maggiormente padroni della propria vita e più in grado di fare fronte all’incertezza del risultato.

Decidi quanto vuoi spendere
La PMA può essere costosa, e questo può causare un forte stress aggiuntivo. Informati sui costi relativi alle differenti tecniche e pianifica in anticipo l’entità e la durata della spesa che ritieni di poter sostenere.

Chiedi aiuto se ne senti il bisogno
Spesso la sofferenza causata dall’infertilità è sottovalutata da chi ti circonda e in generale dalla società. Questo non fa che aumentare il desiderio di solitudine e di isolamento. Invece, condividere la propria esperienza e le proprie emozioni, anche negative, può essere di grande aiuto. Rivolgiti ad uno specialista (counselor o psicologo) o più semplicemente tieniti in contatto con coppie o associazioni di pazienti.

Evita le occasioni sociali in cui incontreresti bambini
Compleanni, festeggiamenti, festività, sono occasioni, in genere, per incontrare i bambini "degli altri". Vedere bambini, per chi soffre di infertilità, può essere un’esperienza dolorosa. E’ preferibile spiegare il proprio disagio e declinare un invito che partecipare, senza alcuna gioia, ad eventi e celebrazioni piacevoli e vitali per tutti gli altri.

Non essere né troppo ottimista, ne troppo pessimista
Cerca di calibrare ottimismo e pessimismo in base alla tua concreta situazione valutata con il massimo realismo possibile. Il modo migliore per farlo è quello di tenere conto delle percentuali di successo della tecnica che stai utilizzando, relative al tuo particolare problema di infertilità, e se sei una donna, alla tua età.

Coltiva altri interessi e non trascurarti
Un trattamento di PMA può essere impegnativo quasi come se fosse lavoro a sé. Non lasciarti assorbire completamente dal tuo problema di infertilità, esisti anche tu. E’ importante conservare il senso della propria integrità e identità, mantenendo uno spazio mentale e un tempo libero dalla preoccupazione e dall’ansia causate dall’infertilità.

Prova a rilassarti
Esistono delle tecniche di riduzione dello stress come lo yoga o la meditazione, molto utilizzate e consigliate. Anche l’esercizio fisico può essere di aiuto nel contenere la tensione emotiva.

Riferimenti bibliografici

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B.J. Oddens, I. den Tonkelaar, H.Nieuwenhuyse, Psychosocial experiences in women facing fertility problems. A comparative study, in "Human Reproduction", 1999, vol.14, num.1, pp.255-261

Comitato Nazionale per la Bioetica, La fecondazione assistita, vedi capitolo sugli aspetti psicologici, 17 febbraio 1995, Roma.

S. Fassino, A. Pietro, V. Piccioni, L. Garzaro, Anxiety, depression and anger suppression in infertile couples: a controller study, in "Human Reproduction", 2002, vol.17. num.11, pp.2986-2994;

D. Guerra, A. Llobera, A.Veiga, P.N.Barri, Psychiatric morbidity in couples attending a fertility service, in "Human Reproduction", 1998, vol.13, num.6, pp.1733-1736

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K. Hammarberg, J. Astbury, H.W.G. Baker, Women’s experience od IVF: a follow-up study, in "Human Reproduction", 2001, vol.16, num.2, pp.374-383;

R. J. Leff, The baby-makers. An in-depth single-case study of conscious and unconscious psychological reactions to infertility and baby-making techonoly, in "British Journal of Psychotherapy", 1991. vol.8, num.3, pp.278 e ss.

B. E. Menning, The emotional needs of infertile couples, in "Fertility and Sterility", 1980, num.34, pp.313-319;

A. Moller, K. Fallstrom, Psychological consequences of infertility. A logitudinal study, in "Journal of Psychosomatic Obstetrics and Ginaecology", 1991, num.12, pp.27-45;

Ch. R. Newton, W. Sherrard, I. Glavac, The fertility problem inventory: measuring perceived infertility-related stress, in "Fertility and Sterility", 1999 (july), vol.27. num.1, pp.54-62;

RESOLVE (The National Infertility Association), Coping with infertility, nella sezione "Learn" del sito dell’associazione: http://www.resolve.org

SART (Society for Assisted Reproductive Technology), Preparing for IVF: emotional considerations, nella sezione "Guide" del sito della società: http://www.sart.org

ASRM (American Society for Reproductive Medicine), Fact Sheet: Stress and infertility, nella sezione "for patients" del sito dell’associazione, http://www.asrm.org

T. Wischmann, H. Stammer, H. Scherg, I. Gerhard, R. Verres, Psychosocial characteristics of infertile couples: a study by the "Heidelberg Fertility Consultation Service", in "Human Reproduction", 2001, vol.16. num.8, pp.1753-1761;


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Messaggio da Scrj » lun nov 22, 2010 4:54 pm

Mi piacerebbe sapere, da chi ha avuto il coraggio (ahahah) di leggere tutto, cosa lo ha colpito di questo articolo.
Giulia1970
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Messaggio da Giulia1970 » lun nov 22, 2010 4:58 pm

Io l'ho letto col metodo "lettura veloce stile woody Allen" (hai presente? "ho finito di leggere "guerra e pace", parla della Russia) e mi sembra magnifico, non condivido il punto in cui consiglia di evitare le occasioni sociali con bambini altrui. A volte quando si è tristi nessuno sa consolare come un bambino! Certo, parlo io, che una volta mi son messa a piangere dopo un Battesimo.
lory76

Messaggio da lory76 » lun nov 22, 2010 5:01 pm

Scrj ha scritto:Mi piacerebbe sapere, da chi ha avuto il coraggio (ahahah) di leggere tutto, cosa lo ha colpito di questo articolo.
Piu' che colpito, direi che non condivido il consiglio di evitare la frequentazione sociale di bambini, per evitare di acutizzare la sofferenza.

A parte che pare impossibilie poter fare una vita ignorando la "visuale" di un bambino che sicuramente provochera' sofferenza ogni volta.

Credo dovrebbe esserci un'aiuto a superare questo "ostacolo" anziche' invitare ad evitare l'oggetto del malessere.

Non so, forse, non ho interpretato bene il punto, ma non mi suona bene.
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Messaggio da Scrj » lun nov 22, 2010 5:07 pm

Io l'ho interpretato come un "se ti fa soffrire, allora...".
Cioè, non condivido l'evitare in toto le situazioni sociali ma ci sono momenti in cui per lavorare sopra il proprio malessere devi EVITARLO.
Così solo puoi avere la lucidità per trovare la forza/voglia di lavorare su di te.
Io spesso ho evitato, ve lo giuro.

Come spesso pregavo in ogni lingua che le cene con amici che non si vedevano da un po' non iniziassero con "vogliamo annunciare...." " vogliamo festeggiare...".
è sbagliato, lo so, ma quando non si ha la misura del dolore, bisogna trovarla e se per trovarla è necessario evitare, allora ben venga.

Poi è ovvio che deve essere una situazione momentanea.
lory76

Messaggio da lory76 » lun nov 22, 2010 5:28 pm

Ecco, compreso il significato.
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Simom
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Messaggio da Simom » lun nov 22, 2010 5:28 pm

mi ha colpito la parte dove dice di essere solidale con il partner, penso ci voglia davvero tanto amore.
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acqualimpida
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Messaggio da acqualimpida » lun nov 22, 2010 5:35 pm

l'ho stampato per leggerlo con calma..dai titoli in grasseto sembra riassuma i sentimenti che sto vivendo.. :cry:
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