Come siamo nati

Elen
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Come siamo nati

Messaggio da Elen » mar gen 19, 2010 11:27 pm

Ricordo che gli ultimi giorni prima del parto, credo gli ultimi 10/15, piangevo a dirotto e mi sentivo in colpa. Pensavo a come sarebbe stata stravolta la mia vita per sempre. Non sarei più stata sola, nel bene e nel male, neppure mentre sarei stata in bagno.
A ripensarci bene, proprio sabato pomeriggio, mentre mi asciugavo i capelli dopo la doccia e Stefano era sulla porta, con in braccio Andrea {l'aveva portato a "visitarmi" per tutto il tempo che ero stata in bagno}, ho quasi urlato "Posso almeno asciugarmi i capelli in solitudine??".
Ricordo che in quegli ultimi giorni di giugno, passavo le giornate a recriminare a mio marito il fatto che lui sarebbe uscito ancora da solo con gli amici, avrebbe percorso le strade di Roma sempre in scooter da solo, avrebbe continuato a giocare a calcetto e avrebbe anche potuto andare al cinema a vedersi l'ultimo "Harry Potter", se proprio voleva rischiare di essere mollato.
Trascorrevo le ore tra letto e sedia a dondolo, davanti al pc, stringendo i denti ad ogni contrazione, contando i minuti che trascorrevano tra l'una e l'altra, domandandomi quand'è che sarebbero diventate regolari e tali da farmi capire che era arrivato il momento.
Un momento che sembrava non voler arrivare, nonostante molti medici mi avessero detto che avrei partorito prima del termine, poichè già dal terzo mese era evidente che il pargolo sarebbe stato di considerevoli dimensioni.
E invece no, niente.
Avevo preparato la valigia i primi di maggio, una notte in cui m'era preso il pianto convulso e la paura di un parto prematuro, con Stefano che mi chiedeva quale pigiamino mi sarebbe piaciuto mettere nella busta del primo giorno e quanti calzini avrei voluto portare.
A 38 settimane, per un giorno intero non l'avevo sentito e arrivai isterica alla sera, provando a svegliarlo spingendo qui e lì sulla pancia, mettendoci sopra l'auricolare del lettore cd, con "Aria" di Gianna Nannini a palla... la canzone della nostra gravidanza, la nostra prima ninna nanna. Nulla, non si muoveva. Chiamai Stefano al lavoro e di corsa venne a casa, per portarmi al Gemelli, in pronto soccorso.
Stava dormendo. Andrea dormiva da ore ed ore. Probabilmente faceva il pieno di riposo per i mesi che sarebbero venuti poi.
E da lì decisi che, prima sarebbe venuto fuori, meglio sarebbe stato: non avrei più vissuto con l'ansia di non avere sue notizie per giorni.Diedi il via allo sfratto.
L'ultima settimana mi dedicai totalmente alla casa, rivoltandola per l'ultima volta "come un pedalino", salendo e scendendo dagli sgabelli per pulire i vetri, chinandomi per arrivare nell'ultimo millimetro del cristallo della doccia.
Niente, nonostante tutto, le contrazioni restavano irregolari.
Il 6 luglio cenammo con bistecca e pomodori ciliegino e mais conditi con olio e sale.
Dopo cena mettemmo il collare a Lula, la nostra pinscherina, e andammo a fare una passeggiata e prendere un gelato.
Nessuno di noi tre sapeva che sarebbe stata l'ultima boccata di tranquillità.
Al ritorno a casa, ci ricordammo le parole della ginecologa del consultorio: "Anche il rapporto sessuale può aiutare a far partire il travaglio".
Nessuno di noi due sapeva che quella sarebbe stata l'ultima volta per mesi.
Alle 1.50 di notte del 7 luglio, comincio a contare le contrazioni. Una ogni dieci minuti, regolari ma sopportabili.
Stefano dorme, io mi rigiro nel letto fino a quando non mi fermo per un po' e cado in un sonno leggero e continuamente interrotto dal dolore.
Ad un certo punto, Stefano mi sente soffiare col naso e mi domanda "Come stai?"
Io "Mi aiuti ad alzarmi?" Ormai negli ultimi giorni avevo bisogno di una mano per sollevarmi dal letto, la pancia pesava troppo per riuscire a girarmi comodamente da sola.
Mi aiuta.
Mi metto seduta sul bordo del letto.
Aspetto un attimo.
Bagno il materasso.
Sono le 4.45.
Dopo il primo attimo di panico "Oddio, mi sa che ho rotto le acque!", un asciugamano letteralmente zuppo tra le cosce, mi alzo "Vado a farmi una doccia, tu chiama tua madre, io chiamo la mia".
Arriviamo in clinica alle 5.45, raccomandando a Stefano di farmi una ricarica sul cellulare il prima possibile. Suoniamo al campanello, entriamo nella saletta di primo soccorso e l'ostetrica, dopo aver raccolto i miei dati e guardato gli esami della gravidanza, rompe ancora di più il sacco, facendomi urlare per la prima volta. Dopo mi prepara per il monitoraggio. Sono solo a 4 cm di dilatazione e alle 6.45 mi portano in stanza, mandando via Stefano dopoo avermi aiutata a cambiarmi, lasciandomi sola. Quanto amo questo marito mio, anche se ogni tanto gli spaccherei la capoccia!
Nella camera che mi hanno assegnato c'è Daniela, una ragazza che ha partorito il giorno prima con cesareo, dopo un'induzione andata male. Mi racconta il suo parto e mi vengono i brividi, ma durano pochissimo, poichè alle 7.00 o poco più inizia il mio vero travaglio.
Sento la contrazione arrivare, salire, diminuire d'intensità e poi di nuovo salire. Chiamo Valentina, l'ostetrica, più di una volta e mi dice di star calma, di respirare, di camminare, di mettermi su un fianco, di rilassarmi, di riposarmi tra una contrazione e l'altra.
Cazzo. Le pause tra una contrazione e l'altra non mi danno neppure il tempo di respirare, come faccio a riposarmi? Mi sento presa in giro!
Nelle mille manovre per girarmi e trovare una posizione confortevole mentre mi dimeno come una serpe su quel lettino, mi sale la nausea {pessima compagna di quasi tutta la gravidanza} e vomito bile e la buccia dei ciliegino della sera prima.
Cazzo. Ecco che mi sono pure vomitata addosso! Aiuto! Qualcuno mi aiuti almeno a cambiarmi, che non riesco neppure a muovermi in maniera coordinata!!
Arriva quella santa di Valentina e mi aiuta a cambiarmi. Ancora mi rassicura e mi ripete qualche tecnica per aiutarmi a vivere meglio il travaglio. Sono ancora le 9.05, chissà quante ore ancora mi aspettano, dopo tutto sono una primipara e il canale è ancora aperto di 4 cm!
Alle 9.15 la richiamo "Valentina, perdonami, ma ti prego, ma io sento di dover spingere.
"No, Rosaria. Non è possibile. Sei solo a 4 cm!"
"Ti prego visitami! Io devo spingere!"
"Ma no! Dieci minuti fa eri a 4 cm! Dai che ti faccio un clistere così ti aiuta!"
"Valentina, NONE! Visitami adesso che devo spingere!!"
Mi visita.
"Rosaria, chiama tuo marito e prepara le cose di Andrea, una copertina o un asciugamano per avvolgerlo, che mando i colleghi."
"Eh?"
"Scendiamo in sala parto, sei a 8 cm!"
{E mentre scrivo ho la pelle d'oca e un nodo in gola}
Marito. Devo chiamare mio marito.
Prendo il telefonino, ma... Non ho credito! Maledizione! Allora mi rivolgo all'altra ragazza, le chiedo di chiamare lei mio marito per piacere se può e mi chiede ovviamente il numero di telefono... ma io non lo ricordo! Non ricordo il numero di telefono di casa mia nè quello del cellulare di mio marito!! Per fortuna esiste la rubrica del telefonino, sulla quale cerco il numero di cellulare... in quel frangente mi sono scordata pure che sulla stessa rubrica c'è segnato il numero di telefono di casa. Vabbè.
Si, Stefano è stato avvisato, intanto ho la lucidità mentale per pensare che è meglio portare un asciugamano per Andrea, perchè la copertina figa fatta all'uncinetto dalla nonna ventotto anni prima si sarebbe sporcata.
Monto sul lettino a fatica, arranco nell'arrampicarmici sopra, ormai le contrazioni non hanno pause. Dopo poco vengono a prendermi.
E' orrendo essere scarrozzati in lettino!
Arriviamo in sala parto, mi trasferiscono sul lettinoda parto e io temo che Stefano non arrivi, ma non fanno in tempo a mettermi l'agocannula {maledetto aggeggio!} nella mano {Io fifona "E' proprio necessaria??" il medico "Eh si, che domande!"} che lui è lì vicino a me.
Quei geni mi mettono una flebo di ossitocina. Pivelli.
Intanto si avvicina Chiara, il mio angelo custode del parto e della degenza, l'ostetrica che ci ha fatti nascere Mamma, Papà e Figlio.
Io, nonostante avessi deciso di non volerla, imploro comunque l'epidurale, il dolore lo sento insopportabile, ma vogliono aspettare l'esito del prelievo di sangue fattomi al momento del ricovero e mi chiedono di non spingere, di aspettare.
E che aspetto?? Io spingo e senza analgesia!!
E così il ginecologo mi dà della capocciona, dicendo a mio marito che lo aspetta una vita d'inferno con una con questo caratteraccio e altre cose simpatiche.
Io intanto lo fanculizzo e comincio a spingere, aggrappandomi con le mani alle mani di Stefano, con i denti al camice verde che indossa e col cuore al cuore del mio bambino.
Dai, dai, dai. Spingi tu che spingo io!
Dai, Bimbino dai!
Chissà, magari lui pure pensava "Dai, Mamma, dai!"
Ad un certo punto Chiara esulta "Si vede la testa! Papà vuori vedere?"
Io intanto, furba, sollevo gli occhi al neon spento sul soffitto, è incastrato in una cornice a specchio "Si! La vedo pure io!".
Quel ginecologo simpatico accende il neon e finisce lo spettacolo.
Mi fanno l'episiotomia {Io fifona "E' proprio necessaria??" il medico "Eh si, che domande!"}
Spingo ancora, esce la testa!
"Dai Rosaria" dice Chiara "L'ultima spinta, forte! Prendi un bel respiro e spingi!"
Respiro, il dolore non lo sento da un pezzo ormai.
Inspiro profondissimamente, forse il respiro più lungo della mia vita e spingo, spingo, spingo!

Eh eh eh.

Il suo primo versetto. Andrea è nato.
Sono le 10.01 del 7 luglio.

Tagliano il cordone, lo portano via e io lo seguo con lo sguardo fin oltre la porta. Lo sento strillare e mi si stringe il cuore. Stefano lo segue "Portati la macchinetta fotografica!" gli urlo dietro.
Poi sento urlare dalla stanza accanto "Quattro chili due e venti per cinquantacinque centimetri!"
"Cavolo, ho partorito un vitello! Alla faccia di mia madre, che mi ha torturata tutta la gravidanza perchè non mangiavo "roba di sostanza"". E' stato il mio primo pensiero.
Chiara mi sorride mentre il ginecologo mi ricuce "Hai un figlio che ha già un mese e hai fatto un parto lampo e senza difficoltà! Il prossimo te lo partorisci a casa!"
Una volta finito, il ginecologo se ne va e Chiara mi aiuta a far uscire la placenta. Perfetta, intatta. Peccato la clinica non sia organizzata per poterla donare.
Torna Stefano, sorregge tra le braccia un involtino di spugna bianca: Andrea.
Andrea.
Chiara mi aiuta a rotolare sul mio letto, portandomi poi nel corridoio.
Una volta lì, lei preleva il mio bambino dalle braccia del Papà e me lo adagia accanto, a sinistra, sotto al braccio.
Andrea apre gli occhi, mi guarda.
Ciao amore della Mamma. Ciao Andrea.
Lo respiro, lo bacio, lo accarezzo con le labbra sulla fronte.
Amore mio immenso. Benvenuto in questo mondo.
Guardo Stefano, gli sorrido, e lui mi dice che sono radiosa, che negli occhi mi brilla una luce intensa e viva.
Chiara mi spiega come fare per dare il seno ad Andrea.
Sono le 10.20 e il mio bimbo inizia così quello che è tutt'ora suo hobby preferito.


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Messaggio da Pioggerella » mer gen 20, 2010 12:04 am

Oddio....che emozione!!
quando leggo i racconti del parto mi emoziono sempre
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Messaggio da Solange » mer gen 20, 2010 8:40 am

Oddio :cry:

Certo che però.... l'episiotomia e l'ossitocina potevano anche evitarsele eh!
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Messaggio da laZiaLana » mer gen 20, 2010 10:34 am

:cry: o mamma mia che emozione!.. che bel racconto..
dani_73

Messaggio da dani_73 » mer gen 20, 2010 2:18 pm

La mia con più o meno le stesse dimensioni del tuo Andrea l'hanno definita un torello! E anch'io mi sentivo dire che non mangiavo abbastanza!
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Messaggio da Elen » mer gen 20, 2010 4:03 pm

Solange ha scritto:Oddio :cry:

Certo che però.... l'episiotomia e l'ossitocina potevano anche evitarsele eh!
L'episiotomia credo sia stata davvero necessaria Sole... dopo mi hanno messo 12 punti, segno che davvero non ci passava.
Per l'ossitocina si, decisamente potevano evitare, visto che ho partorito dopo nemmeno 20 minuti!!
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Messaggio da Elen » mer gen 20, 2010 4:05 pm

dani_73 ha scritto:La mia con più o meno le stesse dimensioni del tuo Andrea l'hanno definita un torello! E anch'io mi sentivo dire che non mangiavo abbastanza!
Durante la gravidanza io ho avuto problemi di iperemesi, al terzo mese sono stata ricoverata 10 giorni per poter essere reidratata, visto che non riuscivo neppure a bere. Per i mesi restanti ho continuato a vomitare saltuariamente, ma assolutamente non mangiavo nè carne nè pesce. Mi sono cibata di frutta, verdura, pasta, riso...
Ricordo che la pubblicità delle lasagne di Giovanni Rana mi mandava direttamente a vomitare anche solo quando sentivo il rumore della carne sfrigolante nella padella!!!!!!! :ahahaha:
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Messaggio da chiccha » mer gen 20, 2010 10:26 pm

:cry:
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