il mio primo parto, cesareo d'urgenza (esperienza negativa)

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marylizard
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il mio primo parto, cesareo d'urgenza (esperienza negativa)

Messaggio da marylizard » ven feb 17, 2012 12:48 pm

Premetto che chi deve ancora partorire sarebbe meglio non leggesse.
Ero indecisa se raccontare o no. Non so neanche se serve a me, o no.
Rivivere non è sempre positivo, ma far finta di niente è negativo di certo.
E poi ho fatto una promessa a Cristina, e io son donna di parola.


Il punto è che io ho un ottimo rapporto col mio corpo, che danzo da quando sono bambina, che ho danzato sul palco incinta di cinque mesi prima di fermarmi per paura delle articolazioni. Ho fatto un corso di yoga preparto e ho continuato a fare esercizi fino al giorno del parto. Tutto il mio corpo aspettava di dare la vita. La mia psiche non ne parliamo. Per qlche oscura ragione avevo persino saltato a piè pari il capitolo sul cesareo nel libro sulla gravidanza. Nella mia ignoranza e inesperienza non sapevo dell'esistenza di un tc d'urgenza senza che vi fossero avvisaglie durante la gravidanza.
Sì, perchè la mia gravidanza è stata PERFETTA, splendida.
Sono andata oltre la dpp, come accade a molte primipare, così ogni due giorni prendevo la macchina, la parcheggiavo distante e mi facevo una bella scarpinata per andare a fare il tracciato. Tutto taceva sempre.
Il 9 marzo 2009 ero a 41 settimane. Era un lunedì. Sono andata a fare il tracciato senza valigia, perchè non sentivo niente di strano e mi ero già messa in testa che mi avrebbero indotto il parto il mercoledì, a 41+3 appunto.
Appena mi attaccano al tracciato mi accorgo che c'è qlcs che non va nei "numeri", nel battito. E' tutto troppo monotono, pochi picchi, sempre sui 150 con pochissima variazione. E infatti non mi staccano, continuano a monitorare. E io entro in una sorta di allarme. Le ostetriche entrano ed escono guardando anche altre donne lì con me, e io comincio a chiedere, a dire che c'è qlcs che nn quadra, che voglio un'ecografia.
Me la fanno e mi ricoverano dicendomi solo che secondo loro sono già a 41+3.
Mi mettono il gel e in qsto momento, con le contrazioni che iniziano (leggere) io sono al culmine della felicità. Sono tutta concentrata sul mio bimbo, sul mio corpo.
Poi c'è il cambio di turno... il ginecologo dà un'occhiata al tracciato e mi guarda strano. Vede che sto mangiando una brioche e mi dice di non mangiare più. Io resto basita, ma ancora non sospetto nulla.
Le contrazioni continuano, ma la gioia mi sta scivolando come sabbia tra le dita. SENTO che non mi dicono tutto, sento che c'è qlcs che non va. Chiamo la caposala, l'unica di cui mi fidavo e che conoscevo personalmente, e chiedo spiegazioni.
Lei mi dice che a breve verrà il ginecologo a spiegarmi, poi si ferma, mi guarda negli occhi, si inginocchia alla mia altezza e con una dolcezza infinita mi dice che i dati non vanno bene, che enrico sta soffrendo, che non potrebbe resistere ad un parto naturale, che forse il dottore deciderò di intervenire.
Da ql momento in poi è tutto frenetico. Dopo pochi minuti arriva il ginecologo che senza darmi tante spiegazioni mi dice "signora, dobbiamo fare un cesareo e farlo SUBITO". Lo guardo negli occhi e capisco che c'è qlcs di grave che non va. Rispondo con una voce che non sembra la mia: "Fate tutto qllo che dovete per salvare il mio bambino".
Mentre le infermiere, tre, mi infilano le calze, il catetere, le flebo, etc. io prendo il cellulare e chiamo mio marito al lavoro (l'avevo mandato via convinta di avere ore e ore di travaglio davanti) e gli dico di venire subito, ma non faccio in tempo a vederlo, nè lui nè nessun'altro. Mi ritrovo in sala operatoria, l'anestesia fila liscia (nessun dolore), con tante persone che si muovono silenziosissime intorno. Decido di volare altrove, penso al viso di mio marito, al suo sorriso e ci resto agganciata tutto il tempo, cercando di non scivolare nella consapevolezza disperata che lui non vedrà la nascita, che qsto momento non sarà più nostro.
Mi risveglia il pianto di enrico, l'anestesista mi poggia una mano sulla spalla e mi dice "stai tranquilla, l'ho visto, ha un bel colore". Me lo mostrano per un minuto, forse due. Ho le braccia legate ma cerco di dimenticarmene, di amarlo solo col viso. "La mamma è qui" gli sussurro sul visino mentre qll'acqua di lago mi entra nel naso per restarci per sempre. "Vai dal papà" gli dico, e poi me lo portano via. L'intervento prosegue fluido. Io vomito l'anima, come sempre con le anestesie, ma nulla di che. Mi isolo ancora, pensando che enrico è con essolui, che devo stare tranquilla.
Qndo mi riportano in camera è sera tardi. Sono in una camera da quattro, non riesco a rilassarmi, ho dolori ovunque. Cerco di resistere. Mio marito è vicino a me, mi dice che è bellissimo, ma che lo tengono in osservazione per sicurezza.
Enrico è nato alle 17:30. Alle 20:30 mandano via mio marito, e io non ho ancora visto mio figlio. Sono bloccata a letto, piena di dolori e col cuore spaccato a metà. Nessuno mi dice nulla. Alle 5 portano il bimbo alla mia vicina di letto, allungo il braccio, mi attacco al camice della puericoltrice e sibilo "O mi portate mio figlio o mi dite cosa cazzo sta succedendo". Lei, sbrigativa e sgarbata, mi liquida con un "dopo arriva".
Ed eccolo, alle 6, posso toccare la prima volta mio figlio. La stronza della puericoltrice gli prende il viso e lo schiaccia sul mio seno, in malo modo. Io piango e senza riuscire ad avere voce, sussurro "la prego, devo ancora guardarlo in viso, me lo lasci abbracciare..."



Mi fermo perchè piango già adesso.
I giorni successivi proseguono critici: io ho molto dolore, non riesco a canalizzare, zoppico piegata a metà, non ho la forza di prendere in braccio mio figlio. E mi sento vuota, inutile, inadeguata; sento che mi hanno RUBATO qlcs per sempre.
Mi mandano a casa il terzo giorno per penuria di letti, e io mi ritrovo da sola.

Ne sono uscita solo dopo due mesi, imparando a fare la mamma e vedendo che in qlcs riuscivo.
Tuttavia, vi confesso, che ancora oggi non riesco a dire "ho partorito", dico sempre "quando è nato", perchè dentro di me sento di non avere alcun merito nella nascita di enrico e la sensazione più forte è qlla di un furto, di emozioni, di corpo, di vita.
Ci ho messo tempo ad accettare che doveva andare così, che cmnqe mio figlio era stato fortunato (aveva un nodo vero e il motivo per cui non me l'hanno portato subito in camera era una febbre inspiegabile risoltasi senza complicazioni), che dovevo ringraziare il fato per aver avuto un cordone lungo, per essere andata oltre e quindi essere stata monitorata. Tutti mi hanno detto che poteva morire in utero. E io lo so, e ho pensato subito, io che non credo, alla chiesetta di Notre Dame de la Garde, a Marsiglia, dove, il giorno stesso che ho fatto il test di gravidanza (lo feci la mattina e poi partii subito per un viaggio di lavoro a marsiglia appunto), mi venne spontaneo accendere una candela e osservarne a lungo la luce.

Ho qsto magma di sentimenti dentro e so che mia figlia Veronica, la mia fiore di loto, è stata la mia cura migliore.
Oggi so che non ho colpe, che devo essere indulgente con ql mio desiderio fortissimo di partorire naturalmente. Perchè la vita ha scelto per me. Due volte. Era il mio destino avere 'sti 22 punti sul ventre. Essere una brava madre è anche accettarlo.



M.


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Apetta
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Messaggio da Apetta » ven feb 17, 2012 1:02 pm

Ecco piango, rivivo in parte il momento della nascita di Leo...e so che devo affrontare tutto prima di capire cosa voglio fare stavolta.

Ti abbraccio fortissimo!!!
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Lidia
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Messaggio da Lidia » ven feb 17, 2012 1:11 pm

Mary...
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Messaggio da veronica.74 » ven feb 17, 2012 1:18 pm

C'e un po' anche di come e'nato Giulio , anche io non dico mai che ho partorito ..
Un bacio
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Messaggio da cristina69 » ven feb 17, 2012 1:35 pm

..
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Messaggio da Titty » ven feb 17, 2012 1:42 pm

Mi sono rivista per ben due volte nel tuo racconto.
Anche per me non e' stato facile accettare il cesareo d'urgenza di gabry, anche io non dico mai ho partorito.
Credo che la ferita del cesareo non sia solo nel ventre di una mamma, ma anche nel cuore....

Un abbraccio :abbraccio:
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Messaggio da la Martina » ven feb 17, 2012 1:58 pm

sei bellissima, bellissima, bellissima...
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Messaggio da Vale80 » ven feb 17, 2012 2:09 pm

Mary il cesareo ha lasciato un senso di incompiuto anche a me, ma questi sono esempi di sanità che funziona, almeno nella criticità (purtroppo non può dirsi lo stesso del comportamento di chi ha seguito il decorso) .
Per fortuna la medicina permette di far nascere cuccioli a cui la natura probabilmente non avrebbe lasciato scampo.
I risvolti psicologici sono tutt'altro e ne so qualcosa, ma questo è sempre giusto ricordarlo, perchè così accettarlo può essere più facile.
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