Il mio secondo miracolo

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madda77
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Il mio secondo miracolo

Messaggio da madda77 » sab nov 05, 2011 4:48 pm

Premessa doverosa: il titolo non inganni, la mia è stata una gravidanza ed un parto normalissimo (al pari della prima), ma per me l'arrivo di un bambino, tanto più se è TUO FIGLIO, è sempre un evento straordinario, incredibile, unico nella sua inesprimibile meraviglia!
Detto ciò, mi sembra arrivato il momento di fissare nero su bianco il mio momento stupefacente, vissuto già una volta, ma incredibilmente unico e diverso dal primo. Vi racconto come è arrivata tra le mie braccia la mia cucciolotta.
Venerdì 8 luglio 2011: di prima mattina accompagno Cri al nido e mi reco con mio marito in ospedale per effettuare il primo tracciato di controllo. Sono tranquilla, la vivo come un normale controllo di routine, solo un pò appesantita e sfiancata dal caldo afoso di quei giorni, ma non penso ancora al parto, non in maniera preponderante...sino al giorno prima ero ancora in ufficio e avevo in programma di andarci anche il pomeriggio di quello stesso giorno. L'ostetrica mi attacca svogliata alla macchina (secondo lei avevo prenotato troppo presto visto che la mia DPP era per il 16 luglio) ma quando torna dopo 15 min. sgrana gli occhi e mi chede se mi accorgo di avere contrazioni molto intense. Io le dico di avvertire la pancia indurirsi ad intervalli non regolari ma nulla di più, così lei, non riuscendo ad associare quel tracciato alla mia faccia tranquilla e per nulla sofferente, decide di lasciarmi attaccata ancora 20 min. Torna, riguarda il tracciato e mi tuona secca: "Signora, ma insomma, lei le contrazioni le sente o non le sente?" Io le faccio spallucce e mentre lei mi libera le chiedo quando devo tornare per il prossimo tracciato. Allora lei, davvero spazientita, mi dice chiaro che non avevo ben compreso la situazione, che io un successivo tracciato da esterna difficilmente l'avrei ripetuto, e che a suo avviso io ero in procinto di partorire e, per esserne sicuri, dovevo salire in reparto ed effettuare la visita. Sbianco e inizio a non sentire più le gambe così solide...nonostante il caldo infernale una scossa gelida mi attraversa le vene: non sono pronta (o almeno così credevo in quel momento). Esco dalla stanza, comunico la notizia a mio marito e leggo il panico anche nei suoi occhi. Faccio la visita: dilatata di 2 cm ed il collo dell'utero è completamente appianato. Mi consigliano il ricovero, ma io sento il mio corpo (o forse la mia stessa piccolina) parlarmi, e comunicarmi che avevo ancora un pò di tempo, che non era tutto così' imminente come stavano tentando di farmi credere, e che avevo ancora il tempo necessario per tornare a casa e salutare il mio Cri, oltre che per potermi congedare dalla mia pancia in rilassante intimità. Quando il medico sente che c'è già un primogenito e che quello non è neppure il primo parto si dissocia dalla mia scelta e tenta nuovamente di dissuadermi, ma io rimango ferma nella mia decisione. neppure mio marito e i miei familiari la condividono ma io dico loro a "denti stretti" che il corpo è mio, che io sento che non è ancora il momento e che devono rispettare la mia decisione perchè non l'avrei cambiata nppure sotto minaccia. Pur di non essere letteralmente sbranati, si mordono la lingua e fanno un passo indietro. Convinco anche mio marito ad andare ad una riunione di lavoro che aveva nel primo pomeriggio, ed io e Cri andiamo a casa dei miei (a soli 700 mt. dall'ospedale). Raccnto a Cri cosa sarebbe successo di lì a breve, dove sarei dovuta andare e che la sua sorellina sarebbe arrivata tra noi entro il giorno successivo. Poi mi chiudo nella mia vecchia cameretta e carezzando la pancia rivivo a occhi chiusi quasi ogni singola emozione e sensazione di questa seconda gravidanza, mi congedo dal mio pancione ben conscia di quello che sarebbe accaduto di lì a breve e di quali emozioni mi avrebbero pervasa: le acque erano già mosse ed era ormai imminente la burrasca che, onda sopra onda, avrebbe spiaggiato la mia piccolina tra le mie braccia. Mi addormento abbracciata stretta stretta al mio piccolino, quando un leggero flusso sulla mutandina mi sveglia: apro gli occhi, rimango in ascolto del mio corpo...non sento nulla e per un attimo mi illudo che fosse pipì, ma dopo pochi secondi ecco che ariva un altro flusso, un pò più copioso, e non ho dubbi: avevo rotto le acque...Era l'1.30 di notte e la mia piccola aveva deciso che era arrivato il momento. Mi vesto, bacio Cri senza svegliarlo e vado in ospedale con un nodo in gola, pensando che il mio piccolo si sarebbe svegliato e non mi avrebbe trovato al suo fianco. Giunta in ospedale mi visitano: 4 cm di dilatazione e contrazioni che si susseguono ormai regolari e belle forti. So che sarebbe stato tutto abbastanza veloce così dico subito all'ostetrica di chiamare l'anestesista per l'epidurale. Finchè due specializzandi anestesisti arrivano in sala travaglio, il mio travaglio era avanzato a ritmi portentosi. C'ero solo io in sala travaglio e, tra una chiacchiera ed un sorriso abbozzato con le due gentilissime ostetriche che mi assistevano e mia sorella, immancabilmente pesente al mio fianco, sento che mia figlia sta ariivando da me. Riesco a gestire il dolore e tra una contrazione e l'altra riesco anche a scambiare due parole con chi mi è vicino, poi quando arriva la contrazione mi concentro, chiudo gli occhi, respiro profondo, stringo forte le lenzuola tra i pugni e aspetto che passi l'onda. Sono fiera di come mi sto comportando e mi sento forte, padrona del mio corpo. Quando tutto è pronto per praticarmi l'epidurale, una ragazza molto dolce, specializzanda in ostetricia, mi visita ed afferma che ero a 7 cm. Nessuno ci crede, e il dottore pronto con l'ago in mano se la ride credendo fosse uno scherzo. Si fa spazio l'ostetrica più anziana, mi visita anche lei e poi si gira verso l'anestesista confermandogli seria che ero davvero a 7 cm. Addio epidurale (ma col senno di poi sono contenta che sia andata così). Dopo soli pochi minuti avverto il bisognpo irrefrenabile di spingere..mi urlano di trattenere ma io non ce la faccio..è uno stimolo istintivo, irrefrenabile, violento ed ingovernabile. Urlo solo "non posso! devo spingeree!! Una delle due ostetriche mi intima nuovamente di trattenere e, avvicinandosi, mi invita ad alzarmi dal lettino per passare in quello da parto posizionato a qualche metro da me (non c'era il tempo di arrivare in sala parto). Io penso "questa è pazza. come faccio ad alzarmi se non riesco neppure fisicamente a trattenere il bisogno di spingere". Ma tant'è mi dicono che devo alzarmi e si avvicinano in due per aiutarmi. Ho creduto davvero che l'avrei partorita sul pavimento e, appena salita - non so ancora come - sul letto da parto, ho avuto giusto il tempo di urlare che non ce la facevo più a trattenermi e che stavo per spingere. Mentre lo dicevo stavo già spingrendo, e lì l'ho sentito TUTTO il dolore, violentissimo e lacerante ma a cui non potevo in alcun modo oppormi, era la natura a giudare e governare il mio corpo, non più la mia mente. Alla seconda spinta - se possibile, ancora più intensa della prima - ho lanciato un urlo disumano ed ho gridato un "Oh mio Dioooooooooooooo!" temendo quasi di morire (col senno di poi mi sono resa conto di quanto forte abbia urlato quando mio marito mi ha detto di essersi accorto che stavo partorendo quando ha sentito il mio urlo, e lui era fuori il reparto, le porte erano chiuse, ed era distante diverse decine di metri dalla sala travaglio :sticazzi: ) Prima di dare l'ultima spinta l'anestesista - che pur non avendomi più praticato l'epidurale era rimasto a dare supporto morale :mumble: - mi si avvicina all'orecchio e mi sussurra che se fossi riuscita a non gridare sarebbe stato meglio, e avrei gestito meglio il dolore :eeeeeeeeeee. Non ho osato rispondergli (anche s l'avrei preso volentieri a craniate nei denti), ma in quel momento ho avuto piena conferma di quanto gli uomini - pur se medici - non abbiano, nè avranno mai, la benchè minima idea di cosa significhi "partorire" . Alla terza spinta sento la mia ranocchietta sgusciare fuori dal mio grembo e la sento piangere subito.
Me la poggiano subito sulla pancia e sono in PARADISO. Si acquieta immediatamente sul mio corpo ed io l'ammiro in uno stato di pura beatitudine ed imbambolimento. Non mi hanno fatto l'episiotomia ma mi sono lacerata lo stesso, così devono ricucirmi per diversi minuti, ma non mi importa.
Erano le 4.40 di sabato 9 luglio ed il mio cuore si è frmato in quell'istante per un nano secondo per poi ricominciare a vibrare ancora più forte.
Fermerei la mia vita in quell'istante e rifarei altri dieci figli solo per rivivere quel momento unico. :wub:


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ziaco
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Messaggio da ziaco » sab nov 05, 2011 5:11 pm

che bello leggerti....
annaviola
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Messaggio da annaviola » sab nov 05, 2011 7:52 pm

piango....
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Messaggio da Franc.isa » sab nov 05, 2011 7:54 pm

madda77 ha scritto:Prima di dare l'ultima spinta l'anestesista - che pur non avendomi più praticato l'epidurale era rimasto a dare supporto morale :mumble: - mi si avvicina all'orecchio e mi sussurra che se fossi riuscita a non gridare sarebbe stato meglio, e avrei gestito meglio il dolore :eeeeeeeeeee.
bel racconto e complimenti per i tuoi bimbi..ehm, la stessa frase me la sussurro' mio marito, e nonostante al momento volessi linciarlo, mi e' stata in realta' di grande aiuto :grsm:
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lenni
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Messaggio da lenni » dom nov 06, 2011 2:24 pm

mi hai fatta emozionare tantissimo... brava madda..
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demam
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Messaggio da demam » lun nov 07, 2011 2:15 pm

:cry: ...
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Babina
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Messaggio da Babina » lun nov 07, 2011 2:17 pm

Bella!!
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Messaggio da babyrizzo » lun nov 07, 2011 2:27 pm

che racconto meraviglioso, grazie di averlo condiviso :clap:
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