mi risponde
Essere bambini è bello non si hanno pensieri particolari.
Ma vi ricordate com'è essere alla mercè delle decisioni altrui?
Io se non ho voglia di fare una cosa la faccio dopo, tranne che sul lavoro.
Un bambino mediamente deve ubbidire sempre, ai maestri a scuola e ai genitori a casa.
Quando non sono maestri o genitori sono altre fonti di autorevolezza.
Io ho la fortuna (sfortuna) di avere una memoria particolare.
Ricordo tante sensazioni della mia infanzia, e il senso di ingiustizia che mi coglieva perchè loro non capivano.
Non capivano che avevo ancora voglia di giocare un po' e preferivo mangiare più tardi
Io d'altro lato non capivo l'urgenza di togliere i giochi quando loro lo decidevano (perchè non posso decidere io quando? era il pensiero)
Non capivo perchè il mio disordine fosse peggio del loro.
Non capivo perchè mi dicessero "non si risponde ai genitori!" per poi dirmi "smettila di stare muta rispondi!"
La parola era la stessa ma mi davano due ordini contrastanti.
Sarò stata una bambina scema, ma ho capito da adolescente cosa intendevano :mumble:
Non ho avuto un infanzia infelice tutt'altro, ma ripensando a certi episodi anche di quando ero piccina mi prende ancora quella sensazione di groppo in gola e di ingiustizia che non so spiegare, mi viene da canticchiare per cancellarla, perchè sento dentro di me la sensazione di imbarazzo e di vergogna.
E sinceramente sto molto meglio ora che sono adulta, i pensieri non mancano ma almeno mi gestisco io il tempo libero.
Ma vi ricordate com'è essere alla mercè delle decisioni altrui?
Io se non ho voglia di fare una cosa la faccio dopo, tranne che sul lavoro.
Un bambino mediamente deve ubbidire sempre, ai maestri a scuola e ai genitori a casa.
Quando non sono maestri o genitori sono altre fonti di autorevolezza.
Io ho la fortuna (sfortuna) di avere una memoria particolare.
Ricordo tante sensazioni della mia infanzia, e il senso di ingiustizia che mi coglieva perchè loro non capivano.
Non capivano che avevo ancora voglia di giocare un po' e preferivo mangiare più tardi
Io d'altro lato non capivo l'urgenza di togliere i giochi quando loro lo decidevano (perchè non posso decidere io quando? era il pensiero)
Non capivo perchè il mio disordine fosse peggio del loro.
Non capivo perchè mi dicessero "non si risponde ai genitori!" per poi dirmi "smettila di stare muta rispondi!"
La parola era la stessa ma mi davano due ordini contrastanti.
Sarò stata una bambina scema, ma ho capito da adolescente cosa intendevano :mumble:
Non ho avuto un infanzia infelice tutt'altro, ma ripensando a certi episodi anche di quando ero piccina mi prende ancora quella sensazione di groppo in gola e di ingiustizia che non so spiegare, mi viene da canticchiare per cancellarla, perchè sento dentro di me la sensazione di imbarazzo e di vergogna.
E sinceramente sto molto meglio ora che sono adulta, i pensieri non mancano ma almeno mi gestisco io il tempo libero.
quella che descrivi è autorità non autorevolezzaemy ha scritto:ecco mio figlio non mi vede autorevole.
cioè a me sembra che sono più un'amica che una mamma.
mi ricordo quando ero piccola io che bastava uno sguardo di mia madre per starmene zitta e ho avuto un'infanzia bellissima.
ricordo che quando ci portava in giro, dalla parrucchiera o dai parenti non ci muovavamo dalla sedia.
A me dei bimbi che vanno dietro alla mamma e passano i pomeriggi fermi su una sedia fanno tristezza :occhiodibue:
Beh se si possono inventare le punizioni si potranno anche inventare le cose positive no?emy ha scritto:si pure io faccio la gara a chi per primo fa la pipì, siccome non vuole mai andarla a fare.
però cavolo uno non può sempre inventarsi cose, giochi o quant'altro per ottenere qualcosa.
Richiede più fatica ma è più utile.
però lenina un bambino di 5 anni dovrebbe ormai capire che se si mangia a quell'ora è perchè ci piace sare tutti insieme,pazienza se volevi giocare un altro po' ci giocherai dopo.
se è il momento di smettere la ricreazione perchè tutti gli altri 20 compagni vorrebbero lavorare con te proprio nel momento adatto a questo,devi cominciare a capirlo e mettere da parte le tue esigenze per un po'.
insegnare a non pensare sempre a se stessi non è una violenza nei confronti dei bambini,ma è anche un modo per fargli capire che è bello sentirsi amati da chi in quel momento vuole stare con lui o fare un lavoro con lui
se è il momento di smettere la ricreazione perchè tutti gli altri 20 compagni vorrebbero lavorare con te proprio nel momento adatto a questo,devi cominciare a capirlo e mettere da parte le tue esigenze per un po'.
insegnare a non pensare sempre a se stessi non è una violenza nei confronti dei bambini,ma è anche un modo per fargli capire che è bello sentirsi amati da chi in quel momento vuole stare con lui o fare un lavoro con lui
ho capito benissimo quello che vuoi dire.lenina ha scritto:Essere bambini è bello non si hanno pensieri particolari.
Ma vi ricordate com'è essere alla mercè delle decisioni altrui?
Io se non ho voglia di fare una cosa la faccio dopo, tranne che sul lavoro.
Un bambino mediamente deve ubbidire sempre, ai maestri a scuola e ai genitori a casa.
Quando non sono maestri o genitori sono altre fonti di autorevolezza.
Io ho la fortuna (sfortuna) di avere una memoria particolare.
Ricordo tante sensazioni della mia infanzia, e il senso di ingiustizia che mi coglieva perchè loro non capivano.
Non capivano che avevo ancora voglia di giocare un po' e preferivo mangiare più tardi
Io d'altro lato non capivo l'urgenza di togliere i giochi quando loro lo decidevano (perchè non posso decidere io quando? era il pensiero)
Non capivo perchè il mio disordine fosse peggio del loro.
Non capivo perchè mi dicessero "non si risponde ai genitori!" per poi dirmi "smettila di stare muta rispondi!"
La parola era la stessa ma mi davano due ordini contrastanti.
Sarò stata una bambina scema, ma ho capito da adolescente cosa intendevano :mumble:
Non ho avuto un infanzia infelice tutt'altro, ma ripensando a certi episodi anche di quando ero piccina mi prende ancora quella sensazione di groppo in gola e di ingiustizia che non so spiegare, mi viene da canticchiare per cancellarla, perchè sento dentro di me la sensazione di imbarazzo e di vergogna.
E sinceramente sto molto meglio ora che sono adulta, i pensieri non mancano ma almeno mi gestisco io il tempo libero.
alcune sensazioni che citi le ricordo anch'io e con mia sorella ne parlai tempo fa, le dissi queste parole:
-però quanto è difficile essere un bambino, deve mangiare dormire giocare lavarsi ecc quando lo diciamo noi. non è una sua scelta.
lei mi rispose che la vita è così ci siamo passati tutti, che comunuqe è una forma di educazione che lo facciamo per fargli capire le regole.
Le regole.
io ne ho poche davvero, vi dico solo che quando si mangia lui se ha finito prima di noi si può alzare a andare a giocare.
per alcuni è inaccettabile.
vorrei solo non lottare ogni volta con lui per qualsiasi cosa, per i vestiti, perchè lui è dall'età di due anni che decide quello che vuole mettersi il giorno seguente, e magari vuole mettersi le maniche corte d'inverno, allora gli metto una maglia con maniche lunghe sotto e l'altra sopra.
litigo con lui per il mangiare, mangia poco, ma tutto, però poco e poi vuole le caramelle, non gliene compro più.
e questi sono la punta di un iceberg di esempi che potrei citarvi.