mi risponde
invece per me quella è autorevolezza...l'autorevolezza del genitore, il fatto che basti uno sguardo perche' io capisca dov'è il limite è perche' riconosco in mia madre il ruolo di chi ha competenza sulla mia educazione, e ne ho considerazione...l'autorita', per me, è imporre con la forza..è voler sortomettere dispoticamente qualcuno...lenina ha scritto:quella che descrivi è autorità non autorevolezza
A me dei bimbi che vanno dietro alla mamma e passano i pomeriggi fermi su una sedia fanno tristezza :occhiodibue:
non credo che dare regole ai figli sia un atteggiamento dispotico..tutt'altro credo che sia un modo responsabile d'essere genitori...il fatto che si riconoscano dei ruoli con limiti che non vanno valicati, ed i limiti li do io che sono adulta, secondo me, non solo educa al rispetto all'interno della famiglia.. ma educa al rispetto delle regole extrafamigliari...perche' se è vero che la famiglia è alla base della struttura piramidale su cui fonda la societa', intesa come tutto, e la societa' è il "posto" dove ci si confronta col l'altro..è lì, alla base, che dobbiamo imparare a convivere..e lì che impariamo a rispettare le regole del vivere civile..perche' essere educati vuol dire, semplicemente, a mio avviso, essere civili..nel confrontarsi..nell'agire...
e se a mio figlio non lo insegno io...chi deve farlo ?
Un'altra considerazione: a noi piace molto andare in giro. E per giro intendo andare fuori il week end, visitare posti, divertirci in giro insieme.
Certamente, vorremmo coinvolgere i nostri figli evitando di lasciarli a casa perchè si comportano come bestie.
Non pretendo un'educazione oxfordiana, ci mancherebbe, nessuno la pretende da un bambino di tre anni, e devo dire che già soltanto dando il buon esempio abbiamo ottenuto un buon risultato: Jacopo è abbastanza civilizzato. Però il sapersi UN MINIMO comportare (non si corre sui mezzi pubblici, non si scappa in mezzo alla strada, non si scende dal tram quando ci pare, non si mangia con le mani) è l'elemento base per poter godere del tempo libero e della reciproca compagnia.
A volte un pochino di addestramento è necessario. Senza far male a nessuno.
Certamente, vorremmo coinvolgere i nostri figli evitando di lasciarli a casa perchè si comportano come bestie.
Non pretendo un'educazione oxfordiana, ci mancherebbe, nessuno la pretende da un bambino di tre anni, e devo dire che già soltanto dando il buon esempio abbiamo ottenuto un buon risultato: Jacopo è abbastanza civilizzato. Però il sapersi UN MINIMO comportare (non si corre sui mezzi pubblici, non si scappa in mezzo alla strada, non si scende dal tram quando ci pare, non si mangia con le mani) è l'elemento base per poter godere del tempo libero e della reciproca compagnia.
A volte un pochino di addestramento è necessario. Senza far male a nessuno.
infatti, e quello che tu lupi', chiami "addestramento"...io la chiamo educazione...ma è la stessa cosa...Lupina ha scritto:Un'altra considerazione: a noi piace molto andare in giro. E per giro intendo andare fuori il week end, visitare posti, divertirci in giro insieme.
Certamente, vorremmo coinvolgere i nostri figli evitando di lasciarli a casa perchè si comportano come bestie.
Non pretendo un'educazione oxfordiana, ci mancherebbe, nessuno la pretende da un bambino di tre anni, e devo dire che già soltanto dando il buon esempio abbiamo ottenuto un buon risultato: Jacopo è abbastanza civilizzato. Però il sapersi UN MINIMO comportare (non si corre sui mezzi pubblici, non si scappa in mezzo alla strada, non si scende dal tram quando ci pare, non si mangia con le mani) è l'elemento base per poter godere del tempo libero e della reciproca compagnia.
A volte un pochino di addestramento è necessario. Senza far male a nessuno.
si si avevo colto..Lupina ha scritto:Ovviamente addestramento è in senso del tutto ironico.
Io di solito preferisco mettermi con calma a ragionare con il Nano, che è comunque un treenne molto intelligente e reattivo, e capisce le cose al volo.
Poi, che voglia far come gli pare, questo è un altro discorso.
ma quale bambino non vuol fare come gli pare? è lì che interviene l'adulto..ed è sul modo di intervenire che si discute..
sono pienamente d'accordodani69 ha scritto:invece per me quella è autorevolezza...l'autorevolezza del genitore, il fatto che basti uno sguardo perche' io capisca dov'è il limite è perche' riconosco in mia madre il ruolo di chi ha competenza sulla mia educazione, e ne ho considerazione...l'autorita', per me, è imporre con la forza..è voler sortomettere dispoticamente qualcuno...
non credo che dare regole ai figli sia un atteggiamento dispotico..tutt'altro credo che sia un modo responsabile d'essere genitori...il fatto che si riconoscano dei ruoli con limiti che non vanno valicati, ed i limiti li do io che sono adulta, secondo me, non solo educa al rispetto all'interno della famiglia.. ma educa al rispetto delle regole extrafamigliari...perche' se è vero che la famiglia è alla base della struttura piramidale su cui fonda la societa', intesa come tutto, e la societa' è il "posto" dove ci si confronta col l'altro..è lì, alla base, che dobbiamo imparare a convivere..e lì che impariamo a rispettare le regole del vivere civile..perche' essere educati vuol dire, semplicemente, a mio avviso, essere civili..nel confrontarsi..nell'agire...
e se a mio figlio non lo insegno io...chi deve farlo ?
dani69 ha scritto:si si avevo colto..
ma quale bambino non vuol fare come gli pare? è lì che interviene l'adulto..ed è sul modo di intervenire che si discute..
Ma infatti è giusto che un bambino a tre anni compiuti cominci pian piano a discernere quando e dove si può fare come ci pare e dove invece bisogna contenersi un po'.
Non è lo sculaccione che insegna, ma l'osservazione dei comportamenti altrui, l'interiorizzazzione, l'esternazione dei propri bisogni, l'ASCOLTO ATTIVO (lo scrivo grosso perchè ci sta dando dei risultati strepitosi), la discussione, il contenimento dei capricci, il ragionamento.
Per riallacciarmi a quello che spiegava Lenina prima, è vero, ci sono dei dogmi imprescindibili nella nostra infanzia, comportamenti che io chiamavo i COSI'-E-NON-SI-DISCUTE. In realtà, da adulta, mi sono resa conto che se avessero avuto tempo e voglia di spiegarmeli, li avrei capiti senza problemi.
Ed è quello che sto tentando di fare con mio figlio, a volte con successo, a volte meno. Non è detto che ottenga un risultato, ma ci provo.