A parte che mi si stringe il cuore a sentire Samu che dice "Tu non sai cosa vuol dire non sentirsi accettati"...
penso che Vavi abbia centrato il nocciolo della questione qui... (l'immagine dell'adolescente incellophanato è sublime!)
Vavi ha scritto:spesso mi chiedo se sia meglio isolare i nostri figli dagli elementi "pericolosi" o se sia meglio invece mostrargli come si affrontano, come si gestiscono, come si arginano.
Questi figli stanno crescendo e vanno in contatto con un mondo di cattiverie e schifezze, meglio preservarli o prepararli? Cogliere al volo le difficolta' e trarne un insegnamento ora o aspettare che siano piu' grandi?
Io ti diro' ... ho il terrore di quel velo di impermeabilita' che avvolge l'adolescente come un giro di domopak, quando non entra e non esce niente, e devi confidare che quello che hai insegnato prima sia stato assimilato.
Io spesso mi chiedo... per quanto ancora mi ascoltera'? Per quanto ancora mi raccontera'? E se l'abituo gia' da ora ad affrontare insieme le cose che le provocano disagio, lo fara' anche dopo? Quando sara' incellophanata?
con un bambino piccolo sarei dell'idea di limitare le frequentazioni,
con un (sigh!) pre-adolescente invece mi sembra un'ottima occasione per aiutarlo a crescere su questo problema, per trovare insieme a lui strategie, per analizzare il comportamento e le dinamiche che si instaurano con questo "amico",
in un momento in cui è ancora recettivo, e non scarta a priori quel che dviene da noi...
In più in questo caso sei facilitata dal fatto che il problema non è fuori, cosa che rende sempre difficile capire appieno la situazione, ma il ragazzino lo frequentate insieme, per cui puoi avere un'osservazione diretta di dinamiche e comportamenti...
(fermo restando che se ci provi e le cose non cambiano in seconda istanza diraderei anch'io gli incontri)