ma davvero? ho il giornale ma non l'ho visto!caterina ha scritto:è pubblicizzato su donna e mamma di questo mese.
lo voglio acquistare..
Il segreto dei bambini felici
Comprato e letto.
sinceramente non particolarmente apprezzato.
Carini alcuni consigli come il discorso della positivizzazione e del fare attenzione a cosa si dice.
Non sono d'accordo sulla parte disciplinare.
Non mi piace l'idea che il bimbo debba eseguire l'ordine e basta senza spiegazioni.
Anche se la cosa viene chiesta in modo tranquillo senza urlare.
Non mi piace il discorso del genitore "debole" che si sente inadeguato e quello "duro" che si sente giustamente felice e apprezzato e dei bambini "senza regole" presentati come infelici mentre i figli di genitori molto duri presentati come felici perchè conoscono le regole e non le infrangono.
Torniamo sul solito discorso del bambino pronto a sfidarci e a metterci alla prova e il genitore che deve vincere questa lotta.
Certo come metodo per vincerla è noioso ma soft.
Però è proprio l'idea della rieducazione che non mi piace.
che i bambini abbiano bisogno di stimoli è vero.
Che preferiscono stimoli negativi all'assenza di stimoli anche.
Però boh mi sa di troppo schematico è il discorso genitore "duro" (dove duro non sta per violento) = genitore e bimbo felice non mi piace.
sinceramente non particolarmente apprezzato.
Carini alcuni consigli come il discorso della positivizzazione e del fare attenzione a cosa si dice.
Non sono d'accordo sulla parte disciplinare.
Non mi piace l'idea che il bimbo debba eseguire l'ordine e basta senza spiegazioni.
Anche se la cosa viene chiesta in modo tranquillo senza urlare.
Non mi piace il discorso del genitore "debole" che si sente inadeguato e quello "duro" che si sente giustamente felice e apprezzato e dei bambini "senza regole" presentati come infelici mentre i figli di genitori molto duri presentati come felici perchè conoscono le regole e non le infrangono.
Torniamo sul solito discorso del bambino pronto a sfidarci e a metterci alla prova e il genitore che deve vincere questa lotta.
Certo come metodo per vincerla è noioso ma soft.
Però è proprio l'idea della rieducazione che non mi piace.
che i bambini abbiano bisogno di stimoli è vero.
Che preferiscono stimoli negativi all'assenza di stimoli anche.
Però boh mi sa di troppo schematico è il discorso genitore "duro" (dove duro non sta per violento) = genitore e bimbo felice non mi piace.
A leggere Lenina, è proprio l'intera impostazione a lasciare perplessi...
Io ho letto un altro libro di Steve Biddulph, "Crescere figli maschi", e ho avuto ALCUNE perplessità, anche se ho gradito l'impostazione, fondata sulle specificità del carattere maschile "innate", in contrapposizione ad altre teorie che accentuano l'infuenza dell'educazione nelle differenze di sesso.
Comunque questo post mi era sfuggito.
E se mi capita fra le mani quest'altro libro penso di leggerlo, per curiosità.
Io ho letto un altro libro di Steve Biddulph, "Crescere figli maschi", e ho avuto ALCUNE perplessità, anche se ho gradito l'impostazione, fondata sulle specificità del carattere maschile "innate", in contrapposizione ad altre teorie che accentuano l'infuenza dell'educazione nelle differenze di sesso.
Comunque questo post mi era sfuggito.
E se mi capita fra le mani quest'altro libro penso di leggerlo, per curiosità.
ci sono dei discorsi carini.Rie ha scritto:A leggere Lenina, è proprio l'intera impostazione a lasciare perplessi...
Partire parte bene.
Marca molto sul fatto che i bambini sentono e che i bambini credono a quello che diciamo.
se quindi tendiamo a dare ai bambini dei pestiferi ad esempio loro si convinceranno di esserlo e si comporteranno di conseguenza.
Quindi consiglia di evitare le offese e i giudisi e consiglia il metodo dell'ascolto attivo che piace anche a me (Gordon)
Però poi cade verso il terzo capitolo quando dopo aver tanto parlato di ascolto attivo dice di non dare spiegazioni quando si da un ordine.
a me già piace poco il concetto di dare ordini in famiglia.
Ecco un'altra cosa che mi ha colpita in negativo è il discorso sulla timidezza.
Sono d'accordo sul fatto di non proteggere troppo il bambino timido, ma qui si consiglia di isolarlo finchè non decide di essere socievole.
Ad esempio se arriva un ospite e il bambino non saluta correttamente mandarlo in camera finchè non decide di salutare come il genitore vuole.
Perchè dice che la timidezza è un atteggiamento che si instaura e va corretto come tutti gli atteggiamenti errati.
Sono d'accordo con il non appoggiarla e aiutare il bimbo ad aprirsi ma non così.
Sono d'accordo sul fatto di non proteggere troppo il bambino timido, ma qui si consiglia di isolarlo finchè non decide di essere socievole.
Ad esempio se arriva un ospite e il bambino non saluta correttamente mandarlo in camera finchè non decide di salutare come il genitore vuole.
Perchè dice che la timidezza è un atteggiamento che si instaura e va corretto come tutti gli atteggiamenti errati.
Sono d'accordo con il non appoggiarla e aiutare il bimbo ad aprirsi ma non così.
che poi non salutare non significa timidezza, se un bimbo è timido preferisce starsene in camera quindi risolvi davvero poco o nulla con questo metodolenina ha scritto:Ecco un'altra cosa che mi ha colpita in negativo è il discorso sulla timidezza.
Sono d'accordo sul fatto di non proteggere troppo il bambino timido, ma qui si consiglia di isolarlo finchè non decide di essere socievole.
Ad esempio se arriva un ospite e il bambino non saluta correttamente mandarlo in camera finchè non decide di salutare come il genitore vuole.
Perchè dice che la timidezza è un atteggiamento che si instaura e va corretto come tutti gli atteggiamenti errati.
Sono d'accordo con il non appoggiarla e aiutare il bimbo ad aprirsi ma non così.
questo è semplicemente un addestramento a essere "educati" nel senso più tradizionale del termine, quando invece sarebbe una conquista non pretendere cosa inadatte dai bambini. Ormai nessuno si scandalizza davanti a un bambino che non saluta o che è timido all'inizio con gli estranei (e se si scandalizza sbaglia) perché è semplicemente il modo di essere del bambino, che non si sente ancora soggetto alle convenzioni sociali
(e non significa affatto che non diventerà un adulto educato, ma quello lo diventa con l'esempio, non con la costrizione)