13 agosto

img46eeb313eaa07.jpgOggi, 13 agosto, abbiamo fatto la morfologica.
Senza bambine, senza parenti, noi due soli, il ginecologo e l’infermiera che traduceva. Man mano che analizzava gli organi un nodo mi si scioglieva dentro e lacrime solitarie scendevano senza singhiozzi e senza clamore.
Ci fossero state le bambine non sarebbe stato possibile, saremmo stati tutti distratti e invece l’evento meritava tutta la nostra concentrazione.
Ed è un maschio.
Sono felice che lo sia, è il regalo che aspettavo da tempo, il regalo che volevo fare a Fabrizio.
Il segmento di cerchio che mancava per chiuderlo. Si chiamerà Pietro, come il nonno, morto nell’81 in un incidente di macchina, durante le prove di una corsa a cronometro di cui era uno dei piloti più spericolati. Fabrizio aveva dieci anni, mia cognata sei. Mia suocera poco più che trentenne.
Lo immagino spesso questo papà affettuoso e sportivo, bello come Diabolik con i capelli neri e gli occhi verdissimi. Che portava il figlio allo stadio a tifare il Catania come sogna di fare quel figlio da quando sono rimasta incinta la prima volta. Che amava la sua città e il suo mare visceralmente così come mio marito. Un padre di cui ha pochissimi ricordi, solo un paio, che si sbiadiscono con il tempo, ma di cui ricorda alcuni fondamentali discorsi a due. Eccolo lì quel pezzettino che ci mancava, quel figlio che permetterà a suo padre di capire cosa è un padre.
Che lo ripagherà di feste del papà strazianti, di ricordi dolorosi che si rimuovono ma che lasciano un segno.
Non penso vorrà più bene a Pietro rispetto alle sue sorelle, semmai spero vorrà più bene a sé stesso.
Questo nonno a me manca, bevo i racconti su di lui con un piacere immenso, chiedo ai nonni di mio marito di scavare nella memoria e tirare fuori ogni singolo particolare. Era il più bello di tutti, il più spericolato di tutti, simpatico e di compagnia. Lo immagino adesso nonno affettuoso e giocherellone. Il suo nome trasmesso a mio figlio è per me, oltre che un tributo nei suoi confronti, l’augurio che questo figlio gli assomigli, che ne erediti le qualità migliori. Quando capirà, gli spiegherò chi era suo nonno, gli farò leggere le scritte che ancora lavica, incitano il pilota alla vittoria.
Voglio che sia orgoglioso della storia che porta scritta nel suo nome.

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