9 giugno 2008

belgrado2.jpgIl centro di Belgrado è come una città del nord vent’anni fa. Io vivo in centro, di fronte all’orto botanico che non so se da soloriuscirà a neutralizzare lo smog pauroso che respiriamo in questacittà.
A prima occhiata ciò che mi ha colpito di più è la presenza di macchinescassatissime e autobus messi peggio che corrono come pazzi, tra l’altro.
Se hanno il verde, non guardano in faccia nessuno, sfrecciano cheneanche a Indianapolis. I seggiolini per bambini non sono obbligatori,tant’è che fatichiamo a trovarne per noi. Il fumo: fumano ovunque, locali pubblici o privati, e chi come noi viene da posti dove ormai il fumo è relegato in pochissime aree, rimane olfattivamente offeso. Fatico ad abituarmici.

La gente è semplice, mi sto disintossicando da marche e firme, non c’èuna LV vera o finta che sia manco a pagarla, niente G che si specchianoné Guess e Alviero Martini. Le ragazzine sono semplicissime, belle,acqua e sapone, non esiste il look trasandato dei nostri giovani,niente vita sotto il sedere, niente dread e jeans che pulisconol’asfalto. I ragazzi sono belli, atletici e in look sportivo, hannotutti una bella aria sana. La periferia è né più né meno che laperiferia di qualsiasi metropoli: decadente, sporca, deprimente. Ci siamo andati il primo giorno aregistrarci alla polizia, in quanto ci vuole un permesso di soggiorno.Mi sembrava di stare sul set del film di Tornatore Una pura formalità.Per scriverci i permessi il poliziotto tira fuori un’Olimpia del ’15-’18che sono sicura Fabri avrebbe voluto chiedergli per rivenderla su e-bay come antiquariato.


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