È il primo luglio 2006, e tu sei già nata da quasi un mese, ed è il primo giorno, un tranquillo sabato, in cui posso serenamente pensare a te e a tutto quello che è successo in questi ultimi due mesi, dedicandoti alcune riflessioni così come feci con tuo fratello tre anni fa.
In questo sono stato curiosamente stimolato da tua madre che ricordava le mie note di allora e da qui ho capito che ci teneva a queste mie riflessioni buttate là.
Ebbene, sei stata molto desiderata, Leni-Rose, in primo luogo da tua madre, considerando che in questi tre anni che ci separano dalla nascita di Jari-Theodor sono successe anche cose molto spiacevoli e sfortunate come i problemi sanitari affrontati e superati da Ambra, tua madre.
Ma mia figlia, anche se un po’ lamentosa, forse come me (per caricarsi), è anche molto tenace e, a dispetto di tante circostanze sfavorevoli, ce l’ha fatta: di te si paventava che neanche avresti potuto nascere, che fossi malformata, che la gravidanza di tua madre fosse a rischio. Ma tant’è: sei nata in una tranquilla domenica di giugno qui a Roma, con un parto neanche tanto lungo e portandoti appresso più di 4 chili!
Il tutto è stato così semplice e naturale che già ci siamo abituati alla tua presenza.
Il tuo nome, deciso all’ultimo momento, è dedicato alla interessante figura ebrea di Maddalena (ove esistita) e a Rosalia, santa di Palermo, dato che probabilmente sei stata concepita durante una bella vacanza estiva in Sicilia!
Per lo più vieni chiamata "principessina": magni (mangi) tanto e dormi, ma senza alcun problema. Abbiamo avuto il grande piacere di ospitarti a casa nostra per il tuo primo mese di vita e quindi sei romanissima di nascita!
In questi giorni stai a Berlino, ma confido che presto ritornerete tutti qui a Roma, vicino a noi.
Forse non ti ho dedicato tutto il tempo che avrei voluto investito dal compito di seguire il tuo scatenato fratellino – compito piacevolissimo peraltro, anche se le mie energie sono quelle di un ultra-cinquantacinquenne che è costretto a tirare di spada, rotolarsi, fare a botte, vedersi milioni di dinosauri, Fimbles e zombies che oramai mi invadono anche i sogni – ma nei pochi momenti che ti ho tenuto in braccio, ho rivissuto a poca distanza di tempo il piacere della tua carne tenera e odorosa di neonata e la visione del tuo sguardo attento dagli occhi, adesso scuri.
Mi viene spontaneo pensare alle differenze rispetto a tre anni fa.
Delle disavventure sanitarie già ne ho parlato e sembra finalmente un incubo superato.
I nostri splendidi gatti Luna e Negrito ci hanno purtroppo lasciati quasi un anno fa: forse Negrito cominciava a star male proprio all’epoca della nascita di tuo fratello. Rimane la misteriosa Diva/Penelope/Fantasia, una gatta che è sempre stata sulle sue rispetto alla madre e al fratello/compagno.
Proseguiamo: tua madre è adesso un dottore e forse seguirà la mia professione.
Tuo padre è sempre più padrone della sua professione di Chef e probabilmente è sul punto di decollare professionalmente: tra alcuni giorni – scherzo del destino – staremo su fronti contrapposti, dato che ama il Calcio come me e che ci sono i Campionati del Mondo di calcio in corso proprio in Germania e martedì sera ci sarà indovina un po’, Germania – Italia: vinca il migliore!
Tua nonna Rosella è adesso una dottoressa Audiologa dotata di una grande professionalità e dire che mi è di grande aiuto anche sul lavoro, è anche troppo riduttivo. Per il resto è sempre quella splendida donna sensibile e predittiva di tre anni fa: per me, anche a distanza di 33 anni dal nostro primo incontro, è sempre "la mia ragazza".
Io sono un libero professionista soddisfatto della propria condizione e liberato dalla necessità di essere un dipendente pubblico: oggi, dopo più di un mese, sono ritornato, stanco ma contento, dalla mia tradizionale corsetta del sabato a Caracalla (ti ci porterò): mentre correvo pensavo a queste note che sto scrivendo.
Adesso abbiamo anche una bella casa in Sardegna dove spero a giorni di ospitare tutta la tua famiglia e che probabilmente sarà legata gioiosamente ai tuoi primi anni.
Spero di essere un nonno equilibrato anche con te: sembra che con Jari stia andando bene, ma non farò preferenze né riesco a capire come si possa fare: se con Jari c’era la novità di essere nonni, con te ci sarà la possibilità di rapportarsi ad una bambina che cresce, un po’ come con Ambra, ma con trent’anni di esperienza da parte mia, e le energie ancora mi assistono.
Mi viene quindi da dire che non ti tratterò necessariamente da femminuccia, anche se probabilmente usciranno fuori più Barbie e meno palloni da football che non con Jari, ma per il resto io sono Nonno Guido da strapazzare, interrogare, accompagnare dappertutto, in Italia o in Germania, non importa, perché ho scoperto che i bambini hanno e danno una grande carica vitale e costringono ad interrogarsi su se stessi.
Ebbene, spero che quando leggerai e capirai queste righe che ti ho dedicato, potremo riderne insieme!
Ciao principessina!
Nonno Guido
01/07/2006
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