A Berlino l’asilo nel bosco

asilobosco.jpgIn Italia scarseggiano le strutture per bambini.
Questo è oramai un fatto noto a molte di noi mamme lavoratrici che dopoimprobabili trafile burocratiche, lunghi periodi di attesa, listeinfinite da compilare, ci ritroviamo sempre più spesso col chiederci achi affidare i nostri figli quando dobbiamo andare a lavorare.
E poi ci si dice che siamo quelle con meno voglia di lavorare di Europa.
Ed è proprio all’Europa che scivola lo sguardo: al resto di Europain cui non solo non esiste il problema della mancanza di asili e distrutture atte ad accogliere i bambini, ma addirittura si sviluppanoprogetti innovativi, ecologici e ad alto potenziale di creatività.

Come questo di cui ci giunge notizia da Berlino: l’asilo nel bosco.
Nella zona sudovest della città, ogni mattina, una classe di scuola materna, fa "lezione" nel bosco.
Le maestre portano con loro tutto il necessario su un carrello inlegno: merendine, libri di natura, e almeno uno o due cellulari perchiamare aiuto nel caso qualche cinghiale "malintenzionato" compaiaall’improvviso.
Si impara persino a fare i conti, sommando le formiche o i maggiolini.
Si gioca con i rametti raccolti in terra o con i fiori e le piante: i giocattoli restano in classe.
Tanto le macchinine, le bambole e le costruzioni ci sono pure a casa.

I vantaggi di questo approccio formativo, dicono i promotori di questa iniziativa, sono enormi.
Basti pensare ai benefici di stare all’aria aperta anziché alchiuso di una classe composta da una ventina di bambini che siscambiano batteri e virus altalenanti.
Fa bene alla salute e aiuta lo sviluppo motorio.
E non solo.
Dare inizio alla propria formazione e al proprio apprendimento inun ambiente così ricco di stimoli, aiuta a sviluppare tutti i sensi edà una vigorosa spinta alla creatività dei piccoli e alla loro vogliadi imparare.
Questo è il sito del primo asilo nel bosco che ha dato il via a un trend in Germania, dove sono sorti in breve tempo altri trecento asili con questa filosofia.

Tornando all’Italia sono solo 50,8% le donne che lavorano.
La più bassa percentuale in Europa. Basti pensare che in Svezia sono il 70%.
Sarà perché abbiamo pochi boschi?

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