Viaggi in auto (Ovvero viaggi on the road con i bambini)

viagginauto.jpg2000 km in Portogallo? 3000 km in Norvegia? 6000 km in America?
No, io con mio figlio non potrei mai farlo!

Puntuale, al ritorno da un viaggio, c’è sempre qualcuno che, dopo avermi chiesto quanti chilometri abbiamo percorso, subito passa al contrattacco dicendo che con suo figlio sarebbe impossibile… ecco perché non viaggia più!

E io dentro di me rido, perché il mio interlocutore ignora che ho due figli che sono uguali ai suoi, a tanti altri bambini, anzi, forse un pochino più vivaci della media, tanto per non farci rilassare troppo!

 

Ma veramente i viaggi on the road sono impossibili se si hanno dei bambini piccoli?
La mia esperienza smentisce questo luogo comune, a meno che non si pretenda che i bambini stiano fermi, buoni, in silenzio, non facciano pipì o cacca, non abbiano fame, non facciano capricci e siano entusiasti di starsene per ore legati ad un seggiolino a guardare fuori dal finestrino…

Ecco qualche piccolo stratagemma, frutto di svariati viaggi itineranti, che può tornare utile per lunghi spostamenti in auto, anche solo per andare a visitare un parente fuori città.

Ma quando arriviamo?
Non si può sfuggire a questa domanda. In genere i nostri figli la pronunciano una media di tre volte l’ora, a volte addirittura appena usciti dal parcheggio sotto casa.
I bambini piccoli non hanno ben chiaro il concetto di tempo e distanze, quindi è inutile rispondere con misure di tempo (fra due ore) o di spazio (fra 20 chilometri).

Meglio risposte più concrete.
Per esempio: in tempo per vedere il tuo cartone preferito, prima che diventi buio, quando comincerai a vedere il mare dal finestrino, quando pagheremo il pedaggio al casello, e così via.
Un altro sistema è quello di mostrare sulla cartina la strada da percorrere prima della partenza e durante il viaggio. Anche se ancora non sanno interpretare una cartina, possono però in qualche modo “concretizzare” il concetto di spostamento.

Rituale
Come per la nanna, anche per il viaggio in auto occorre preparare il bambino con piccoli gesti rituali che gli diano modo di rendersi conto pian piano di quello che l’aspetta, perché si tratta di gesti che già conosce e ha memorizzato.
Cominciate col fargli vedere le valigie e con il farlo collaborare a sistemarle nel bagagliaio. Anche sistemare il suo peluche preferito sul sedile lo farà sentire importante e partecipe.
Poi fateli sedere sul seggiolino (ma fatelo all’ultimo momento, quando siete proprio lì lì per partire, in modo che non si annoi prima del tempo) e fissatelo saldamente. Fissate, se necessario, gli oscuranti sui finestrini, sistemate a sua portata di mano qualche gioco e qualche snack, spiegategli cosa state facendo e perché, e parlategli del viaggio e della meta.

Partire è un po’… dormire
La scelta ottimale, soprattutto nel caso di bambini molto piccoli, rimane quella di viaggiare mentre loro dormono. Anche perché l’automobile ha in genere un effetto soporifero sui bambini (e non ditemi di no, anche mia figlia, che non dormiva mai, in auto si addormentava quasi subito!).
Optate quindi per le ore dopo pranzo (se non è troppo caldo) oppure subito dopo cena: potete mettergli addirittura il pigiama e dirgli che questa sera invece di dormire a letto si dormirà in auto.

Non pretendete però che si addormenti appena partiti, se si è svegliato solo un’ora prima. Meglio, per esempio, svegliarlo con un certo anticipo, farlo stancare un po’ e poi mettersi in viaggio: ci sono maggiori possibilità che si addormenti.
Fate in modo che il suo sonno sia comodo, soprattutto se è piccolo. Esistono dei seggiolini reclinabili che raggiungono una posizione semi sdraiata e quindi, non solo favoriscono il sonno, ma il bambino dorme più comodamente. Per i più grandicelli esistono gli anelli imbottiti da mettere intorno al collo per evitare che la testa ciondoli.

Canzoni e favole
Sono la nostra salvezza. Nella lista delle cose da mettere in valigia, occupano un posto di importanza eguale a quella dei medicinali e dei passaporti.
In genere partiamo con una ventina di CD fra compilation di filastrocche, sigle di cartoni animati, canzoncine per bambini e favole. Durante l’ultimo viaggio, dato che i bambini erano più grandicelli, abbiamo aggiunto una compilation di musica anni 70/80 molto orecchiabile, che i bambini hanno gradito molto (e noi ci siamo salvati dall’ascoltare decine di volte Pollicino e Che bel castello!).

Film
Anche questi rappresentano una valida opzione, ma dato che sono una mamma all’antica e molto rigida sulla televisione, confesso di averli usati solo una volta. A parte il costo di acquistare un DVD portatile e l’ingombro di infilarlo in valigia se occorre prendere l’aereo, c’è da tener conto l’estraneamento totale del bambino.
Il viaggio invece è soprattutto scoperta, anche attraverso un finestrino e quindi è sempre preferibile coinvolgere il bambino e invitarlo a guardar fuori o a interagire con il resto della famiglia.
Insomma, da usare con moderazione.

Giochini elettronici
A casa nostra non hanno ancora fatto il loro ingresso. Non so ancora per quanto riuscirò a tener duro, dato che norridisco ogni volta che vedo bambini muovere i pollici convulsamente, isolati dal resto del gruppo. Ma l’ho detto, sono all’antica.
Come per i film, quindi, da usare con moderazione.

Cibo e bevande
Ho sentito di genitori che non fanno mangiare i bambini in auto perché sporcano. O perché hanno paura che soffochino.

Per la prima eventualità, mi sono rassegnata da tempo. Durante l’ultimo lavaggio auto ho raccolto in giro per l’abitacolo carte unte di pizza, brick strizzati di succhi di frutta, caramelle masticate e pelose, pop corn, bicchieri e bottiglie vuote, pezzi di cracker e biscotti rancidi, briciole di provenienza non identificata.

Per il secondo problema, penso che un minimo di accortezza dovrebbe escludere ogni pericolo.
Se il bambino è abbastanza grande da mangiare da solo, tenete a portata di mano biscotti, cracker, pizza, acqua (molto comode le borraccine per bambini dotate di cannuccia o succhiotto, per cui è impossibile che il liquido si versi), qualche caramella.
Non vuol dire che dobbiate rimpinzarli di schifezze per farli star buoni, ma semplicemente che potete tenerli tranquilli per un po’ e inserire una piccola variante alla monotonia del viaggio.

Giochi
Mettete a portata di mano del bambino una sacca (esistono anche delle sacche di plastica da appendere sul retro del sedile anteriore per evitare che i bambini sporchino lo schienale con le scarpe, dotate di tasche portaoggetti) con giocattoli e libri, in modo che possa prenderli e giocarci quando ne ha voglia. Optate per giochi non troppo rumorosi perché a lungo andare danno fastidio e che siano sicuri anche se messi in bocca.
Se i bambini sono più grandi potete fare dei giochi insieme: riconoscere le marche delle auto che incrociate, immaginare cosa trasportano i camion (questo va alla grande nella nostra auto), dire più nomi possibile che iniziano con una lettera, inventare storie (per esempio quella che ogni passeggero deve dire una frase a turno che completi quella detta dal passeggero precedente, fino a comporre una storia: in genere il risultato è esilarante, perché si finisce per raccontare di cavalli che sposano principesse e vanno a vivere nell’orto felici e piangenti).

Litigi e capricci

Se avete più figli, sistemateli in modo tale che ognuno abbia spazio sufficiente e che possa disporre dei proprio giochi.
Probabilmente troveranno comunque un motivo per bisticciare, complice anche la vicinanza e la noia del viaggio, ma almeno avrete ridotto le probabilità.

In ogni caso, non sarete esonerati dai capricci: sono stanco, ho caldo, ho freddo, ho sonno, mi annoio, ho fame, devo fare pipì, mi è caduto l’orsacchiotto, ma quando arriviamo (vedi voce sopra), voglio tornare a casa e via discorrendo.
È normale, li fareste anche voi se foste costretti su un seggiolino per tanto tempo e non aveste nessun potere decisionale. Cercate quindi di intrattenerli il più possibile, perché il più delle volte è la noia a far scaturire i capricci.

Soste
Se pensate di tirare dritti per 600 km perché dovete assolutamente arrivare entro l’ora di pranzo, ricordate che state facendo un viaggio on the road e non misurando i tempi per una gara.
In genere, prevedete una sosta di 15/20 minuti ogni ora/ora e mezza e tenete conto di questi “tempi morti” per compilare le vostre tabelle di marcia.
Approfittate della sosta per pipì, cacca, cambio del pannolino, spuntino, ma soprattutto per far “sfogare” il bambino: potete farlo giocare con le bolle di sapone oppure a palla (se l’Area di sosta è sicura), ad acchiapparella o semplicemente alla corsa. L’importante è fargli scaricare energia. 
Spesso noi approfittiamo delle aree di servizio con parco giochi interno quando siamo in autostrada, oppure di parchi giochi all’aperto se viaggiamo su strade secondarie.

Sicurezza
Per dieci minuti o per tre ore, il concetto non cambia: il bambino deve viaggiare sicuro. Quindi, seggiolino o cinture allacciate (secondo peso ed età), finestrini posteriori chiusi e bloccati (potrebbero sporgere le braccia o lanciare fuori gli oggetti), chiusure di sicurezza alle portiere (il nostro piccolo, nonostante sapesse di non doverlo fare, ha aperto lo sportello in autostrada, perché l’auto che avevamo quel giorno non aveva le chiusure di sicurezza, e non vi dico lo spavento).

Potete scegliere di viaggiare dietro con loro. Personalmente, ho sempre viaggiato davanti sia perché soffro il mal d’auto sia perché ho preferito che i miei figli si abituassero da subito a viaggiare soli sul sedile posteriore, soprattutto nel caso in cui dovessi viaggiare da sola con loro per lunghi percorsi.
Naturalmente allungo spesso le braccia dietro per elargire cibo e carezze, per raccogliere giocattoli caduti o per passaggi di oggetti vari. Ma lo faccio solo se sono il passeggero. Se guido, mi limito a dare un’occhiata dallo specchietto, a parlare e cantare, ed evito acrobazie. Meglio fermarsi in un’Area di sosta e soddisfare i bisogni dei bambini con qualche minuto di ritardo, piuttosto che provocare incidenti.

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